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Alessandro Flisi, da bomber nel box a mago dei campi

12 Ott , 2018  

di Emanuele Tinari

Un nome che non ha bisogno di presentazioni. Un uomo da 71 Hr nella massima serie (con 17 come massimo stagionale a Torino nel 1997), ben 5 fuoricampo nella fantastica avventura del mondiale italiano del 1998 tra cui i 2 nella spettacolare notte di Grosseto che portò l’Italia tra le prime quattro del mondo dopo il 9-8 contro l’Australia. Stiamo parlando di Alessandro Flisi, passato dall’incutere terrore in campo ai pitcher avversari a curare nei minimi dettagli il manto di gioco con risultati di grande livello.

“Anche da giocatore mi piaceva sistemare il campo per passione poi dal 2010, quando facevo l’allenatore con l’Oltretorrente, ho iniziato a sistemare il campo per i ragazzi. La vera e propria attività iniziò nel 2013 quando, sempre con l’Oltretorrente, prendemmo in gestione i campi del Quadrifoglio di Parma. Dopo due anni è arrivata la proposta della Fortitudo Bologna per una collaborazione durata due anni e mezzo e terminata a fine 2017. Intanto si era sparsa la voce soprattutto nel Nord Italia dove ho girato diversi campi, ma è dopo aver concluso il lavoro con la Fortitudo che ho iniziato un’attività come manutenzione campi e opere straordinarie. La Coach Convention mi ha dato visibilità e fatto conoscere meglio il lavoro e i tipi di materiali usati. Per me off-season e pre-season sono i periodi più caldi, tante società chiedono trattamenti  per far sì che a inizio stagione il campo sia pronto. Si stanno aprendo tante collaborazioni con società che capiscono come questo lavoro porterà benefici anche a livello di gioco e fino ai primi di dicembre ho tutti i giorni occupati o quasi. Giusto il tempo di tornare a casa, preparare tutto e ripartire”.

Tra le tante collaborazioni e porte che si sono aperte c’è stata la partecipazione al Super Six di settembre in Olanda.

“Un’esperienza molto bella quella di lavorare con gli americani e materiali che importo ma che in Italia si vedono poco per forza economica e mancanza di cultura. Così tutto è più semplice ed appagante ed i campi sono quasi sempre perfetti. Nonostante la situazione di emergenza per la pioggia, visto che fine settembre non è il momento ideale per giocare in Olanda, una volta scoperti campo e monte si era pronti per giocare, anche lunedì mattina dopo il disastro di domenica”.

Oltre che di campi con Flisi abbiamo parlato anche di baseball giocato e dell’esperienza come padre di un ragazzo, Riccardo, appena arrivato nella massima serie.

“Come tecnico adesso sono con una squadra giovanile della mia zona, il Colorno. Analizzando i ragazzi vedo che atleticamente e fisicamente sono più preparati dei miei tempi ma hanno poco spazio per esprimersi. Vuoi per le due partite o per le altre regole giocano poco ma penso che molti di loro abbiano le qualità giuste per sfondare. In questo momento solo a Nettuno e Parma si lavora per la crescita dei giocatori del luogo e visto le risorse economiche sempre minori penso questa dei giovani del vivaio sia la soluzione più giusta. Per quanto riguarda Riccardo da quando è andato in Accademia a livello sportivo mi sono un po’ staccato perchè è giusto camminasse con le sue gambe, ma quando ha bisogno di un consiglio sono sempre pronto. Proprio l’esperienza in Accademia gli ha dato la giusta impostazione per il lavoro fisico, per il sacrificio e l’alimentazione. Ora è arrivato a giocarsi un posto in A1 ed è giusto che sgomiti per arrivare in alto”.