Racconti

FROM SICILY WITH LOVE

12 Giu , 2018  

di Cristina Pivirotto

Sergio Azzolina: ricordatevi questo nome, perché è quello di un ragazzo che avrà un futuro nel mondo del baseball italiano.

Intanto si sta facendo un’ottima reputazione in America. Come tanti altri ragazzi è partito un anno fa, per l’avventura nel “Paese del baseball”. Sergio ha cominciato a frequentare la scuola, con le ovvie difficoltà della situazione. Vive a casa degli Hopkins che lo hanno accolto con affetto e lo seguono come un figlio.

Lui arriva dall’Italia con un sogno e, neppure troppo lentamente, si incammina per la strada per realizzare il suo desiderio.

Dalla Sicilia alla Avoca High School. Dagli Swordfish, italianissimi, ad una vera squadra americana.

Una carriera preannunciata quando, già nel 2014, fu nominato miglior esordiente della stagione, vincendo il campionato della Lega del Sole con la maglia del CUS UniMe di Messina. Due anni dopo arrivò la convocazione per l’Under 15 del Progetto Verde Azzurro. Sergio incarna un tassello da cui partire per un progetto da sogno, che veda una squadra siciliana in serie A

Intanto, in America, Sergio studia con profitto e gioca a baseball. Gioca bene, tanto bene che, pur nel rilevante numero di ragazzi del luogo, con la sua stessa passione, Sergio riesce ad emergere e a mettersi in luce: gioca 11 partite battendo almeno una valida in ogni incontro.

Ma c’è di più: il coach si complimenta con lui per l’ottima preparazione, per la conoscenza dei fondamentali. L’occhio esperto e competente del coach riconosce l’impronta di un bravo insegnante.

Sergio è un gran bravo ragazzo e, con i mezzi multimediali che ha a disposizione, mantiene i contatti non solo con la sua famiglia d’origine, ma anche con il suo allenatore italiano, Arcangelo Cibati. Dall’America a Messina, in diretta, Sergio riporta i complimenti del coach americano al collega italiano.

Parole pronunciate con la timidezza di un ragazzo giovanissimo e ascoltate a migliaia di chilometri di distanza dall’uomo che l’ha seguito, curato e fatto crescere, dispensando ordini e consigli con il suo vocione “rugoso”, tanto quanto il suo cuore è liscio e sensibile.

Arcangelo lo segue come fosse figlio suo e, con lo stesso orgoglio con cui lo farebbe un padre, me lo presenta e me ne parla. Mi dice di quanto sia bravo Sergio, di come sia determinato e di come assorba le informazioni che riceve e riesca a metterle in pratica con profitto.

Sergio è educato, gentile e la definizione di “bravo ragazzo” gli calza a pennello. Di certo, però, ha anche un carattere forte, che mostra quando gioca a baseball. É la perfetta rappresentazione di quello che Arcangelo intende quando parla di “ragazzo d’oro”, un ragazzo “come quelli di una volta”.

Nel baseball è fondamentale la tecnica, si, ma prima di ogni altra cosa c’è la sostanza della persona: l’anima, il sentimento, l’emozione. Lasciatemelo dire Sergio e Arcangelo ne sono ricchissimi. Si sono trovati e il risultato di questa connessione è eccellente.

Facciamo già il tifo per Sergio e sappiamo che Arcangelo sta, intanto, lavorando per portare in alto qualche altro ragazzo siciliano.

Perché vi ho raccontato questa storia? Perché è una delle tante che rivelano una realtà che c’è veramente, che esiste in Italia: bravi ragazzi e bravi allenatori. Saranno loro a renderci orgogliosi dello sport che amiamo. Un’immensa quantità di lavoro svolto in silenzio, per il quale dobbiamo solo ringraziare.

(Foto: Sergio Azzolina)