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Giorgio Bonaguro: la comunicazione è fondamentale

11 Set , 2018  

di Cristina Pivirotto

Escludendo la fortuna, devo dire che le persone che ho conosciuto, facendo interviste mi hanno regalato una visione di umanità e capacità che mi ha arricchito e fatto ritrovare la speranza in un futuro del baseball e del softball.

Succede, qualche volta, che io tenga “in attesa” quelle interviste, per leggere e rileggere le parole che ho raccolto, perché c’è qualche cosa che sta giusto sotto la superficie, un messaggio che avverto, ma che non viene detto apertamente.

E’ il caso di questa intervista con il Presidente de La Loggia, Giorgio Bonaguro. Il suo parlare controllato e sicuro mi è piaciuto subito, ma ho avvertito una forza da tifoso che affiorava, ogni tanto, dalle sue parole. Con la signorile compostezza di un piemontese ha nascosto molto bene la tensione, la passione e forse anche la preoccupazione di chi ha responsabilità di ruolo e vive non solo l’aspetto sportivo dell’organizzazione, ma anche quello sociale.

Come sempre vi porto con me a conoscere i veri protagonisti del nostro sport, quelli che stanno dietro le quinte e senza i quali nulla sarebbe fatto.

Un torneo di grande rilevanza che si vive in maniera intensa e poi quando finisce è quasi triste

Si è vuoto, non c’è più niente. E’ come se l’adrenalina che ti sostiene in quei giorni ti viene a mancare e, quindi, ti senti proprio spossato, ma comunque felice, contento, entusiasta, perché è stato tutto molto molto bello.

Nel 2008 abbiamo organizzato il Campionato Europeo under 22 per nazioni. Nel 2013 siamo stati uno dei campi ospitanti del World Masters Games di Torino e quindi una piccola esperienza l’avevamo già.

Quante persone, indicativamente, hanno collaborato nell’ambito dell’organizzazione di questo evento?

A parte la dirigenza che era fissa, circa 30/35 persone erano sempre distribuite nell’arco della giornata. L’entusiasmo da parte dei volontari c’è stato e devo ringraziarli infinitamente

Siete stati supportati da aiuti di istituzioni locali?

Abbiamo avuto al nostro fianco, fin dall’inizio del progetto, il Comune di La Loggia e la Regione Piemonte che, con grande entusiasmo, hanno appoggiato l’iniziativa.

C’è stato questo grande afflusso di pubblico che è stata una bellissima conferma del buon momento del softball in Italia.

Noi abbiamo voluto creare l’evento, perché siamo fondamentalmente convinti che dare la massima visibilità mediatica attiri il pubblico.

La comunicazione è fondamentale e con noi sono stati d’accordo la Regione Piemonte e il Comune di La Loggia. Hanno sollecitato molto l’aspetto della comunicazione: manifesti, volantini, striscioni, passaggi sul web, con tutti i mezzi. Poi è stata anche una grande idea la nostra, quella di un nostro dirigente, che è riuscito ad avere qui una web radio che trasmetteva in diretta le partite, quando giocava la nostra squadra. In questo modo c’è stato un grande contatto con tutta l’Europa, immediato senza voler esagerare, anche mondiale, perché avevamo la Nuova Zelanda che era sempre collegata, il Messico nello stesso modo. Quindi la comunicazione è stata fondamentale, la “creazione dell’evento”, questa è una cosa in cui credo molto. Cioè non basta mettere 4 manifesti in paese per dire “sabato sera c’è la partita di campionato”. Bisogna proprio partire prima e creare l’evento.

Qual è stato il percorso per arrivare alla realizzazione conclusiva?

Un lavoro lungo che è partito a ottobre 2017, con l’appoggio della federazione nazionale, l’aiuto di Marco Mannucci, che ci ha seguito all’inizio passo passo, è stato vicino a noi e ci ha dato degli ottimi consigli. Abbiamo creato un gruppo di lavoro che, da ottobre, si riuniva spessissimo per controllare che tutto funzionasse, che tutto fosse a posto nei minimi particolari, nei minimi dettagli. E’ stato un lavoro certosino che ha pagato. Alla fine eravamo stanchi, però quando tutto è iniziato c’è stato veramente un momento di grande entusiasmo

Ho avuto il piacere di conoscere il vice presidente dell’ESF, Kristian Pälviä, che ci ha fatto tanti complimenti per la location, per l’organizzazione, per come sono stati sistemati gli arbitri, i classificatori. Noi abbiamo avuto la fortuna, collaborando con il Comune e gli amici del bocciodromo, che sono vicini confinanti con il campo di softball, di poter avere tutto estremamente vicino. Per cui la mensa, i locali per gli arbitri, gli spogliatoi erano tutti in uno spazio veramente piccolo.

Questo evento è anche una vetrina per poter dire un domani “affidateci altri eventi, che noi siamo in grado di sostenerli”

Innanzitutto noi faremo tesoro di questa nostra esperienza e la metteremo a disposizione di chiunque ne abbia bisogno. Io spero che il Piemonte torni ad essere una regione dove si gioca di nuovo tanto a softball e a baseball. Perché purtroppo noi abbiamo avuto una fase calante, di numero di squadre, di spettatori, di entusiasmo generale. Ogni anno mancano squadre che si ritirano, società importanti. Noi siamo pronti a ripartire, non dico domani perché dobbiamo riprendere fiato, però noi desideriamo organizzare degli eventi. Il nostro problema è che noi abbiamo un campo solo e dobbiamo appoggiarci a campi vicini. Avremmo bisogno di avere la collaborazione delle società e delle strutture di Torino perché sono più vicine. Quest’anno ci siamo appoggiati ad Avigliana, che non finirò mai di ringraziare, perché ci ha messo a disposizione un campo. Avigliana sarà circa mezz’ora, quaranta minuti da qui, quindi dal punto di vista logistico, era un po’ scomodo. Mentre se noi parliamo di Passo Buole è a dieci minuti, a nove chilometri ed è una struttura decisamente bella e ospitale e grande. Quindi bisognerà pensare di collaborare con Torino, cosa a cui noi avevamo già pensato.

Parliamo del gioco: La Loggia rientra nel grande circolo del softball in evidenza e ha avuto una prima parte del torneo in cui ha faticato veramente un bel po’, anche se con onore e poi però si è ripresa grandemente nella seconda parte del torneo.

Si, partiamo da lontano: noi quando abbiamo scelto di auto-retrocedere dalla ISL alla A2 per questioni economiche, abbiamo anche fatto una scelta che, comunque, era già nei nostri pensieri da prima. Volevamo dare un’identità più piemontese e più loggese alla nostra squadra. Quindi le nostre ragazze sono tutte quelle del nostro vivaio, sono cresciute nella nostra società e sono tutte estremamente giovani, parliamo di sedicenni, diciassettenni. Le prime gare perse, come quella con la Croazia, per un punto hanno significato molto, ma giocate con i nostri lanciatori. La seconda parte è stata diversa, perché le squadre erano più alla nostra portata e forse anche perché hanno creduto di più in loro stesse.

Ci sono state tante valide. Io non entro mai nel merito dei commenti tecnici, ma so che gli allenatori erano estremamente soddisfatti, perché comunque a noi, alla nostra squadra questo torneo è servito in preparazione del campionato. Le nostre ragazze hanno giocato tantissimo e di questo hanno bisogno, di giocare giocare giocare, con squadre anche superiori. Ma è lì che si impara. Ed è un po’ quello che manca al Piemonte in generale. Il numero delle squadre riduce il numero delle partite. Noi anni fa abbiamo dovuto portare a giocare le cadette in Lombardia, perché non c’era un numero sufficiente di squadre per fare un campionato. Cioè sono problemi che non abbiamo solo noi, non sto facendo piagnistei, ci sono anche in altre regioni. Però il fatto che giochino poche partite comporta poi che, quando tu arrivi alle fasi finali nazionali, ti scontri con squadre che hanno giocato il doppio delle tue partite e quindi è lì che manca l’esperienza, è lì che manca aver giocato con squadre forti.

La pressione può aver bloccato il rendimento nella prima fase?

Si, non tanto la pressione quanto l’emozione di giocare a livello internazionale, di fronte ad un pubblico notevole che, quando giocava La Loggia in casa ha risposto in maniera considerevole. Questo ci ha dato una soddisfazione immensa.

Doppia valenza sia per lo sport che per l’evento locale

La cerimonia di apertura che da regolamento dell’ESF verrebbe risolta in 20 minuti prima della prima gara serale della squadra di casa, noi l’abbiamo voluta fare il giorno prima con la presenza di una street band, con una sfilata delle squadre con un coinvolgimento del paese. Gli ospiti stranieri si sono divertiti tantissimo e sono rimasti di stucco per questa cosa. E poi sei ripagato dalla gioia che leggi nei loro occhi.

Questa storia che abbiano vinto le neo zelandesi, è possibile farlo per regolamento, cioè far partecipare squadre non europee?

E’ stata una scelta dell’ESF di quest’anno che ci ha anche spiazzato un po’. La ESF ha deciso di invitare a partecipare due squadre extra comunitarie a questo torneo, per alzarne il livello e per dare l’occasione alle squadre europee di conoscere il softball dell’altro emisfero. Purtroppo il Botswana, dopo aver giocato il mondiale in Giappone, non si è presentato da noi, ha deciso di non venire. Mentre la Nuova Zelanda aveva accettato subito con grande entusiasmo e, quando noi abbiamo disputato le amichevoli in preparazione del campionato, ci hanno chiesto di giocare, ci eravamo già resi conto che erano molto forti. É un’accademia di softball la loro.

In conclusione il suo sunto, la sua considerazione su questo evento

Io non voglio niente, non desidero niente, ma vorrei che il nostro sport avesse la giusta dimensione all’interno dello sport in generale. Non mi piace definire il nostro sport uno “sport minore”, ma credo che se il softball venisse seguito di più a livello mediatico e televisivo avrebbe un grande riscontro, anche perché gli amici del baseball forse non saranno contenti di quello che dico, ma il softball è più rapido, più veloce e più televisivo.

Il mio desiderio sarebbe una maggiore collaborazione fra le società, fra i presidenti. Smettere di lavorare nel proprio orticello e condividere esperienze, ma non è facile. Si, ci vorrebbe maggiore collaborazione Anche io, spesso, ho fatto delle scelte, magari non pensando che se invece avessi coinvolto altre società sarebbe stato meglio. Dobbiamo cambiare mentalità, aiutarci di più e otterremo maggiori risultati. Il momento è quello giusto.