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CRISTIANO GATTI: IL FOTOGRAFO DI TUTTI, IL FOTOGRAFO DELLO SPORT

30 Apr , 2021  

di Serenella Mele

Torinese, parla tanto ed in quattro lingue, un po’ per piacere personale e un po’ perché per il suo lavoro (informatico, ndr) diventa una necessità. Cristiano Gatti è un altro dei grandi fotografi che onora con le sue immagini il Bar del Baseball e ci fa sognare con i suoi scatti.

Molto bravo, modesto, vincente, non si definisce professionista della fotografia:

Non lo sono – mi racconta al telefono – nel senso che fare le foto non mi dà da mangiare. Fotografando solo baseball, non ci sono soldi per i dirigenti, figuriamoci per i fotografi. Ma anche se si tratta di un hobby cerco di fare foto di qualità”.

Come fotografo, quando inizi?

Circa 15 anni fa. Un amico mi regalò un corso base a Natale, giusto per divertimento, perché mi piaceva fotografare. Quindi ho cercato per un po’ di tempo un genere che mi appassionasse, fino a capire che mi dava più gratificazione l’ambito sportivo. Ho fotografato un po’ di basket, pallanuoto, essendo un appassionato di baseball ho deciso che la cosa più semplice e forse logica fosse dedicarmi solo a baseball e softball. Fino a tre anni fa ho fotografato solo il softball, poi purtroppo a causa di vicissitudini negative di squadre locali, adesso mi dedico a fotografare il baseball”.

Hai anche un passato da giocatore…

Si, ho giocato dagli otto ai diciassette anni con lo Juventus baseball di Torino, anche una partita in serie A. Ho smesso fino ai 30, per riprendere fino ai 35 anni con i Jacks. Ma dopo una sosta così lunga ho trovato un livello molto alto così ho preferito chiudere con l’agonismo”.

La foto che ricordi con maggiore soddisfazione, magari non perfetta tecnicamente?

È la prima foto che mi ha pubblicato la federazione. Ci sono particolarmente affezionato, anche se tecnicamente non è perfetta, guardandola adesso. Il momento migliore che ricordo però, è senza dubbio il concorso fotografico della ESF (European Softball Federation, ndr) tre anni fa, dove ho piazzato tre mie foto nei primi tre posti”.

L’evento più importante al quale hai partecipato come fotografo?

L’Europeo di Bollate, sicuramente. Essere in campo durante la finale per me è stata una gran soddisfazione. Quest’anno, covid permettendo, gli europei di baseball si giocheranno a Torino a settembre. Ecco questo sarà un altro momento fotografico importante anche per me”.

Lo sport non si deve fermare, sei d’accordo in relazione all’attualità?

Dipende. La salute viene prima di tutto quanto, anche nell’ambito sportivo. Il problema è trovare quel punto di equilibrio, dove non metti un diritto davanti ad un altro. Sono felice di non essere nei panni di chi decide, perché come fai rischi di sbagliare. Un secolo fa non ci si spostava come adesso, anche per lo sport. Ripeto, va trovato razionalmente un punto di equilibrio, senza mai mettere a rischio la salute delle persone”.

Che tipo di scatto preferisci fermare nelle tue immagini?

Quello che non è solo il gioco in campo. Con una buona macchina e buone capacità tecniche lo sanno fare tutti. Preferisco lo scatto che è l’atmosfera di una partita, fermare quell’attimo particolare che può riconoscere solo chi ha giocato”.

La foto che vorresti fare, su quale campo sarebbe?

Mi piacerebbe fotografare una partita di baseball in America. È più di un sogno”.

Di chi è la “colpa” se sei finito sul Bar del Baseball?

Io ho foto in anche su altre testate che trattano l’argomento, sul web come sui quotidiani. Quando il Bar del Baseball ha iniziato ad avere una certa potenza di fuoco a livello di diffusione, Gianluca Marcoccio ha fatto il giro delle sette chiese per vedere chi postava, chi scriveva, chi fotografava. Mi ha chiesto se volevo pubblicare foto sul Bar, ed io ho precisato che volevo essere il fotografo di tutti, il fotografo dello sport. Quindi se mi chiedono una foto, che sia il Bar piuttosto che un quotidiano o un blog, la offro volentieri. Ci siamo incontrati via social, ecco, per la comune passione sportiva. Io fotografo per passione -prosegue Cristiano- è anche vero che devi avere una certa dimestichezza, l’occhio da fotografo, ti dirò ci sono certe foto che sono più facili di quello che sembrano”.

Da conoscitore dello sport, quante chance hanno le nostre azzurre di andare a medaglia a Tokyo?

Purtroppo temo poche. La qualificazione è stata qualcosa di bellissimo, ma si troveranno davanti gente come lo stesso Giappone, gli Usa subito all’esordio, marziani non atlete normali. Delle vere fuoriclasse. Stimo tantissimo le azzurre, le ho seguite quando ho potuto come fotografo, ma una medaglia quando hai davanti certe squadre mi sembra tanto da aspettarsi. Poi può succedere di tutto in campo, chissà. A bocce ferme ti direi che possiamo aspettarci sicuramente belle partite ed un’Italia che darà filo da torcere a chiunque. Non è finita finché non è finita, la partita, quindi aspettiamoci anche belle sorprese. Certo se arriva la medaglia sarò il primo a festeggiare”.


(Fonte immagini: archivio di Cristiano Gatti)

(Foto di copertina: primo piano di Cristiano Gatti mentre scatta una foto con la sua bella macchina fotografica)

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