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GIADA ZIDDA: conciliare sport e scuola, le regole nostre alleate

2 Feb , 2021  

di Serenella Mele


Giada Zidda
è di poche parole e molta sostanza, dentro e fuori dal campo di softball. Scrupolosa, responsabile, s’impegna con la stessa dedizione nella scuola e nello sport. Nata nella bellissima Alghero nel 2002, inizia a giocare a baseball a sei anni, a dodici passa al softball nella Catalana, guidata da Monica Correddu. Allora giocava lanciatrice, ma si spostava in qualsiasi parte del campo se necessario: “Il ruolo del lanciatore non mi ha mai appassionata -confessa Giada Zidda – non sicuramente come il mio ruolo attuale (interbase, ndr)”. Una famiglia che ama mantenersi in forma, un fratello (Nicola, ndr) giocatore di baseball a discreto livello, attualmente in serie B con la Catalana.

“Sono stata cresciuta sportivamente da Monica Correddu, Antonello Foddai, Gianluca Sotgiu, Vincenzo Sereni, che mi hanno trasmesso l’amore per questo sport. Nel 2017 Marina Centrone mi ha portata al Banco di Sardegna Nuoro Softball in A1, un’allenatrice che ammiro molto per la sua esperienza e tenacia -dichiara Giada sicura- poi c’è stato Wilmer Pino, che ha creduto tanto in me e nelle mie compagne. Ci ha aiutate soprattutto per quanto riguarda l’aspetto mentale. Io ero piuttosto insicura, mi ha aiutata a credere di più in me stessa. Yoandry Matos, quest’anno, mi sta aiutando molto a migliorare la parte tecnica, considerato che è interbase come me. Tatiana Lorenzo ci sta preparando anche lei per la stagione di A1: da subito ha dimostrato grande tenacia, capacità e voglia di fare del buono con tutte noi. Dimostra fiducia nei nostri confronti al 100%, penso che sia molto importante questo per spronarci a fare sempre meglio e credere di più in noi stesse”.

Debutta in A1 ad appena 15 anni, nel 2017, si fa notare subito per impegno e risultati personali in campo, nonostante la stagione al termine sia stata deludente per la compagine nuorese. Ma Giada Zidda è un’ottimista, vede sempre del buono in ogni situazione, anche quella apparentemente più negativa.

Com’è giocare ai tempi della pandemia?

“Una volta entrati in campo è come se la pandemia fosse solo un brutto sogno -afferma – rispettiamo sempre tutte le regole, sia chiaro. Il nostro non è uno sport di contatto e ci permette di giocare in tranquillità. Per quanto riguarda le trasferte, si cerca sempre di rispettare al massimo le norme,  avendo così la possibilità di fare tutto senza alcun problema”.

Studentessa esemplare al quinto anno del Liceo Classico Linguistico, si divide tra didattica a distanza e allenamenti: “Riesco a seguire le lezioni anche da Nuoro, mi organizzo e faccio tutto. È fattibile, bisogna volerlo e la soluzione si trova. Tengo moltissimo al risultato scolastico quanto alla buona riuscita dell’impegno sportivo. Sempre. La didattica a distanza non è sicuramente il modo migliore per “fare scuola” . Vista la situazione però, io penso che sia una grande opportunità per continuare la vecchia vita, e lo vedo  anche come uno dei tanti modi che hanno i ragazzi per contribuire a superare questo momento. Così come tutti stiamo facendo dei sacrifici. Per quanto mi riguarda, la dad mi sta dando la possibilità di conciliare meglio sport e scuola. Quindi  non credo sia così malvagia, dobbiamo guardare anche i lati positivi in ogni situazione”.

Gli allenamenti invernali, che impressione ti stanno dando sulla squadra?

Si è già formato un bel gruppo, molto affiatato. Abbiamo la fortuna di conoscerci già tutte, ma anche chi è arrivata da poco e chi arriverà a breve non ha avuto e non avrà alcun problema ad ambientarsi al meglio. Non vediamo l’ora di poter dare il nostro meglio sul diamante e ottenere tante soddisfazioni”.

Lo sport aiuta a gestire meglio una situazione come quella che stiamo vivendo?

Assolutamente si! Per me è stato molto difficile durante il primo lockdown non poter praticare sport, perché comunque fa parte della mia vita da sempre. Mi aiuta ad organizzarmi meglio, concentrarmi nello studio e staccare dal resto. È come se fosse una sorta di mondo in cui poter evadere, quindi in un certo senso è come se la pandemia ci stesse privando di questa libertà. Io gioco anche a basket, faccio il campionato di serie B. Le mie compagne hanno ripreso ad allenarsi da qualche giorno, mentre io ho deciso per questa stagione di prendere una pausa dal basket per affrontare meglio l’esame di maturità e dare la mia disponibilità al 100% al softball”.

Il futuro degli studi lo hai già pensato?

Mi piacerebbe studiare psicologia, per poi prendere una specializzazione in criminologia. Oppure tra le opzioni anche tentare il concorso per entrare nell’Esercito. Per la verità ancora non mi sto preoccupando più di tanto”.

Cosa vorresti dire ai tuoi coetanei, che ogni tanto si rendono protagonisti di comportamenti irresponsabili?

Sicuramente di pensare meno a se stessi, di più ai nonni e alla propria famiglia. Sono e saranno sempre il nostro porto sicuro, un solido punto di riferimento. Dobbiamo rispettare le norme, perché se tutti facciamo il nostro, possiamo tornare presto alla normalità”.

Il senso del dovere, la consapevolezza che dipende moltissimo dal comportamento di ognuno di noi, quella che sarà la vita futura. La determinazione che il softball le sta dando anche a livello educativo e formativo, fanno di Giada Zidda un’atleta ed una studentessa dalla quale si può e si deve prendere esempio. Se vuoi qualcosa te la devi conquistare, meritare, quindi la devi gestire perché ti può dare soddisfazioni enormi.

Giada Zidda vive lo sport e la scuola, la famiglia, le amicizie, convinta che niente come quello che ami possa farti stare bene: allora lotti per averlo e tenerlo, meritartelo. Così come si sta guadagnando e meritando, giorno dopo giorno,  quella convocazione nella Nazionale under 18 arrivata a premiare giustamente il suo talento.