Riflessioni

Chi NON arbitra?

16 Mag , 2018  

di Cristina Pivirotto

Pensavate che la storia degli arbitri fosse finita con il mio primo articolo? Ma anche no! Sono ostinata e fastidiosa, quando mi impegno.

Mi sono studiata un po’ le dinamiche che riguardano il ruolo degli arbitri. Così ho appreso cose nuove, reperite sul sito federale (http://www.fibs.it/it/news/comitato-nazionale-arbitri/43237-le-liste-arbitrali-2018.html). In questo articolo si spiega come sono state formate le liste arbitrali. Seguono i link, ai quali si può accedere per leggere le tabelle con i nomi e cognomi dei direttori di gara, suddivisi per disciplina e categoria. 

Scopro anche che, quest’anno, sono stati istituiti i “gruppi arbitrali”, in stile MLB, le cui liste sono disponibili, sempre alla stessa sezione del sito federale, con indicazione di chi è il capo e chi i semplici componenti.

Sembrerebbe una grande figata, una grande innovazione, di quelle destinate a cambiare tutto. Però poi, facendo i classici “due conti”, mi imbatto in difficoltà che potrebbero rivelarsi al momento dell’applicazione del metodo.

Ora io potrei certo sbagliare, quindi chiedo la vostra assistenza: 5 gruppi da 4 arbitri, con 8 squadre in A1 fanno 4 doppi incontri la settimana con 3 arbitri per 2 partite.

Il campionato di serie A1, quest’anno, conta 14 giornate quindi potenzialmente con 14 gare da arbitro capo in un anno: un’inezia, praticamente, al confronto con gli arbitri professionisti, abituati ad almeno un centinaio di gare dietro il piatto. I professionisti ne fanno più di 14 solo di allenamento. Ma continuiamo.

Due partite per settimana, 3 arbitri in campo. Ok, significa che, inevitabilmente, due di loro, in ogni gruppo di quattro, non potrà fare la partita in qualità di arbitro capo. In questo modo 2 arbitri del gruppo dei 4, ogni settimana non vedono nemmeno una pallina in A1, nel senso che 2 arbitri su 4 per ogni settimana non fanno una partita dietro al piatto. Quindi il 50% che, tradotto in potenziali gare arbitrate dietro al piatto si traduce in 7/14. Quindi con questo metodo, se va tutto liscio, l’arbitro italiano medio arbitra 7 gare da “capo” a stagione, naturalmente riferendosi alla sola serie A1.

Ci siamo? Ok.

Partendo da questo dato, la situazione globale si fa allarmante. Il livello tecnico degli arbitri precipita, senza la garanzia della continuità. E’ evidente che si è deciso di optare per un decadimento, in controtendenza al livello del gioco costantemente crescente, con partite sempre più “strette” e lanciatori sempre più dominanti, con un sistema del campionato, dove le partite sono praticamente tutte “finali”.

Se si fanno i gruppi arbitrali da quattro arbitri, avremo l’impiego di 16 arbitri per 4 gare ogni settimana: ma i gruppi di 4 arbitri sono 5! Questo significa che oltre a quanto scritto in precedenza, un gruppo ogni settimana non verrebbe proprio impegnato!

Al dato precedente, va dunque aggiunta questa ulteriore aggravante. Non ho fatto i conti, ma non credo si arrivi facilmente a 5 gare dietro al piatto in una intera stagione regolare.

Con questo metodo di quale livello tecnico vogliamo parlare? Come si fa, con questo sistema, a migliorare?

A me questo tipo di organizzazione pare una finta ristrutturazione, fatta per dare una parvenza di nuovo, di miglioria, ma la sostanza non c’è e, inevitabilmente, sono i numeri a dimostrarlo.

(Foto dell’articolo: Lauro Bassani)

(Foto di copertina: MLB)