Riflessioni

La realtà del baseball giocato da ciechi

9 Gen , 2018  

di Alberto Nardecchia

Foto di copertina tratta da Fibs.it

 

Non ci ho dormito, per molte e molte notti, immaginandomi di essere in campo come uno di LORO.

Ma non è così semplice. La differenza si nota dall’atleta che fin dalla nascita è cieco, da quello o quella che con il passare del tempo, c’è diventato. La differenza è data ancora da chi con la guida vedente ha già fatto qualche corsa o attività sportiva in palestra. Molto esaltante è vedere in questi atleti l’entusiasmo per questa disciplina del baseball (inimmaginabile da gran parte di noi normodotati) dove oltre che fare attività sportiva, acquisiscono autonomia individuale dentro e fuori del campo non indifferente.

La prima cosa da insegnare è la corsa sulle basi, diversa nelle tre fasi. La prima è fino in seconda come una battuta da due basi, stesso tempo che occorre alla difesa per tirare al vedente nella sua base di seconda, dove il battitore  corridore non deve fare interferenza con il vedente (correndo oltre la base). Al contrario sulla base di terza il corridore una volta toccata la sua base piatta può correre oltre senza essere eliminato. Queste due fasi sono accompagnate da suoni, in prima comandato dall’arbitro di prima un suono intermittente di clacson (interrotto una volta che il corridore ha superato la prima base), in seconda dal suono di clacchette, da un assistente della stessa squadra. La terza fase di corsa sulle basi è la più difficile: il corridore arrivato salvo in terza ha come riferimento solamente la voce dell’arbitro capo che è dietro casa, che chiama “gioco”. La partenza da seconda e terza non sarà nel momento della battuta, ma solamente dopo la chiamata “buona” dall’arbitro di terza quando la pallina battuta supera un cordino tirato tra la seconda base e la stessa terza.

 

Foto tratta da RadioNettuno.it

 

Sul sito dell’AIBXC o su Facebook troverete oltre le spiegazioni moltissimi video sulle dinamiche del gioco.

Noi allenatori, oltre alle regole, dobbiamo intuire quali sono le correzioni da fare per ogni atleta, perché non è detto che lo stesso suggerimento può andar bene per tutti. Dalla palla, cerchiamo di prenderla dalla metà palla quella verso la difesa, lasciando lo spazio senza fori verso la mazza….

La battuta, in genere la palla viene lasciata cadere quindi la mazza parte dall’alto verso il terreno, cosiddetta “a pendolo”, e quindi più facile da colpire in vari punti della mazza. La scivolata in seconda, non tutti sono propensi nel farla, se non dopo lunghi allenamenti. Noi preferiamo il modo con le braccia in avanti (si ha maggior probabilità di toccare prima il contatto con la base abbracciando più terreno).

La corsa a casa, si cerca di sfruttare il corridoio di terra rossa,  sensibilizzandoli di quando per errore vanno sull’erba (non hanno l’obbligo di toccare casa base, ma hanno uno spazio sia a destra che a sinistra delimitato da due dischetti in gomma). Una regola aggiunta è quella che gli atleti sono tutti bendati, per uniformarli tutti allo stesso modo.

Io non smetterò mai di dire GRAZIE a questi atleti che ci regalano tante ma tante emozioni a prescindere dal vincere o perdere.