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Aluffi: “Stagione difficile, stressante ma davvero positiva grazie ad un gruppo speciale”

16 Set , 2020  

di Emanuele Tinari

Di certo non è stato anonimo il ritorno in serie A1 di un Macerata che ha dovuto fronteggiare il problema Covid con tre suoi tesserati, ma che in campo si è tolta le sue soddisfazioni, chiudendo con 6 vittorie come Godo e Collecchio, ma con meno sconfitte visto le numerose partite rinviate e non recuperate.

“Ad inizio stagione avevo detto che non contava la classifica finale per noi, ma il lavoro svolto che è stato estremamente positivo. Alla fine è un ottimo risultato dopo quanto successo. Abbiamo ancora due giocatori positivi, dopo 46 giorni. Uno di questi dovrebbe tornare ad uscire oggi visto che anche il secondo tampone è negativo, un altro aspetta gli esiti del primo e spero che anche lui riesca a tornare alla normalità in settimana. Oltre a queste difficoltà si è aggiunto l’addio di quattro ragazzi per motivi di lavoro ed altri tre che potevano giocare solamente le gare casalinghe. Per i dirigenti è stato un lavoro duro, hanno dovuto raddoppiare l’impegno, andare a trovare ragazzi nelle zone limitrofe per finire al meglio la stagione, abbiamo fatto trasferte senza pullman in macchina con piccoli gruppi per evitare il rischio contagio. Nonostante questo abbiamo ottenuto più vittorie in questa fase finale rispetto all’inizio. Abbiamo vinto con Godo, Parma e Collecchio, ci siamo allenati con pochi elementi, ma c’era un clima stupendo. Ci si divertiva e tutte queste difficoltà hanno rafforzato un gruppo che oltre a crescere dal punto di vista del gioco si è unito sempre di più”.

Situazione che sembrava disperata ad un certo punto, ma la società ha saputo puntellare bene la rosa per concludere il campionato.

“Sono arrivati dei giovani come Belardi e Zazza da Nettuno. Il primo ha giocato molto bene, salendo sul monte senza nessun problema, dimostrandosi molto più scafato a dispetto della giovane età. 5 inning senza subire punti, il primo K in A1 e la bella prestazione di sabato dove non ha subito neanche un punto in 2.2 riprese lanciate. Manuel è un interno che è arrivato in un ruolo in cui eravamo più coperti, ha avuto meno opportunità ma ha colpito la sua prima valida in A1, e ce ne sono state circa 10 quest’anno, buoni contatti, solido in difesa. Poi c’è stato Giacomini da Pesaro, un sedicenne che conosco bene per aver lavorato già con me in Accademia a Macerata. Lo volevo portare subito con me, ma quando è arrivato si è dimostrato subito pronto, molto duttile, si è messo a disposizione ed ha giocato con grande tranquillità. Un altro innesto è stato quello di De Benedetto, figlio dell’ex presidente della Roma e fratello dell’altro ragazzo già visto in Italia anni fa.  Una scoperta piacevolissima, ha giocato a buoni livelli negli States, poi è stato frenato da tantissimi infortuni. Ha quella cultura americana che si gasa nella lotta, è un po’ calato nel finale ma ci ha dato una grande mano con la mazza colpendo sempre nei momenti decisivi. Per ultimo cito Nacar, lanciatore già visto a Rimini che tante squadre cercavano. Tutti conoscono il suo valore, un veterano ancora in gran forma, buona velocità, ottimo controllo, ha sbagliato un inning su 16 lanciati. Inoltre si è messo a grande disposizione mia e del gruppo, una grande scoperta dal lato umano, un uomo calmo, serafico che è stato di grosso insegnamento per tutti gli altri del roster”.

Ovviamente dopo i nuovi immancabile la citazione per chi ha tirato “la carretta” tutto l’anno con ottimi risultati.

“Molti nostri ragazzi hanno fatto un’ottima figura. Parto dal capitano Serrani, che sabato ha giocato la sua ultima partita, Splendiani anche è andato bene, anche Morganti, mentre il migliore è stato Morresi. Ragazzo che batte mancino da poco, su di lui lavoro dall’anno scorso, ha dimostrato una capacità di adattamento incredibile, ha battuto tantissimo risultando dopo Celli il migliore italiano per media battuta. Ha tantissima qualità ed enormi margini di miglioramento. Molto bene anche la coppia Moredo e Carrera, che hanno trascinato la squadra, hanno avuto un grande carico emotivo e pur con meno costanza di Morresi che ha sfruttato il fatto di essere tra di loro nel lineup, sono stati decisivi. Moredo è molto giovane ma è uno positivo in campo e fuori, Carrera per noi è un leader, un punto di riferimento per i ragazzi e lo si è visto in campo”.

Ora dopo l’intenso tour de force riposo e poi si inizierà a pensare al 2021.

“Sono stati mesi intensi e stressanti dal punto di vista psicologico. Il campionato è stato per noi un bel banco di prova. Sono uno di quelli che non metterei regole sulla definizione dei roster, ognuno deve perseguire i progetti in base ai propri mezzi. Chi ha i mezzi deve provare a vincere e ben ha fatto Bologna e San Marino a rinforzarsi per lo scudetto, se fossi stato nella loro stessa condizione l’avrei fatto anch’io. C’è sempre questa storia che gli stranieri levano al posto agli italiani, ma visto l’esperienza con Gianmario Costa come compagno e allenatore, posso dire che giocatori come lui, Ceccaroli, Bianchi e quella fantastica generazione sono usciti fuori con i cinque stranieri. I ragazzi apprendono e migliorano con compagni forti, l’allenatore deve essere un punto di riferimento ma ne servono sempre anche in campo. Per noi è stato un piacere vedere il giro di mazza di Celli, anche da avversario, ci è dispiaciuto non affrontare Saalbach, mentre giocare contro Lugo e sconfiggerlo è stata la più grossa soddisfazione dell’anno. Lo abbiamo messo in difficoltà con due giocate anomale al primo inning, poi siamo stati bravi a gestire la partita e sconfiggere una squadra con più esperienza e talento del nostro. Per ragazzi alla prima esperienza come i miei trovarsi degli avversari del genere e compagni come Nacar, è solo motivo di crescita. Per quanto riguarda lo specifico ancora non ci siamo incontrati per programmare, ma spero sia una A1 allargata con più realtà pronte ad allargare la base. Più squadre che competono allo stesso livello, ognuno con i propri obiettivi. Chi lotta per il vertice continuerà a farlo, ma per squadre nuove affrontare avversari di livello comporta una crescita, si impara tanto, ognuno mettendo in campo quel che può. Spero in almeno 12 squadre, ma arrivando fino a 16. Non ero entusiasta delle tre partite a sette inning, ma sono state una buona scelta. Spero si mantengano le tre partite settimanali, magari una da 9 e il double-header a 7, giocando non il mercoledì cosa che ritengo troppo complicata con più squadre, ma sfruttando il venerdì o anche la domenica”.