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CaliGirls Roma: il nostro orgoglio è far crescere le nostre ragazze

14 Set , 2018  

di Cristina Pivirotto

Una squadra di giocatrici poco più che bambine: un diamante formato da giocatrici tra i 14 e i 16 anni d’età. Eppure, con la giusta guida, sono arrivate a un soffio dai play off. Una storia che fa bene al nostro softball, che sta vivendo un momento particolarmente felice e la ragione sta proprio in questo modo di affrontare le vicende dello sport. Ne parliamo con Consuelo Terrevoli, presidente della società Caligirls di Roma.

Una squadra giovanissime in diamante e le più grandi a sorvegliare i confini esterni. Parliamo di queste ragazze?

Si è una squadra che ha una media di 16 anni d’età. Marta Salvini è la più “vecchia” ed è nata nel ‘94. Il nostro percorso ha avuto inizio 3 anni fa. Abbiamo cominciato subito con la A2, per mancanza di altre categorie nella nostra zona. Certo il primo anno è stato disastroso, ma appena hanno cominciato a vincere qualche partita tutto è andato per il meglio e quest’anno sono arrivate a giocarsi l’accesso ai play off.

Gran bel lavoro quello della vostra società.

Si, noi le formiamo fino a che possiamo, poi, chi vuole può andare in altre società. Prima c’era la Pro Roma, ma adesso che non c’è più, le ragazze devono fare altre scelte. Siamo una sorta di incubatrice, che prepara per altri destini. Il nostro orgoglio è farle crescere. Se, nel frattempo, dovessero arrivare belle soddisfazioni, ne siamo felici per le ragazze, prima di tutto, poi per i genitori che supportano tanto sia le figlie che la società. Le risorse economiche sono scarse e quello che facciamo è di grande soddisfazione. L’intento è di tenerle con noi, ma siamo aperti a qualsiasi soluzione, per il bene delle ragazze.

Parliamo della qualificazione mancata per un soffio: va male con La Loggia e con i vostri tanti infortuni e, anche, con Stella Turazzi e Viviana Griffa in grande spolvero.

La Loggia è una bella squadra. Giorgia Telò ha giocato in pedana con problemi di salute. Sara de Luca ha giocato la partita appena dopo aver tolto il gesso ad un dito e non ce la faceva a battere. Poi le ragazze erano emozionate, davanti ad un bel pubblico, con la trasmissione della partita in diretta. Insomma qualche momento di panico c’è stato ed è stato giustificato.

Con il Crocetta, poi, è andata bene. Grande tenuta di carattere, tutte in campo per lottare e conquistare quella vittoria.

Dopo la prima partita abbiamo spiegato che stare lì era già una bella vittoria per noi e che quella era una grande esperienza. Infatti poi le ragazze sono entrate in campo molto più calme. E’ una questione di esperienze nuove, mai fatte prima. Non dispiace il fatto di aver perso, quanto di non aver fatto una partita non all’altezza del loro standard.

Come hanno reagito a questa esperienza del dare tutto, anche in situazione di disagio per gli infortuni?

Erano serene, perché comunque avevamo chiarito che noi tecnici eravamo già contenti di quello che avevamo raggiunto. Qualche lacrimuccia c’è stata, però sono consapevoli di aver fatto tanto, di essere molto giovani e di avere ancora tanti campionati da giocare.

Pensate che un’esperienza come questa, con la delusione della sconfitta, si, ma con un comportamento da “grandi”, da adulte, servirà a migliorare il loro rendimento l’anno prossimo?

Assolutamente sì. Hanno preso coscienza di quello che valgono. Questa è la stessa squadra che, l’anno scorso, è arrivata in finale al campionato Under16, con l’incontro di semifinale con il Caronno. Perdevamo 1 a 0 e siamo andate a vincere per 2 a 1 e hanno dato il massimo emozionando anche il pubblico. Una finale di campionato giocato con solo 9 giocatrici. Adesso hanno qualche rinforzo dalle ragazze di A2 e cominciano ad avere dei risultati, delle vittorie che fanno capire che le possibilità ce le hanno.

Adesso c’è l’Under21 a giocarsi un traguardo importante.

Spero che si faccia a Roma, ma ancora non c’è la definitiva certezza. Le ragazze sono in campo, anche se sono a riposo. Aiutano con i nuovi arrivi. Sono serene e noi le lasciamo esprimere. Non riescono a stare lontane dalla terra rossa.