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Giuseppe Balenzano: l’amore per il baseball e Nettuno. Ogni settimana metterà in palio il suo abbonamento per il vincitore di un gioco sul nostro Bar

27 Mar , 2019  

di Emanuele Tinari

Una splendida iniziativa quella di un tifoso di Nettuno, trasferitosi ormai da anni lontano dalla sua città natale ma che ha sempre nel cuore le sorti della sua squadra.

“Sono Giuseppe Balenzano, per tutti Pino. Nato a Nettuno il 10 dicembre 1960 in casa, come molto spesso succedeva allora, precisamente a via Romana. Pochi anni dopo i miei genitori si trasferirono in via della Libertà (angolo via Sangallo) dove cominciai a scendere in strada. I tempi erano diversi dagli attuali per cui c’era più tranquillità nel trattenersi fuori casa. Appassionato sin da bambino di treni trascorrevo molto tempo sul ponte della ferrovia ad osservarli mentre arrivavano da Roma per poi ripartire verso quella destinazione. Vicino casa mia c’erano delle palazzine popolari (via Santa Barbara) con spazi a disposizione per giocare. All’epoca non c’erano molte auto per cui potevamo approfittarne. Con altri bambini del quartiere giravamo con le biciclette e ogni tanto giocavamo a pallone per imitare le gesta dell’idolo di quegli anni, Gigi Riva. Ma c’era un altro gioco che ci appassionava perché a Nettuno si parlava solo di quello: servivano mazza, guantone e pallina, insomma sto parlando del baseball.
Le regole le conoscevano in pochi, ogni tanto qualche genitore si avvicinava per spiegarci come fare, ma a noi interessava soprattutto riuscire a colpire quella pallina. Cosa non facile e per questo il nostro maggior desiderio. Dalla strada allo stadio il passo fu breve: “io domani vado a vedere il Nettuno con mio padre, vieni anche tu?”. Questa era la domanda che ci facevamo, i genitori l’avevano capito che era una passione sempre più crescente, anche perché il Nettuno di quegli anni era forte, forte davvero, vinceva scudetti (chi può scordare i caroselli di auto con le bandiere, (a Bologna nel 1971, al termine della cavalcata conclusasi con il tricolore, erano più di 1.000 a festeggiare la vittoria. Una cifra notevole per una cittadina che non arrivava ai 25.000 abitanti) e anche quando non vinceva lottava sempre fino alla fine per il titolo.
Era il Nettuno targato “Glen Grant” di Monaco, Faraone, Laurenzi, Mirra, Costantini, Bernicchia, De Renzi, Lauri, figli della città tirrenica e per questo a noi più vicini. Li vedevi al campo ma anche fuori, per strada, persone comuni come tante, ma idolatrati come in altre città accadeva per i campioni del pallone. Dopo quel campionato mi sono dovuto allontanare da Nettuno, dove sono comunque tornato ma come “turista”, continuando comunque appena potevo a vederlo a Grosseto, il campo più vicino a dove vivevo e seguendolo sempre anche se senza l’avvento di internet sarebbe rimasto molto dura avere notizie in tempo reale”.

L’idea di Giuseppe è stupenda e fa capire il legame tra questa città e la squadra del baseball.

“Seguo il Bar del Baseball sin dagli albori e ringrazio voi per tenermi sempre aggiornato su ciò che succede in questo sport, specialmente a Nettuno. Ho sempre assistito alle vostre dirette e in questi giorni ho deciso di contattare la vostra redazione per comprare un abbonamento del Nettuno Baseball City per la stagione 2019. Purtroppo non potrò esserci perché gli impegni e la distanza mi impediscono di salire i gradoni dello “Steno Borghese” ma voglio comunque contribuire alla rinascita acquistando un abbonamento, certo che questa sarà l’annata buona perché diciotto anni di astinenza sono tanti,  anzi troppi. Grazie ad un’idea di voi del Bar abbiamo deciso di mettere in palio il mio abbonamento (tessera numero 139) per ogni gara d’ingresso del Nettuno City. Ogni partita verrà concordato un gioco, un quiz ed il vincitore potrà entrare allo “Steno Borghese” gratuitamente. Lo faccio per amore del gioco, per far avvicinare più gente possibile a questo meraviglioso sport, per gremire le tribune, con il vostro supporto, insieme all’aiuto de Il Bar del Baseball possiamo fare qualcosa di grande, riempire il posto che io lascerò libero gridando: “Namo Nettuno Namo”.