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BASEBALL PER CIECHI, ATTO FINALE Interviste a Ghulam Sarwar e Davide Moreschi

12 Lug , 2019  

di Ignazio Gori

Il campionato AIBXC – Associazione Italiana Baseball per Ciechi e Ipovedenti – edizione 2019 è giunta all’epilogo. Sabato 23 Luglio, infatti, a Bologna, si terrà la finale unica della massima serie, tra i Milano Thunder’s Five e la Leonessa Brescia. Il campionato, un unico girone a 11 formazioni, ha visto la regular season dominata dai Thunder’s Five del manager Adriano Chiesa e del vice coach Gianluca Giovinetti terminare imbattuti, 11 doppievù su 11 incontri, davanti ai cugini Lampi Milano. Ma nei playoffs è stata la Leonessa Brescia, terza classificata a far saltare il banco, sconfiggendo in semifinale gli stessi Lampi – un sonoro 21 a 9 – e raggiungendo così all’ultimo atto i Thunder’s Five, vittoriosi 14 a 2 sui Cagliari Tigers – i quali si erano aggiudicati lo spareggio, una specie di “wild card”, contro i White Sox di Bologna. Riusciranno i bresciani, capitanati dai bomber Ghulam Sarwar e Toigo – secondi a pari merito nella classifica degli homerun con 23 “pepitoni” dietro Tocco (dei Thurpos Cagliari) a sorprendere la corazzata milanese?

Il lineup bresciano se la dovrà vedere col fuoriclasse interbase dei Thunder’s Gaetano Casale, capace in semifinale di eliminare 25 battitori su 27! Staremo a vedere, anche se tutto sembra stare dalla parte dei meneghini. Ma nel baseball, come diceva il compianto Yogi Berra: “It ain’t over till it’s over!”. Non è finita finché non è finita.

L’albo d’oro dice che i Thunder’s Five mancano dalla finale dal 2014 – sconfitti dai Lampi – ma detengono il record di 6 scudetti, davanti ai 4 della Fiorentina BXC e ai 3 degli Aquilone Empoli Red Sox e dei Bologna White Sox. Gli ultimi tre titoli invece li hanno portati a casa i Patrini Malnate, quest’anno fuori dalle semifinali playoffs.

Il nostro paese è all’avanguardia in questa disciplina e cerca di sensibilizzare anche realtà estere, come quella americana, con l’esperienza, spero sempre più concreta, dei New York Rockers (incredibile che la patria del baseball non si sia attivata prima di noi). Sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1997, l’AIBXC è emozione pura, massima espressione della passione dilettantistica sportiva, e come gli impareggiabili campioni, diversamente abili, che si sfidano sugli estro-diamanti, esempi di coraggio sul campo e nella vita, anche noi tutti, soprattutto gli appassionati del meraviglioso gioco del baseball, dovremmo imparare ad ascoltare di più il suono della realtà, intercettare le traiettorie delle emozioni e soprattutto vedere con gli occhi della mente.

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In occasione della cavalcata conclusiva del campionato, Il Bar del Baseball ha sentito le opinioni di due protagonisti della finale di sabato: l’interbase della Leonessa Brescia, il pakistano con passaporto italiano Ghulam Sarwar, potente interbase di 1.90 e l’asso dei Thunder’s Five Davide Moreschi. Tre domande a testa, sulle sorti di questo campionato.

Amico Ghulam, tu sei pakistano, e come diceva sempre un mio caro amico pakistano, rispondendo a tutte le domande: “Pakistan is Pakistan, my friend!”. Ironia a parte, come ti sei avvicinato al baseball per non vedenti?

È successo circa dodici anni fa, a Milano, proprio attraverso i Thunder’s Five, che sono una vera e propria istituzione. È stato grazie a loro presidente, al loro capitano, che ancora gioca, e grazie anche alla mia insegnante di informatica. Sono così entrato a far parte dei Thunder’s e ho vinto moltissimo, 6 campionati, 6 Coppe Italia e diversi tornei. Dopo mi sono staccato e con l’aiuto dell’Università abbiamo creato questa nuova realtà: la Leonessa Brescia.

Cosa significa per te giocare a Brescia, nella AIBXC?

Giocare a baseball è tutta la mia vita, è uno sport meraviglioso, e per noi non vedenti e ipovedenti lo è ancora di più. Il baseball è talmente adattabile alle abilità delle persone con problemi di vista che si può giocare in completa sicurezza, senza alcun pericolo. A differenza di altri sport per disabili, che presentato numerose differenze con i loro corrispettivi, il nostro è molto simile alla base originale, giocata dai normodotati, dunque le nostre emozioni sono uguali a quelle degli atleti normodotati: l’emozione di battere, di correre sulle basi, di difendere, di rubare basi … insomma di fare grandi highlights. Come ho già detto, noi della Leonessa siamo un team molto giovane ed è un grande vanto e orgoglio aver formato in così poco tempo un gruppo con tutti i requisiti e le carte in regola per poterci iscrivere a un campionato nazionale. Abbiamo uno staff tecnico preparato ed esperto. Già l’anno scorso, ci eravamo ben comportati, giungendo terzi e perdendo la semifinale. Quest’anno però, lavorando duramente con il nostro tecnico, ci siamo resi conto dei nostri limiti, abbiamo lavorato su questi e siamo riusciti a centrare la finale, ovviamente non senza aver avuto nel corso della stagione alcune difficoltà.

Cosa prevedi per la finale di sabato contro i fortissimi Thunder’s Five? Pericoli maggiori?

I pericoli sono quelli di giocare contro una squadra che ha la miglior difesa del torneo, una difesa che le ha permesso di vincerle tutte. E questo ci rende un po’ diffidenti. Ma non siamo preoccupati, perché siamo già molto contenti di essere arrivati a questo traguardo, contenti del lavoro fatto. Posso solo dire che cercheremo di metterli in difficoltà fino alla fine e di non presentarci già arresi.

Prima di chiudere, Ghulam, un tuo augurio …

Se mi permetti, vorrei dire di una cosa gravissima accaduta a Brescia domenica scorsa. Per le denunce arrivate a causa dei fuoricampo – dicono pericolosi per le abitazioni prossime al diamante, il campo dove gioca il Cus Brescia, squadra di A2, nonché nostro terreno di gioco, è stato chiuso e interdetto da allenamenti e partite ufficiali. Questo ha creato un grande disagio per tutto il movimento del baseball a Brescia. Il Cus ha dovuto spostare la partita di domenica prossima in un’altra città, e anche l’under 18, a Bergamo … Noi non riusciamo ad allenarci e in vista dell’importante finale di sabato abbiamo dovuto cancellare due allenamenti. Sono molto deluso e arrabbiato. Vorrei rivolgermi alle istituzioni locali affinché non venga vilipeso questo nostro meraviglioso sport e al più presto si risolva questa incresciosa situazione. Grazie.

Tutto lo staff de Il Bar del Baseball si unisce all’appello del grande Ghulam e si augura che gli amici e appassionati bresciani di baseball possano tornare SUBITO sul loro diamante.

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Davide, come ti sei avvicinato al baseball per non vedenti?

Ho iniziato nel 2010, per caso, durante una vacanza con un gruppo sportivo per non vedenti. Un allenatore, Fabio Giurleo, organizzò una partita dimostrativa in riva al mare, sulla spiaggia, in Sardegna. Io partecipai e da lì ha avuto inizio la mia avventura nel baseball per non vedenti. Io già seguivo il baseball, leggendo i giornali e tutto il resto, da appassionato comune. Così ho iniziato anche a praticarlo nei Lampi Milano, e ho esordito il 20 Marzo 2011 contro i Bologna White Sox. Ho vinto lo scudetto coi Lampi nel 2013 e poi per un anno sono passato ai Patrini Malnate e alla fine sono tornato a Milano nel 2015, sponda Thunder’s, perché la franchigia aveva perso alcuni giocatori che poi hanno fondato la Leonessa Brescia (vedi intervista sopra a Ghulam). Poi, per motivi tecnici e personali, ho deciso di andare in Friuli ad aiutare la squadra dello Staranzano BXC. L’anno scorso mi sono infortunato e mi costava troppa fatica l’andirivieni. Così quest’anno sono tornato ai Thunder’s Five, recuperando dall’infortunio e giocando con mia sorpresa a ottimi livelli.

Cosa pensi della finale di campionato di sabato contro la Leonessa?

È una finale tutta inedita. Primo perché Milano non andava in finale da sei anni e secondo perché le “rondinelle” sono matricole assolute dell’atto conclusivo, raggiunto dopo sole cinque stagioni di attività. Credo sarà una partita tirata fino alla fine. Se dovessi vincere lo scudetto sarei felicissimo, non lo nego, sarei infatti il quarto giocatore in assoluto a vincere lo scudetto con entrambe le squadre di Milano. E poi vorrei soprattutto battere colui che mi ha portato nel mondo del baseball non vedenti: quel Fabio Giurleo, manager della Leonessa, già menzionato sopra; per me dunque sarebbe una doppia soddisfazione.

Cosa auguri a questa disciplina nell’immediato futuro?

Mi auguro che il “nostro” baseball, oltre a Francia e Germania, dove si sta già giocando, abbia modo di trovare spazio anche altrove, nelle altre sue “patrie”: a Cuba per esempio, dove abbiamo ripreso i contatti nel 2017, e a maggior ragione negli Stati Uniti, dove il baseball è “religione”.

Il Bar del Baseball ringrazia e augura a questi due campioni di onorare una grande finale di campionato. W il Baseball e tutte le sue declinazioni!