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Cagliari : i “monelli di Sestu”

10 Ott , 2019  

di Serenella Mele

Si parla di “sarditudine ”, si declina in “orgoglio”.

L’ottimo Mario Marcis di Vistanet.it scriveva nel 2018: “Se Napoli ha Maradona e Roma ha Totti, Cagliari ha Gigi Riva. Paragonabile a un semidivo, “Rombo di Tuono” – per farla breve – ha trasformato in realtà il sogno di ogni bimbo medio del mondo…”

Sportivamente parlando, Cagliari ha anche altre perle, nel baseball. Uno stuolo di “monelli” messi su un campo dietro la Scuola Media di Sestu, nel 2012, da un tecnico geniale come Walter Angioi, che insieme a Noel Guerra e più recentemente dal 2015 anche con Kleyvert Rodriguez Cueto, sono stati trasformati in una vera squadra di baseball che recentemente ha dato prova della sua spettacolare metamorfosi durante i playout di A2.

Sono ancora un po’ frastornato –ci confida Walter Angioi, manager del Cagliari baseball – siamo molto felici per la salvezza..”

Walter, queste sfide diventano delle vere battaglie sul campo..

Abbiamo affrontato quattro partite con l’Oltretorrente Parma, una squadra direi superiore a noi per certi aspetti. Numericamente, logisticamente, anche come organico di giocatori stranieri. Noi del Cagliari siamo la squadra più giovane della serie A2, abbiamo nel roster 12 under 18 su 24…praticamente siamo degli incoscienti! È una strada che un po’ giocoforza devi percorrere, per questioni di budget soprattutto, ma anche perché ci piace dare un seguito importante al lavoro dei settori giovanili e dimostrare che un giorno tu puoi arrivare a giocare addirittura in serie A. Praticamente è davvero un gruppo che io ho tirato su dal 2012, a Sestu dove abito io (12 km da Cagliari, ndr). Ricordo che mio figlio Gabriele era alle scuole elementari, mia moglie Teresa mi ha chiesto dei volantini da distribuire a scuola per cercare bambini da far giocare a baseball. Si sono presentati una ventina di ragazzi, nel campo di calcio della scuola, così abbiamo iniziato. Di quel gruppo, oggi nove giocano in A2, qualcuno è in nazionale da quando aveva 12 anni (Gabriele, figlio di Walter e Teresa, un talento notevole, ndr)”.

Parliamo ancora della sfida con l’Oltretorrente

La prima partita che abbiamo giocato in casa, con molte assenze, abbiamo perso 14-0. Mancavano i cardini della squadra, con Noel Guerra abbiamo dovuto letteralmente inventare una squadra. Gara due il giorno dopo porta soprattutto la firma di Kleyvert Rodriguz Cueto, sceso in campo determinato a lasciare a zero gli avversari. Abbiamo vinto 3-1 con una partita incredibile di Kley fino al settimo inning, tenendo conto del fatto che ha dovuto patire un infortunio che ne ha pregiudicato l’utilizzo sul monte di lancio tutta la stagione. Quindi siamo partiti in trasferta, ben sapendo che dovevamo vincere due partite per salvarci. Una doppietta fuori casa che non ci era mai riuscita in stagione, era l’unica possibilità per restare in A2. La spensieratezza dei ragazzi ha vinto, la loro energia, un po’ anche la loro incoscienza. Eravamo più preoccupati io e Noel Guerra che non i ragazzi, credo. Abbiamo fatto due partite incredibili, abbiamo fatto meglio rispetto agli avversari – ricorda con orgoglio il manager Angioi – nel momento in cui l’azione lo richiedeva. Gara tre l’abbiamo vinta 4-3, schierando sul monte Mattia Sireus, William Laird e sul finale Gabriele Angioi. Il giorno dopo Kleyvert Rodriguez Cueto ha letteralmente imposto il suo gioco ed il suo talento: ha giocato nove inning, abbiamo vinto 5-3… (a questo punto ho colto –credetemi- la commozione di Walter Angioi, e tutto il suo orgoglio nei confronti dei suoi ragazzi!)… non abbiamo potuto utilizzare Kley come avremmo voluto in stagione, a causa del suo infortunio, ha 41 anni: lancia, batte, difende, meglio di molti ragazzini con la metà degli anni che ha lui”.

Come si è evoluta la tua squadra dalla regular season ai playout?

Il 27 luglio abbiamo finito la regular season a Torino, senza poter disputare gara due causa pioggia. Insieme a Noel Guerra abbiamo deciso di continuare a lavorare con la squadra, non ci siamo fermati fino al 14 agosto andando a cercare tutte quelle routine che ci sono mancate durante il campionato: la difesa, Noel con tutti i lanciatori, aveva un monte giovanissimo quindi ha cercato di lavorare sia sulla psicologia che sull’aggressività al momento giusto, che sulla tecnica. Abbiamo intensificato gli allenamenti in battuta, inserendo nuovi esercizi, tutto al fine di arrivare un po’ più carichi. Cosa è migliorato? La media battuta con l’uomo in base ha fatto la differenza, muovendo meglio il corridore, siamo riusciti a portare più punti a casa. I lanciatori sono stati molto più efficaci, meno basi su ball, l’attacco più prolifico”.

Ma…Gabriele, tuo figlio, da ottimo interbase, adesso anche un buon lanciatore?

Lo abbiamo utilizzato come closer, avevamo necessità sul monte, ha fatto la chiusura di gara quattro: lancia molto forte, ha un braccio sopra la media per essere un ragazzo di 18 anni (89 miglia la sua dritta, ndr), non avendo fatto un percorso da lanciatore lo abbiamo utilizzato solo in situazioni nelle quali eravamo quasi sicuri del risultato (mai nel corso della stagione)”.

Un campionato, il vostro, segnato dai sacrifici, un vero percorso ad ostacoli. Cosa vi è mancato per dover poi disputare i playout?

Non aver potuto utilizzare Kleyvert in gara due per l’infortunio ci ha penalizzati moltissimo. Secondo fattore determinante è stato il difficoltoso adattamento del lanciatore straniero scelto ad inizio stagione, non all’altezza delle aspettative. Ci siamo trovati nella necessità di responsabilizzare i giovanissimi italiani, a quel punto dovevano combattere contro gli stranieri: abbiamo fatto quasi una magia? Direi che il campo ci ha dato ragione”.

Uso una metafora: immagino casa tua con i muri dipinti di azzurro. Filippo e Gabriele (figli di Walter Angioi e sua moglie Teresa Cuccu, ndr), chi è più competitivo?

Più competitivo Gabriele, come carattere. Ma Filippo è molto tenace, ha solo 11 anni, ha fatto di recente la sua prima esperienza con la Nazionale sperimentale dove so ha lasciato una buona impressione. Sono contento. Riguardo Gabriele, solo un aneddoto: lo ha visto giocare un tecnico azzurro di recente, e nel momento esatto in cui io dicevo “guarda, è in battuta” Gabriele ha realizzato un bel triplo, cento metri di battuta…”

Il Cagliari baseball merita di avere un campo in città, finalmente, dopo tanto pellegrinare avanti e indietro con Iglesias (50 km da Cagliari) per poter utilizzare lo stadio del baseball in occasione delle gare casalinghe…

Tutto fermo, tra vari cambi della politica, proveremo ancora a presentare le nostre richieste per avere uno spazio dove fare il campo di gioco. Il campo per la serie A del baseball, a Cagliari, finalmente! Non ci sono grosse novità purtroppo, lo dico con grande amarezza. Nonostante gli enormi sforzi che fa il nostro presidente Aldo Pisano (presidente del Cagliari baseball dal lontano 1993, ndr), tutto lo staff, siamo ancora senza un campo dove poter disputare le partite di casa !”

Da 35 anni il Cagliari baseball organizza anche un torneo di slow pitch, con discreto successo, in chiusura di stagione agonistica. Da fine settembre con finali ad inizio dicembre, e si…fidatevi, quando nel golfo abbracciato da Cagliari le temperature sono spesso intorno a 25 gradi: miracoli sportivi, talenti locali, vittorie create da un mix invincibile di orgoglio e genialità, insieme a tanto lavoro.

Politica, tessuto economico, privati possessori di terreni, grandi eventi, ci sono tutti i presupposti perché il baseball di Cagliari (lo ricordo, città metropolitana) riceva le attenzioni che merita: quindi finalmente il campo, il supporto economico necessario affinchè intorno ai “monelli di Sestu” messi in campo da Walter Angioi possano giocare altri talenti, crescere in un ambiente sano che il baseball come poche altre discipline sa dare.