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Burato: “Lavoriamo da mesi per arrivare a risultati del genere”

10 Lug , 2018  

di Emanuele Tinari

Si evince subito, parlando con il manager bi- campione d’Europa in carica Stefano Burato, la passione, la professionalità con cui lui e il suo staff hanno guidato questi ragazzi al secondo titolo consecutivo. Una vittoria frutto di un lavoro minuzioso che parte da molto lontano.

“Abbiamo cominciato a luglio del 2017 con la Nazionale Sperimentale protagonista nel Mundialito di Macerata che vedeva nel roster la maggior parte dei ragazzi poi campioni a Budapest. Nel mese di ottobre e novembre ci sono stati due stage a Collecchio per il Centro-Nord ed a Tirrenia per il Centro-Sud, in cui io e miei coach abbiamo stilato una scheda con le qualità di ogni ragazzo e sulle problematiche su cui lavorare con i propri tecnici durante la stagione. Ci siamo incontrati quest’anno nei try-out organizzati con il progetto Team Italy e ne è uscito fuori il roster definitivo”.

Un roster per caratteristiche completamente diverso rispetto a quello del passato campionato europeo.

“Eravamo sin da subito consapevoli di avere dei ragazzi con qualità quasi opposte agli ultimi allenati. L’anno passato avevamo solo un ragazzo che tirava oltre le 60 miglia, quest’anno 4, in battuta eravamo nettamente più forti e potenti, mentre avevamo qualche carenza difensiva in più. Consci di questo abbiamo impostato la squadra su pitcher capaci di trovare lo strike-out con facilità, ma soprattutto scegliendo qualche battitore più bravo puntando a farne di più degli avversari. Poi il monte e la difesa sono stati ugualmente i migliori del torneo, quindi la strategia scelta ci ha premiato”.

Un inizio soft grazie al calendario poi un escalation di emozioni fino ad arrivare alla soffertissima semifinale contro la Russia ed al tripudio contro la Repubblica Ceca in finale.

“Si vedeva nettamente di come c’erano due livelli, divisibili nelle classiche Poule A e Poule B. Mentre le prime tre gare sono state facili, le vittorie per manifesta contro Olanda e Germania non devono ingannare perchè ci hanno tenuto testa fino all’ultimo, allungando solo nel finale con dei big inning ottenuti grazie alla forza del nostro attacco. La semifinale invece ci ha un po’ sorpreso, noi con la nostra opera di scouting non abbiamo tralasciato niente, ma vedendo la Russia nel girone non ci aveva impressionato. Invece in semifinale hanno schierato un pitcher che sui 75 lanci totali ne ha tirati ben 53 tra curve e cambi. Aveva anche lo slider e questo ci ha messo in difficoltà perchè noi ci trovavamo più a nostro agio sulle palle dritte, inoltre l’area di casa base dell’arbitro capo era piccola come un francobollo, e questo non ha aiutato i nostri lanciatori abituati a lavorare sui fili. Una volta scesa il loro partente sul rilievo siamo stati più concreti, la loro difesa non era al livello della nostra, mentre in attacco erano ragazzi di tutto rispetto. La finale con la Repubblica Ceca mi lasciava più tranquillo. Li abbiamo seguiti tutto il torneo, sapevo che loro sarebbero stati i favoriti per arrivare in finale e conoscevamo i loro giocatori. Il migliore lo avevano schierato con l’Olanda e non era disponibile per la finale, visto il partente ero sicuro della forza dei miei, inoltre avevamo incrociato i loro dati con i nostri nelle due sfide con l’Olanda ed ero sicuro di portare a casa il titolo come poi è stato.”

foto Facebook

Una squadra davvero completa. L’Italia è stato miglior attacco, monte e difesa del torneo, un successo indiscutibile da dividere tra giocatori e staff.

“Ciò che più mi ha impressionato è stata la nostra potenza in battuta. Avevo ragazzi bravi, talmente educati che alcune volte andavano stimolati per tirare fuori quella malizia e grinta in più. Avevamo una strategia ben delineata dall’inizio del torneo ed è stata rispettata all’80% per quanto riguarda la rotazione dei lanciatori visto che le prime partite finivano dopo tre inning e non riuscivamo a far lanciare tutti. Era deciso che il partente dell’eventuale finale fosse Magnani con Taschin dietro che aveva chiuso alla grande la semifinale senza superare il numero di lanci consentito. Poi ci tengo assolutamente a spezzare una lancia a favore del mio staff.  Con i coach Stefano Rosa Colombo, Ivano Licciardi, Simona Conti e Marco Bortolotti si era creato un clima stupendo, sembrava di essere una famiglia, abbiamo lavorato bene insieme con grande unità d’intenti. E’ stato svolto un grande lavoro di scout che a tanti può essere sembrato esagerato per dei ragazzini, ma noi abbiamo pensato che servisse professionalità già da questa età. Oltre il tanto lavoro sul campo ci sono state ore ed ore di elaborazione dei dati a casa ed in albergo e questo alla fine ha pagato”.

In chiusura uno sguardo verso al futuro. Nel 2019 ci saranno Europei e Mondiali.

“Abbiamo già pianificato l’attivittà con i 2007 che saranno protagonisti di un doppio impegno nella prossima stagione. Saranno due competizioni diverse perchè ai mondiali si giocherà il vero baseball, con pickoff, vantaggio sulle basi, quindi con regole diverse rispetto alla rassegna continentale che potrebbe cambiare formula con l’istituzione di Poule A e B, quindi con un maggiore livellamento. Abbiamo idee sul percorso da intraprendere, ma posso dire che il progetto è ancora in fase embrionale, abbiamo ancora tempo per parlare e dovremo confrontarci tra noi e con lo staff federale”.

Una chiacchierata molto interessante. Ai meno informati questo successo può sembrare figlio solo delle doti che Madre Natura ha donato ai nostri ragazzi, invece ho capito che l’Italia Under 12 oltre ha tantissimo talento ha un manager e uno staff di grandissimo livello che si rapporta con dei bambini come con dei professionisti. Una politica che sta dando frutti con la speranza che si continui a lavorare così sia a livello nazionale che di club, dove abbiamo dei coach di assoluto valore, per portare questi ragazzi ad essere l’ossatura del baseball italiano nei prossimi anni.