Racconti

SATCHMO

15 Ott , 2018  

di Giuseppe Carelli

Louis Armstrong fu un grande appassionato di baseball, un sentimento che crebbe durante tutta la sua vita. Il leggendario trombettista fece un elenco dei suoi giocatori preferiti: Jackie Robinson, Pee Wee Reese, Gil Hodges e Duke Snyder, tutti appartenenti alla squadra dei Brooklyn Dodgers. Successivamente finì per diventare tifoso degli Yankees. Ha praticato l’Hardball frequentando innumerevoli Ballparks americani.

 

La sua presenza fu sottolineata nel Game-5 delle WS del 1969, quando i Mets conquistarono il primo titolo della franchigia. Quella di Armstrong fu una storia d’amore sportiva che ebbe inizio durante la sua infanzia. Nel libro, “Louis Armstrong: Una vita sregolata”, Laurence Bergreen racconta che ogni volta che la squadra del prodigioso jazzista, i Black Diamonds, giocava vicino al Cimitero McDonald, i giocatori interrompevano la partita per rendere omaggio alla marcia funebre di passaggio e Satchmo con la sua tromba riempiva il silenzio con una struggente melodia.

 

Una volta il corteo funebre si fermò e i presenti si misero a piangere, toccati profondamente nel cuore dal suono di quella tromba. Nei primi anni ’30 a New Orleans, Louis Armstrong diventò proprietario di una squadra, The Secret Nine, procurando ai giocatori le più belle divise, bianchissime, mai viste sugli spiazzi di periferia e i sandlots della Big Easy. Il ruolo di Satchmo come proprietario di una squadra di baseball venne consolidato durante l’estate del 1931, quando tornò a Crescent City per quello che fu un trionfo del suo Tour di concerti durato tre mesi.

 

Fece tappa a San Raimondo Park di fronte a 1.500 tifosi dove erano in programma due partite nelle quali si affrontarono 4 squadre diverse. Una delle due gare vedeva la squadra di Armstrong, i Secret 9, che dovevano affrontare una squadra composta da atleti semi-professionisti, The Melpormene White Sox. Il quotidiano “Louisiana”, 22 Agosto 1931, annunciò l’arrivo di Armstrong allo stadio. “Hey, ragazzi!, stanno dicendo che il Mago della tromba sarà là fuori, sulle tribune per tifare i suoi Misteriosi, pronti a giocare come fa il Diavolo con le vostre anime”. La presenza di Armstrong sulle tribune rappresentò un irresistibile richiamo per tutta la comunità locale, in particolare per quella afro-americana.

 

Solo più tardi i tifosi capirono che il grande jazzista non era sulle tribune, ma fece la sua apparizione in campo per l’inaugurale lancio della pallina. La giornata si concluse con una terza partita di baseball ed un pic-nic assieme a tutta la comunità. Secondo il giornale, Louis Armstrong e le sue 2 guardie del corpo, Cook ‘Professor’ e Lindsey ‘Little Satchel Mouth’, si cimentarono in una sorta di baseball-show. Armstrong sul monte di lancio, Lindsey a battere e Cook a ricevere. Al primo lancio di Satchmo, Lindsey rispose con un goffo swing della mazza e Cook, per attirare il pubblico, con una mossa del braccio fece cadere a terra il guantone. La pallina, colpì la maschera appena sopra il naso. Lo show continuò per altri due lanci e si concluse con la chiamata del terzo stee-rikes a favore di Armstrong. Il pubblico gradì quella scenetta finale e la giornata si concluse con uno strike-out, così come erano terminate le partite.  In seguito, lo stesso Jazzista dirà che le sue apparizioni agli stadi non gli permettevano di godere in pieno lo spettacolo offerto dalle partite di baseball perchè veniva letteralmente assalito dai tifosi e dai cacciatori di autografi.

 

I Secret 9 di Armstrong non furono una grande squadra e poco si sa di loro perchè i giornali non offrirono ampie notizie a riguardo. Vennero spesso snobbati dalla stampa ed ogni volta che giocavano, l’attenzione era focalizzata sulle divise bianco-luccicanti che indossavano i giocatori. Questi ultimi, non scivolavano nemmeno sulle basi per non sporcarle. Talvolta, la stampa sottolineava i Secret 9 col nome di Ordine Misterioso, tenendo fede alla cultura esoterica dilagante in uno stato del Sud come la Louisiana, il cui destino, da sempre, è appeso alle sorti e ai verdetti della magìa e dell’occulto.

 

Ancora oggi, nonostante le varie ricerche effettuate, l’origine di questa squadra è ancora sconosciuta. Alcuni biografi di Louis Armstrong affermano che ogni giocatore apparteneva ad un ordine religioso il cui credo gravitava esclusivamente sulla figura degli angeli. Ecco il perchè delle divise bianchissime che attiravano l’attenzione di tutti. Altri biografi e ricercatori asseriscono che l’origine della squadra va ricercata nella comunità afro-americana degli Zulù, etnia numerosa a New Orleans, molto vicino alla pratica della cosiddetta magia bianca e magia nera. Tuttavia non esistono fonti sicure e l’argomento è frutto di supposizioni e di fatti non documentati. Gli sforzi dello storico attuale dei Secret 9, Clarence Becknell, si sono rivelati infruttuosi nonostante la consultazione dei giornali del tempo tra cui il prestigioso “Louisiana Weekly”. Tuttavia vi è un resoconto risalente al  1932 dove viene descritto che il lanciatore Killdee Bowers, fu l’artefice della 10ima vittoria consecutiva dei Secret 9 contro i St. Raymond Giants. Questo articolo smentisce l’idea di una mediocre squadra dalle bianche divise. I Secret 9, non scivolavano sulle basi, ma riuscirono lo stesso a vincere tante partite. Un alone di mistero ruota attorno alla figura di Armstrong, ma i giornalisti di adesso e quelli di un tempo, come gli appassionati di jazz di ogni epoca, sono consapevoli del fatto che Louis Satchmo Armstrong non è stato solo una leggenda musicale, ma la sua vita, come la sua passione per il baseball e i suoi Secret 9, vanno a vantaggio della storia perchè quest’ultima si fonde tra leggenda e realtà, tra il mito e la verità riscoperta. È il Diavolo che bussa alla porta oppure l’Angelo che ti accarezza il cuore?. Poco importa, quando il nostro cuore viene rapito da una melodia, lasciamoci andare, sia essa quella di un diavolo oppure di un angelo.

 

La data di nascita di Louis Armstrong è rimasta sconosciuta fino a pochi decenni fa, quando Tad Jones riuscì a trovare i certificati di nascita ufficiali. Il Re del Jazz ha sempre affermato di essere nato il 4 Luglio del 1900 ma i documenti ritrovati da Jones affermano che Armstrong nacque il 4 Agosto del 1901. Il jazzista ebbe un’infanzia drammatica. I genitori si separarono poco prima della sua nascita e Louis venne affidato alla nonna Josephine, mentre la madre, con ogni probabilità si prostituiva. Le sue giornate trascorrevano in bilico tra l’emarginazione e la delinquenza, anche se l’interesse per la musica si fece strada dentro di lui tanto da allontanarlo da pericolose deviazioni e sollevarlo da quello squallido ambiente. Il suo palcoscenico erano le strade e per difendersi dagli attacchi dei prepotenti di quartiere, Louis nascondeva in bocca le mance e le monetine che gli lasciavano i passanti. Da qui il suo soprannome Satchmo, letteralmente bocca a forma di mestolo, bocca a sacco, un nomignolo, un marchio indelebile che gli è stato affibbiato grazie alle sue enormi labbra.