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Gabriele Angioi: la mia casa è il baseball

9 Giu , 2021  

di Serenella Mele

Si trova a suo agio nello spazio dell’interbase come a casa, oppure sul monte di lancio, insidioso in attacco. Dovunque riesce a mettere in mostra il suo valore sportivo al servizio della squadra, con estrema disinvoltura. Gabriele Angioi, classe 2000, di Cagliari, giocatore del Cagliari Baseball: a pieno titolo si può dire che la sua casa è il baseball. La sua famiglia respira baseball e softball da sempre, ha fatto dello sport il filo conduttore ed uno stile di vita nei suoi valori e significati più profondi.

Gabriele nasce dall’amore di Teresa e Walter: lei giocatrice di softball, in serie A1 con la Nuoro Softball nel 2007; lui giocatore e poi manager del Cagliari Baseball. Mamma Teresa, incinta da un paio di mesi, vuole giocare, quindi disputa i playoff con le Tigers di Cagliari all’Acquacetosa di Roma, vincendo alla grande: “Sapevo di essere in cinta -confessa Teresa Cuccu – non lo sapevano gli altri. Le partite più belle della mia vita! Al ritorno Gianguido Marzi, il mio manager, non mi ha fatto giocare, si vedeva già un po’ la pancia”. Gabriele era già in viaggio verso la vita, nascerà a Cagliari nel 2000: prende una piccola mazza ed un guantone che non è del tutto stabile sui suoi piedini, grazie agli insegnamenti dei genitori. Da allora la sua vita divisa tra scuola e sport, con quest’ultimo a fare da filo conduttore. Giovanissimo già in maglia azzurra al mondiale di Taipei del 2012, migliore degli azzurri applaudito anche dal pubblico avversario nell’indimenticabile sfida con i pari età giapponesi che vinceranno solo all’extra inning con quegli straordinari azzurrini. Finalmente nel 2021 col Cagliari guidato dal papà/manager Walter Angioi, arriva a giocare nel massimo campionato italiano. Il debutto contro il Senago dello scorso 30 Maggio è una sequenza di azioni da ricordare. In gara uno (vinta dal Cagliari 9-4) inizia come interbase per poi fare il closer sul monte. 3 arrivi in base, due punti, una base ball, poi sul monte realizzerà 7 strike out. In gara due (vinta dal Cagliari 8-2) giocherà solo interbase: 4 arrivi in base, 3 punti realizzati, 1 RBI grazie al fuoricampo che lo farà esultare e correre come se non ci fosse un domani. Media battuta .750, niente male.

Raccontami il debutto in A1: tensione, emozione o entrambi?

“Un po’ di emozione, ma nessuna tensione – mi racconta Gabriele Angioi – eravamo tutti pronti, a giocare e a giocarci il risultato migliore. All’inizio forse un pò di difficoltà ma è stata l’occasione per dimostrare carattere. Abbiamo fatto vedere come si gioca -afferma sicuro- ok, forse un po’ emozionato ma allo stesso tempo carico”.

Una prova di carattere, l’emergere di tutto il suo talento ancora una volta, al punto da realizzare anche un fuoricampo. Certe cose non capitano per caso, vanno cercate ma dietro ci sono tanto lavoro e un DNA che la dice lunga su questo giovanissimo atleta di Cagliari:

“Il fuori campo inaspettato, devo dire la verità. Eravamo al terzo inning, primo in battuta, primo lancio una dritta ed era strike. Al secondo lancio l’ho battuta bene bene, ecco lì ero talmente felice che un po’ mi sono emozionato. Cercavo il fuoricampo da tanto tempo e finalmente l’ho trovato, poi al debutto in A1. Ho girato le basi velocissimo perché ero troppo felice”.

Nel ruolo d’interbase sei una garanzia, ma anche sul monte ed in battuta la progressione è ottima: dove ti senti meglio?

“L’interbase è dove sento che posso esprimere davvero il mio 100%, mi sento bene e tranquillo ma non abbasso mai la guardia. Mentre da lanciatore mi sento ancora un pò inesperto, nel senso che non sempre riesco a controllare tutti i miei lanci e quindi molte volte ricorro alla dritta. Però ci stò lavorando tanto, cercando di imparare l’arte del lanciatore. Con i cubani si impara ogni giorno e ringrazio ovviamente anche mio padre (Walter Angioi, papà e manager, ndr) per come sono e per cosa ho imparato negli anni. E stò imparando giorno dopo giorno”.

Com’è il Cagliari Baseball 2021?

“Forte! Siamo forti e pronti a vincere, allo stesso tempo tanto rispetto per tutti gli avversari, ma siamo belli carichi per vincere ogni partita”.

Sei l’unico atleta al mondo che ha giocato i playoff ancora prima di nascere. Ti senti un predestinato?

Scoppia in una risata ma poi risponde a metà fra orgoglio e imbarazzo: “Un pochino mi sento così, dai… i miei genitori mi hanno trasmesso l’arte del baseball che è quasi uno di stile vita. Da piccolino la prima cosa che mi hanno insegnato è stato battere la pallina, appena ho iniziato a camminare impugnavo la mazza tra le mani battevo e correvo intorno al tavolo – risponde divertito Gabriele.

Finalmente sei arrivato a giocare in A1, come riesci a giocare avendo papà come manager?

“Con mio padre tutto bene, in campo non siamo padre e figlio: lui è il manager ed io un giocatore. Abbiamo un ottimo rapporto da questo punto di vista. Riconosco che ho tanto da imparare, devo migliorare sotto diversi aspetti. Ma amo questo sport, il lavoro anche se duro mi dà solo la carica per migliorare giorno dopo giorno, partita dopo partita”.

Tuo fratello Filippo (13 anni, già azzurro, ndr) promette molto bene. Lo faresti giocare con te?

“Vorrei giocare senza nessun dubbio con lui, poi lo farei volare il prima possibile a giocare magari all’estero”.

Potendo/volendo andare a giocare in un’altra squadra, dove voleresti per realizzare il sogno sportivo?

“Direi gli Usa, ma adesso voglio solo pensare al Cagliari. Massima concentrazione! Ci stiamo allenando tanto, ci saranno anche differenze di talento, ma col lavoro quotidiano sul campo possiamo davvero realizzare risultati importanti”.

Ha frequentato l’Accademia di Tirrenia dal 2015 al 2017, ad appena 12 anni è stato il migliore degli azzurri nel mondiale U12 a Taipei, indubbiamente un talento fuori dal comune che richiede la dedizione e la determinazione che Gabriele Angioi sta mettendo in campo praticamente prima ancora che vedesse la luce. Il dna va aiutato col lavoro, il futuro può riservare solo il premio riservato ai più grandi. Good luck!