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Il Bar del Baseball intervista: RONALD JAARSMA, manager del Curacao Neptunus Rotterdam

23 Mag , 2019  

9 domande come gli uomini sul diamante … 9 domande come gli inning del nostro meraviglioso gioco …

di Ignazio Gori

Mr. Jaarsma, la tua squadra, il Curacao Neptunus di Rotterdam, è campione d’Europa in carica, e quindi la squadra da battere, ma cosa ti aspetti dalla prossima edizione della Coppa Campioni prevista dal 4 all’11 Giugno in quel di Bologna-Castenaso? Quali sono gli avversari che più temi?

Per l’Italia e l’Olanda gli ultimi decenni sono stati un buon periodo, ma penso che i tempi siano cambiati ed è solo una questione di tempo ormai, prima o poi anche gli altri paesi europei riusciranno ad essere competitivi con le loro squadre. L’anno scorso a Rotterdam abbiamo visto una buona squadra di Rouen (Francia) e anche la squadra di Brno (Rep. Ceca) si è comportata bene e mi aspetto che anche le squadre tedesche seguano il loro esempio. Questi paesi non stanno più giocando solo per partecipare, ma giocano per vincere. E dovrebbero farlo tutti. Quindi è finito il tempo ormai di aspettarsi la solita finale tra squadre olandesi e italiane. Entrambi i paesi devono rafforzarsi se vogliono mantenere questo primato. Perché il livello generale è terribilmente aumentato e pertanto tutti i partecipanti sono potenziali finalisti.

Il Neptunus ha vinto tre delle ultime quattro edizioni della Coppa Campioni e le squadre olandesi le ultime quattro. Quali sono secondo te le ragioni di questo “predominio”?

Dato che ho partecipato alle ultime tre vittorie olandesi (1 con Amsterdam e 2 con Rotterdam), immagino di poter menzionare diversi motivi di questi successi, ma ne menzionerò solo due. Nei Paesi Bassi siamo in grado di giocare più partite (3 o 4 alla settimana) e giocare è sempre meglio che allenarsi.

Inoltre, una squadra che gioca unita come una famiglia, con giocatori orgogliosi di giocare per questa maglia (e questo dipende dalla cultura del club) è molto più forte di una squadra che ha il suo nucleo pieno di “armi noleggiate” che giocano per soldi o obiettivi personali e cambiano squadra quasi ogni anno. Dal momento che la maggior parte delle squadre olandesi hanno meno cambiamenti di giocatori nel loro nucleo, sono in grado di giocare come “famiglie” e credo che questo aiuti moltissimo.

Cosa ne pensi della nazionale olandese in vista dei prossimi Campionati Europei e le conseguenti Qualificazioni Olimpiche di Settembre? Come vedi inoltre la squadra italiana?

Ad essere onesti, io alleno solo il Neptunus Rotterdam e non voglio esprimere la mia opinione su cose a cui non partecipo. La mia opinione la terrò per me finché non sarò coinvolto. Consentitemi di dire però che per il bene del baseball europeo spero che le squadre del nostro continente possano con successo partecipare alle Olimpiadi e contribuire a promuovere il movimento del baseball europeo in generale.

Il baseball italiano sta attraversando un periodo difficile. Per fare un esempio, “Il Bar del Baseball” è l’unico a prodigarsi per consentire la visione delle partite in diretta, e questo è possibile grazie a un team di integerrimi appassionati e attenti collaboratori. In Olanda che tipo di attenzione i Media riservano al baseball?

In Olanda i punteggi e i tabellini delle partite vengono pubblicati da Teletekst o grazie ad App di notizie o trasmessi in Radio. Alcuni team hanno il servizio di live streaming e i giornali locali inoltre seguono e informano sulle varie squadre. Durante le competizioni europee, i playoff e le Holland Series1, la stazione televisiva NR1 e la relativa stazione radio garantiscono una trasmissione televisiva integrale e in diretta; perché questo è l’evento principale del nostro movimento.

Tu sei stato anche un buon giocatore. Qual è stato il punto più alto della tua carriera?

Da giocatore i ricordi più belli comprendono la vittoria della Coppa CEB col Neptunus contro Milano in Croazia e quella con MrCocker HCAW Bussum a e contro il Grosseto. Ma forse i momenti più emozionanti sono stati quelli della finale purtroppo persa a Parigi contro il Nettuno; credo che il punteggio sia stato 22-23 o qualcosa del genere … E poi ancora la finale persa a Brasschaat, in Belgio, col mio Neptunus ancora contro Nettuno. Per quelli che c’erano, sono ricordi speciali.

Come assistente allenatore invece, ho vinto la prima Coppa dei Campioni a Rimini, nel 2016, quando ero coach di terza base degli Amsterdam Pirates. Vincemmo agli extrainning contro la squadra locale del Rimini. Ma vincere la Coppa dei Campioni un anno dopo come manager del Curacao Neptunus Rotterdam, e poi ripetersi nel 2018, è stata la mia più grande soddisfazione.

Quali sono i tuoi miti sportivi? Ci sapresti stilare la tua personale squadra All-Star tra i giocatori che hai affrontato?

Ho giocato con e contro molti grandi giocatori. Ma dal momento che voi ragazzi supportate il Nettuno Baseball City, stringerò la cerchia il più vicino possibile al Nettuno.

Ricordo che come giocatore per il MrCocker HCAW Bussum, conobbi a Parigi Jessie Reid, slugger americano del Nettuno. La sera prima della finale mi disse che se avessimo avuto il coraggio di piazzargli una palla appena alta sulla cintura avrebbe colpito un homerun. Beh, non mentiva! In quella incredibile partita Reid colpì 3 HR e 2 doppi, grazie proprio a quei lanci di cui ci aveva avvertito di non lanciare. È stato stupefacente. Inoltre, ricordo di aver affrontato Mr. Ventura2 e Max Masin nel 1998 e nel 1999. Grandi pitcher. Anche il mio grande amico Ruggero Bagialemani mi ha fatto venire degli incubi … (ride).

Anche se come giocatore e come allenatore ho affrontato un sacco di grandi giocatori, devo dire che molti dei miei All-stars preferiti erano proprio giocatori del Nettuno.

Uno dei miei allenatori preferiti (e buon amico) è David Daniels. Lui mi ha detto molto del suo periodo in Italia.

Che consigli daresti per il futuro sviluppo del baseball europeo in generale?

Non penso di essere in grado di dare “consigli” ma … se c’è una cosa che tutti ci auguriamo e quella di creare una competizione europea con almeno 2 o 3 squadre rappresentative di ogni paese – quelle che dominano la loro lega; una lega insomma con un suo marketing, una sua organizzazione economica e una fucina di talenti. Affrontarsi inoltre più volte alla settimana migliorerebbe e alzerebbe il livello di gioco generale; non mi stancherò mai di ripeterlo. Dunque grandi match tra le migliori squadre d’Europa attirerebbero più spettatori negli stadi, con eventuale maggiore attenzione mediatica. Ma per farlo, abbiamo bisogno di capire come creare un budget comune, per viaggiare in continuazione e dare una mano ai vari team. Qui sta il problema! Ciò significa anche che dobbiamo lavorare di più insieme, perché senza cooperazione non c’è competizione, e senza competizione il livello resta troppo diseguale!

Inoltre dovrebbe esserci maggiore attenzione per le competizioni giovanili e il processo di apprendimento/sviluppo dei futuri giocatori e allenatori. Ciò significa che più top players e top managers aiuterebbero a sviluppare i nostri giovani verso una nuova generazione di grandi giocatori di baseball europei.

Lo sappiamo tutti cosa sarebbe da fare. Ma non molte persone sono disposte a dedicare sforzo e tempo a questa causa e nessuno vuole essere il primo ad andare e aprire nuove porte. Aspettiamo piuttosto che qualcun altro faccia il primo passo e faccia strada … Ma ancora una volta, dovremmo prendere una decisione concreta il più in fretta possibile e lavorare insieme prima che sia troppo tardi.

Lo scorso weekend sei stato a Nettuno, a visionare il Parma che dovrai affrontare in Coppa dei Campioni. Raccontaci come hai conosciuto la nostra “città del baseball” …

Lo stadio di Nettuno è stato il primo vero stadio in cui ho giocato da bambino. E mi è rimasto nel cuore. Vedere lo stadio quasi in disfacimento mi ha ferito, mi ha fatto male come se fosse il mio stadio, la mia città. Ma sono stato ugualmente molto contento di vedere una grande squadra, quella del Nettuno, giocare bene contro il Parma, in questo stadio. Il semplice stare a Nettuno, rivedere facce conosciute, mi ha fatto rievocare piacevoli ricordi del passato.

Nettuno è davvero una delle capitali europee del baseball. E spero che lo sarà ancora nel prossimo futuro.

Per ultimo una curiosità … Perché la squadra di Rotterdam si chiama “Neptunus”? Ha qualche assonanza con la nostra Nettuno? Quando le due squadre si sono affrontate molti l’hanno chiamato il “Derby del Dio Nettuno”!

Il Neptunus Rotterdam è stato fondato nel 1943. Quindi non so quale squadra abbia coniato questo nome per prima … (ride). Ma so che Nettuno è un nome divino e dal momento che entrambe le squadre hanno vinto tanto, in questo grande gioco, immagino che Nettuno sia orgoglioso di avere il suo nome su entrambe le maglie. Sia io che i miei giocatori siamo orgogliosi di leggere questo nome sulle nostre casacche e sono certo che lo sono e saranno sempre anche quelli del Nettuno!

Grazie di cuore e buon baseball a nome di tutto il Bar!

1 Le World Series olandesi

2 Cipriano Ventura, pitcher classe 1965, dalla Repubblica Dominicana. Ha militato nel Nettuno e nel Modena vincendo due campionati, tutti col Nettuno, nel 1998 e nel 2001. È considerato tra i più forti lanciatori mai apparsi in Italia.