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Daniele Di Monte, un altro italiano nel mondo delle Minor: “Sogno di imitare Ohtani”

2 Gen , 2019  

di Emanuele Tinari

Quando si inizia a calcare i campi il sogno è quello lì,  andare a giocare tra i grandi di America. Il primo passo, con la firma ai Detroit Tigers, per il giovanissimo Daniele Di Monte, è stato fatto. Ora è il momento degli ultimi dettagli e tra poco più di un mese partirà la sua carriera negli States.

“I primi a contattarmi sono stati i Kansas City Royals, l’anno scorso sono stato 10 giorni ad allenarmi lì, poi ho continuato a lavorare a Tirrenia disputando il Torneo delle Accademie in primavera. Da quell’esperienza Bill Holmberg mi ha chiamato con la selezione europea e in quel momento sono arrivati i Tigers. Non sono stati gli unici, ho avuto vari contatti, ma loro sono quelli che si sono fatti sotto con più insistenza e dopo le visite mediche c’è stata la firma. Partirò per gli Stati Uniti a febbraio per lo spring training, starò via due settimane poi tornerò a Roma per la scuola, altri 15 giorni ad aprile ed al termine dell’anno scolastico andrò in Florida per l’Instructional League dove starò fino a novembre. In Italia quest’anno non potrò giocare purtroppo, ma l’emozione per la firma è qualcosa di unico, sarà un altro mondo e non vedo l’ora di vivermi l’avventura”.

Un 2018 magico per Di Monte. Oltre le varie esperienze che hanno portato la firma, un gran campionato, il primo tra i grandi, in B a Trieste dove nel box è stato autore anche di un cycle, l’Europeo Under 18 a Grosseto e lo scudetto vinto con il Ronchi nella categoria Under 18.

“Un anno splendido in cui ho raggiunto davvero molti obiettivi. Oltre il sogno Major, molto bello è stato conquistare il primo scudetto della mia carriera, a Ronchi al primo anno in una nuova società. Anche l’Europeo è stata un’esperienza da ricordare. Ero il più piccolo del roster con i miei 16 anni, ho avuto poco spazio ma avevamo un gran gruppo e nonostante il risultato non soddisfacente mi porterò dentro quei giorni”.

In conclusione  il giovanissimo ci tiene a ringraziare le persone importanti per la sua carriera con l’ambizione di raggiungere un mito della MLB.

“Il primo grazie va a mio fratello che mi ha portato sui campi di baseball, poi il primo allenatore Claudio Bison che svolge un grande lavoro andando a prendere i ragazzi nelle scuole ed anche suo figlio Thomas Bison. Poi per l’Accademia dove ho vissuto due anni splendidi, un pensiero va a tutto lo staff, davvero unico con un pensiero particolare a Bill Holmberg e Daniele Santolupo. Sempre lì a Tirrenia per due anni ho visto lavorare durante l’offseason Alberto Mineo, mi è piaciuto molto ed è un esempio da seguire. Per quanto riguarda i big vorrei emulare Shohei Ohtani. Anche io come lui mi cimento sia nel box che sul monte, ora con i Detroit sarò impegnato esclusivamente come pitcher (il suo altro ruolo è quello di esterno), ma se mi daranno l’occasione di provarci anche in battuta non mi tirerò indietro”.