Riflessioni

A A A CERCASI IDEE …

11 Ott , 2018  

di Gianluca Marcoccio

Trasparenza e regole certe sono state le basi della campagna elettorale del candidato Andrea Marcon.  Poi,  come nella migliore delle tradizioni politiche,  una volta eletto, tutto quello che è rimasto è stata la propaganda del suo operato a mezzo delle stesse promesse che,  però, sono diventate meno importanti che nella campagna elettorale. 

Trasparenza?  Il minimo indispensabile per poter dire di tenere fede agli impegni. 

Regole certe? È sotto gli occhi di tutti che non c’è niente di certo nelle regole emanate,  proposte,  suggerite da questa federazione. L’ultima prova si può trovare nel progetto per un nuovo campionato di serie A1. Sulla base di una considerazione incerta, come la presenza reale di 12 squadre per affrontare il campionato 2019, si procede per ipotesi di sviluppo delle regole.

Senza una certezza fare delle proiezioni di sviluppo è abbastanza inattendibile. Convocare i responsabili delle società per dibattere di una questione basata sul “non si sa”, è un perdita di tempo.

Le uniche certezze di questa federazione sembrano essere la disorganizzazione e l’incertezza, più volte dimostrate.

Non c’è una dimostrazione di programmazione.

Dalle parole del Marcon-candidato che auspicava le norme certe per poter fare una programmazione, è proprio il Marcon, diventato presidente, a dimostrare di non aver dato corpoa quelle regole certe, né la capacità di programmare.

A richiesta non corrisponde mai una risposta certa. I ritardi e i tentativi di recupero sono ormai una traccia evidente nella storia di questa federazione.

Come per la tanto discussa regola sugli AFI. Per un anno questa federazione ha urlato contro chi sosteneva che, se in altri sport la regola è stata modificata ad hoc, la stessa cosa poteva essere fatta anche per il baseball. Adesso dopo un anno si parla di nuove regole che potrebbero favorire perfino gli atleti italiani. Attenzione: malgrado le reiterate richieste, mai nessuno per conto della federazione ha fornito riferimenti normativi al riguardo.

Per allinearsi all’idea di regole certe questa federazione ha reso, per contro, praticamente impossibile fare programmi a lunga scadenza.

Per parafrasare un concetto caro al Marcon-candidato riporto le sue stesse parole, in questo caso usate riferendosi al numero delle squadre che, di anno in anno, si iscrivevano al campionato maggiore.

Queste parole rimangono valide anche nella gestione della odierna federazione, ma nessuno pare farci caso. In questo caso mi servono per chiarire il concetto del cambiamento che non c’è.

 (…) Noi ogni volta che concludiamo un campionato non sappiamo mai come ricomincerà il prossimo. Cambiano le regole e una squadra si deve ritirare, una squadra viene ammessa un quarto d’ora prima di iniziare un campionato e l’IBL un anno a 7, un anno 8, un anno a 10, un anno a 5. Queste sono le cose che fanno male al movimento (…) 

Ecco che nello sforzo prodotto da questa federazione … le cose non sono cambiate. L’anno scorso sette ASI, quest’anno tutti liberi, il prossimo anno tre AFI. Come si fa a fare una seria programmazione a due-tre anni? Ma di questo, alla FIBS, non gliene può fregare di meno, visto che hanno Rick Mascheri e Sal Giardina…

Una gestione che è proprio la realizzazione del “predicare bene e razzolare male”.

La salvezza del baseball sta negli appassionati di questo sport che lavorano nella realtà dei loro territori e che tengono vivo l’interesse per il baseball.

(Immagine: Beppe Carelli – Foto: Lorenzo Bellocchio))