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GRETA CECCHETTI: UN LANCIO ALLA VOLTA

2 Ago , 2019  

di Cristina Pivirotto

La sua forza e la sua decisione mi portarono, un anno fa, durante i mondiali di Chiba, a rinominarla IronGreta. Una wonder woman che pare non conoscere la stanchezza, né i cali di concentrazione. Nel mio personale dream team è una delle due lanciatrici che sceglierei. Una grande giocatrice che, in campo, sa dominare le partite, sa essere il fulcro della Nazionale azzurra. Lei ha competenza, esperienza e sicurezza, qualità riconosciute da tutti, tifosi e avversari. Abbiamo interrotto il suo meritatissimo riposo, dopo le fatiche di Utrecht, per rivolgerle qualche domanda.

Quando ti vediamo lanciare possiamo anche pensare che tu sia una “fredda calcolatrice”. In realtà cosa passa nella mente di Greta Cecchetti durante una partita?

Durante una partita importante l’unica cosa a cui cerco di pensare è “un lancio alla volta”. Cerco di concentrarmi non tanto sul battitore che ho davanti, ma piuttosto sull’esecuzione di ogni lancio.

Che lavoro c’è stato nel resettare la partenza non brillante contro l’Olanda per poi tornare dominanti con la Gran Bretagna?

Nessun lavoro particolare anche perché la reazione che la squadra ha avuto nel rimontare è stata la chiave di volta del nostro torneo. Per quanto riguarda la mia performance personale, capita a tutti di sbagliare e siamo tutte umane in squadra. Avevo semplicemente tanta voglia di riscatto per la partita successiva, volevo farlo per Ilaria (che ha lanciato una partita spettacolare in rilievo) e per tutte le mie compagne.

Tra Europeo e qualificazione olimpica gli unici punti subiti sono stati con le orange: casualità o c’è un motivo?

Tra tutti gli avversari che abbiamo affrontato, nell’ultimo mese, hanno sicuramente il line up migliore, oltre al fatto che ormai mi conoscono molto bene avendomi affrontato parecchie volte negli ultimi anni.

Tu oltre ad essere la grande atleta che sei, hai sicuramente una forte personalità da leader. Nel tuo futuro c’è l’idea di allenare?

A volte ci faccio un pensierino. Sicuramente però, se dovessi allenare, sarebbe esclusivamente nel ruolo di pitching coach.

Il tuo aplomb cede improvvisamente alla fine di una partita. Arrivano anche le lacrime (di gioia) spesso. Come ammortizzi il peso emotivo e nervoso di una partita importante?

Credo che uno dei miei punti forti sia la forza mentale, la capacità di rimanere concentrata e gestire alti livelli di tensione. Appena la partita finisce le mie reazioni, probabilmente, riflettono lo sforzo mentale sostenuto durante la gara.

Nella tua carriera c’è stata una partita che ti ha fatto soffrire più di altre? E una che ti ha fatto sentire orgogliosa di essere in campo?

Oltre a queste ultime partite delle qualificazione olimpica mi ricordo in particolare modo le partite contro Cina, Venezuela e Messico ai mondiali dello scorso anno. L’orgoglio di essere in campo lo provo quotidianamente, ed è il frutto del lavoro che ho fatto in tutti questi anni.

Quali sono le caratteristiche della donna Greta Cecchetti?

Credo che le mie caratteristiche principali siano la competitività, l’essere affidabile, e la voglia di migliorarmi sempre, a volte con una punta di perfezionismo.

Hai pensato di dare una conclusione alla tua carriera?

Certo, ci ho pensato. Ma non sono ancora pronta a condividere i miei pensieri a riguardo.

(Fonte immagine :Grega Valancic)