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Emilia Romagna: due donne per una presidenza

29 Nov , 2018  

di Cristina Pivirotto

Due donne si contenderanno, tra una settimana, il posto di Presidente del Comitato Regionale FIBS dell’Emilia Romagna. La regione vanta un numero assai elevato di società e tesserati, quindi una gestione decisamente importante da affrontare.

Malgrado le buone intenzioni politico sociali le donne con compiti direttivi e di vertice sono sempre poche. Troppo poche, dico io. Troppo poche per non dover pensare a quanto sia lento il cambiamento della mentalità in larga scala, rispetto all’evoluzione dei tempi.

Ma localizzando la prossima prova elettorale in Emilia Romagna, si deve prendere atto che si parla di una regione da sempre all’avanguardia nella affermazione delle libertà sociali.

E’ così che Graziella Casali e Barbara Zuelli saranno le due “contendenti” al ruolo dirigenziale regionale.

Con molto piacere ho rivolto loro alcune domande tese, nelle mie intenzioni, a saggiarne la personalità, prima ancora che il fine programmatico politico.

Sono da sempre favorevole alla presenza femminile ad alti livelli dirigenziali, dapprima convinta della maggiore capacità gestionale delle donne, ad oggi, visto lo stato pre-agonico del nostro sport, assolutamente salda nel mio pensiero. Credo che la maggior parte delle persone che leggeranno questo articolo possano convenire con me sulla necessità di un cambiamento, di scelte innovative, di risposte nuove e diverse dalle solite, di nuove capacità di approccio e di una sensibilità che sia profonda e forte.

Ci dibattiamo in situazioni spesso (non sempre, per fortuna) che fanno risaltare le logiche essenziali della supremazia prettamente maschile, fatta di forza, competizione e rivalità esagerate. Sono i tratti caratteristici che hanno portato, troppo spesso, alla valutazione del potere come dominio e non come servizio relativo alla funzione

Le due signore hanno fatto sfoggio, senza alcuna forzatura, di determinazione, indipendenza di pensiero e di visione futuribile molto attiva, donne capaci di portare avanti molti compiti di vita quotidiana e abituate, come per tutte noi, alla multiprogrammazione delle attività.

Seppure limitato alle vicende della vostra regione una di voi acquisirà un ruolo che può definirsi “di potere”. Come vi ponete di fronte al potere?

Graziella Casali: Con molta umiltà e con la convinzione che il potere debba essere usato per rendere le situazioni più fruibili a tutti, senza dimenticare che, l’aiuto di validi e capaci collaboratori con cui condividere e a cui delegare è già un’ottima partenza per poter operare al meglio nella veste di leader

Barbara Zuelli: Rispetto al potere, come in qualsiasi ruolo di responsabilità, ho sempre presente quale è l’interesse generale senza condizionamenti di sorta. Per questo motivo sono favorevole ai mandati limitati che garantiscono lo spirito di servizio e limitano gli interessi di parte.

Quali sono le qualità che possono contraddistinguere la leadership di una donna?

Graziella Casali: Saper ascoltare, organizzare, gestire i conflitti e avere la tenacia per arrivare alla risoluzione dei problemi, senza calpestare la dignità delle persone.

Barbara Zuelli: le stesse di uomo, la leadership o c’è o non c’è

Si dice spesso che riguardo ai ruoli dirigenziali le donne siano meno preparate, motivate o determinate rispetto agli uomini. Cosa ne pensate?

Graziella Casali: Penso sia una sciocchezza: la determinazione di una donna motivata non ha eguali, e dicasi la stessa cosa sulla preparazione, difficilmente una donna arriva impreparata ad un evento.

Barbara Zuelli: Per me è difficile rispondere a questa domanda che ritengo superata dai tempi. Abbiamo dimostrato di essere dirigenti alla pari degli uomini e, finalmente, anche nelle società sportive molte donne sono presenti ed in ruoli importanti.

Le responsabilità connesse alla famiglia impediscono alle donne di fare carriera? E’ possibile conciliare questo ruolo con una famiglia?

Graziella Casali: Può succedere, ma si tratta sempre di una scelta personale, anche, perché, se si vuole fare carriera, basta avere una buona organizzazione.

Barbara Zuelli: La carriera e la famiglia si conciliano benissimo è solo questione di organizzazione.

Come guardate al futuro del baseball e del softball nella vostra regione?

Graziella Casali: L’Emilia Romagna è una regione che non ha nulla da imparare da altre realtà, qui da noi ci sono molte società che lavorano con risultati egregi sulle giovanili, e a livelli molto elevati, lo dimostra il fatto che il movimento in Emilia, è presente in tutti i campionati di qualsiasi grado, certo è, che si può sempre fare di meglio, perché l’essere appagati blocca la crescita, quindi per utilizzare l’aforisma adatto direi “ bisogna sempre puntare alla luna, mal che vada si arriva comunque in mezzo alle stelle…”

Barbara Zuelli: Il futuro del baseball e del softball in Emilia Romagna deve mirare a superare un aspetto meramente competitivo che la vede essere al vertice ma ha l’obbligo morale di dare una spinta propositiva. Possiamo vincere tutti i tornei delle Regioni, i campionati ed avere i migliori tecnici, ma dobbiamo mettere questo patrimonio a disposizione del resto del movimento, altrimenti stiamo facendo un torto al baseball e al softball nazionale. Dobbiamo continuare ad aumentare i numeri dei praticanti puntando anche sul divertimento. Avvicinando i giovani tramite le scuole, ma senza dimenticare gli adulti, magari tramite lo slowpitch ed altre attività. Le società devono fare un salto di qualità nell’accoglienza di tutto quello che ruota intorno ai campi da gioco e mi impegnerò per cercare di dargli strumenti per farlo.

Alla fine mi hanno dato la sensazione di essere di quelle donne che non hanno nessun timore di chiedere, perseguendo quello che hanno progettato.

Quelle donne che non cercano di essere uguali ai colleghi uomini, perché in realtà sono coscienti della loro diversità, profonda e naturale, che è un valore aggiunto a cui non vogliono rinunciare.

Quelle donne capaci di gestire le risorse a qualsiasi livello, così come lo sono all’interno del nucleo sociale primario, che è la famiglia.

Quelle donne per cui la responsabilità del ruolo non è da temere, ma una nuova esperienza, entusiasmante e da affrontare con la voglia di essere utili al prossimo.

Quelle donne che non conoscono né scuse, né lamenti: ci si rapporta con gli altri con piena responsabilità.

Non avranno lati vulnerabili? Credo di sì. Dietro la decisione delle loro risposte, sono sicura che abbiano lasciato in una protettiva seconda fila le loro “grandi forze” di donne: famiglia, amore, amicizie. Non possono non esserci dietro a due donne con un carattere ben robusto.

Chissà che questo sistema così rigido non venga intaccato, grazie a queste presenze femminili; che possano  essere loro  le apripista per la presidenza della Federazione.