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IL BASEBALL COME UNA PREZIOSA MEDICINA. Intervista a Ron Pizzanello

5 Feb , 2020  

Abbiamo sentito Ron Pizzanello, un amico del Bar del Baseball della prima linea, un uomo tenace, simpatico e professionale, schietto come i veri abitanti del New England, che ha giocato come catcher nella squadra della Colombo Nettuno nella stagione 1977 e che è rimasto molto affezionato a Giorgio Costantini, alla città di Nettuno e a tutti i compagni e gli amici incrociati in quel periodo.

Come descriveresti la tua passione per il baseball nella maniera più intima possibile?

RP. La mia passione parte sin da quando ero ragazzino e giocavo nella Little League. La mia squadra – età di 12 anni – vinse nel 1967 il campionato statale del Connecticut. Eravamo a due partite dall’andare a Williamsport, per giocarci il campionato nazionale della Little League. Poi ho giocato anche al College e in più leghe che ho potuto … Si può dire che ho giocato ogni giorno della mia vita, e ho amato ogni singola gara.

Quando hai iniziato esattamente a giocare e chi ti ha ispirato?

RP. Ho iniziato a giocare esattamente all’età di 6 anni. Mi ricordo che agguantai una palla in foul con un guantone da catcher e fu amore immediato. Così ho giocato catcher tutta la mia carriera. E’ stato mio padre a ispirarmi nel giocare.

Come sei arrivato a giocare a Nettuno? Ne avevi mai sentito parlare prima?

Dopo aver giocato in un piccolo college di Divisione III, l’Eastern Connecticut College, dal 1972 al 1976, speravo di essere scelto dai Phillies. Purtroppo questo non è accaduto. Così, dopo qualche tempo, ho ricevuto la chiamata di Carmine DeSimone, un ex giocatore del Nettuno, il quale mi chiese se fossi interessato a giocare in Italia, a Nettuno. Non me lo feci ripetere due volte e presi al volo l’occasione. Io non avevo mai sentito parlare della cittadina di Nettuno, ma di Anzio sì, per via dello sbarco durante la seconda Guerra Mondiale. Ovviamente ignoravo che Anzio e Nettuno sono praticamente attaccate! (ride).

 

(Ron Pizzanello, num.12, secondo in altro da sinistra, nel 1977, con la Colombo Nettuno)

 

Cosa ricordi della stagione del 1977? Bei ricordi? Amici? Grandi giocatori … che magari vorresti ritrovare?

RP. Devo dire che non ricordo bene i dettagli delle partite. Ricordo la prima partita a Nettuno con il tifo indiavolato fatto con un incessante battito di tamburi, non ero abituato a quel tifo. Poi attraverso Facebook ho ritrovato molti amici di quel periodo e ne sono stato felice. Ricordo anche che non giocai granchè bene visto che iniziavano a manifestarsi i primi sintomi del mio terribile diabete, ma ancora lo ignoravo. Sono sempre stato dispiaciuto che i tifosi di Nettuno non mi abbiamo potuto vedere giocare al meglio.

Quando sei tornato negli Stati Uniti, come è proseguita la tua carriera?

RP. Appena tornato negli Stati Uniti ho immediatamente consultato un dottore. Mi sentivo sempre stanco, perdevo peso e avevo la glicemia a 800! Durante il periodo di Nettuno ho persi circa 30 kg. Non conoscevo i sintomi del diabete. Ricordo che la moglie di Saveno, Essa, mi disse che probabilmente era diabete, ma non l’ascoltai, forse per paura. Una volta iniziata il trattamento dell’insulina stetti meglio, tanto che giocai nella GHTBL per altri 15 anni. Ho anche allenato i miei due figli in altri sport. Ho in seguito lavorato alla Hartford Insurance Group e anche alla IBM come specialista del sistema “Mainframe”[1]. Ho ho ricevuto la “inabilità” nel 2015, a causa della mia prima amputazione della gamba. Ora invece sono a riposto completo, avendo avuto anche la seconda amputazione della gamba.

Ron, tu come me sei un vero fanatico tifoso dei Boston Red Sox. Quali sono le 3 regole fondamentali da rispettare per essere un vero tifoso Red Sox? E come vedi la prossima stagione?

RP. NON SMETTERE MAI DI GIOCARE, INDIPENDENTEMENTE DAL PUNTEGGIO. Questa è l’unica regola e vale sempre. La prossima stagione sarà dura, visto anche il ritardo nel nominare un nuovo manager … (sospira).

Prima hai nominato la GHTBL. Potresti spiegare agli appassionati italiani di che cosa si tratta. E qual è stato il tuo momento migliore come giocatore e come manager?

RP. GHTBL sta per Greater Hartford Twi-Light Baseball League. È una lega amatoriale che ha più di 100 anni di storia e consta di 8 squadre tutte dell’area limitrofa alla città di Hartford, Connecticut. Si giocano 24 partite di regular season e poi i playoff per determinare la squadra campione. Ora io alleno i South Winder Phillies per il terzo anno; la migliore cosa che abbia mai fatto. L’allenare mi avvicina all’essenza pura del gioco, mi motiva ogni giorno e mi riempi di gioia di vivere … Il mio momento migliore? Nel mio anno da junior al College la mia squadra finì terza in tutta la nazione per quanto riguarda la Division III ed io sono stato fortunato a ricevere i lanci di un All-American che quell’anno ebbe un record di 17 vinte e 2 perse.

I problemi con il diabete non ti hanno fermato e questo ti fa grande onore. Che ruolo ha avuto il baseball in questa tua tenace resistenza?

RP. E’ vero, non mi sono mai fermato, però mi ha molto limitato … Il baseball mi ha salvato soprattutto negli ultimi anni. Ero spesso depresso e avvilito a causa delle mie amputazioni, non potevo camminare, non mi reggevo bene in piedi, non avevo equilibrio … un disastro. Poi, una volta guarito, ho avuto di molte tempo per recuperare, per abituarmi … Sono stati periodi bui, mi sentivo solo …. Ma ho sempre pensato al baseball come a una preziosa medicina.

Ron, cosa pensi onestamente dello scandalo dei segni rubati che ha coinvolto gli Houston Astros? E quanto questa eventuale agevolazione tecnica possa aver giovato riguardo alla vittoria delle World Series del 2017?

RP. Io dico che si tratta di una DISGRAZIA TOTALE per tutto il baseball! Se hanno squalificato Pete Rose[2] per essersi giocato le partite, allora anche tutti gli altri dovrebbero essere squalificati a vita … Io dico di sì, che questo “stratagemma” sicuramente ha giovato agli Astros: basta guardare bene la differenza delle statistiche delle gare in casa e in quelle in trasferta …

In vista del prossimo World Baseball Classic, Mike Piazza è stato nominato manager della nazionale italiana. Cosa ne pensi?

RP. Seguo sempre il campionato italiano e amo guardare le partite … Mi è sempre piaciuto Mike Piazza e gli auguro tanta fortuna con la “nostra” nazionale.

A proposito di Italia, cosa conosci delle tue origini? Ti piacerebbe ripercorrere le orme del tuo passato?

RP. Mio nonno veniva da Bottanello, in provincia di Campobasso[3] (ride, sbagliando lo spelling del paese). Sogno spesso di tornare in Italia un giorno o l’altro, specialmente a Nettuno … Mi piacerebbe rivedere molti amici e compagni di squadra e sono grato comunque a Facebook che mi ha permesso di ricontattarne molti.

Come descriveresti in tre semplici, iconici termini, l’odierna America di Donald “The Donald” Trump?

RP. Economia forte, lavoro e sicurezza!

Grazie mille Ron …

RP. Posso aggiungere una cosa? Vorrei solo dire che sono felice e grato di far parte della famiglia del Bar del Baseball, adoro seguire le partite e tutti gli approfondimenti … e un’ultimissima cosa, mi piacerebbe ricevere una divisa o un cappellino del Nettuno, qualsiasi cosa, per ricordo … Grazie

Ci proveremo a farteli avere, con piacere  … Grazie ancora da tutto Il Bar del Baseball!

Ignazio Gori

 

 

(le foto sono state gentilmente fornite da Ron Pizzanello)

 

[1] In informatica: il “mainframe computer” (ellissi utilizzata comunemente: mainframe) o sistema centrale è un tipo di computer caratterizzato da prestazioni di elaborazione dati di alto livello di tipo centralizzato, opposto dunque a quello di un sistema distribuito come un cluster computer (insieme di computer connessi tra loro tramite una rete telematica).

[2] Esterno, classe 1941, .303 la media battuta in carriera, con 160 HR e 1314 RBI. 3 le World Series vinte, 2 con i grandi Cincinnati Reds del 1975 e 76, la cosiddetta “Big Red Machine” e 1 con i Philadelphia Phillies nel 1980. Nel 1989, mentre allenava i Cincinnati Reds, fu squalificato a vita dal baseball in seguito alle accuse di avere scommesso su alcune partite, incluse quelle della sua stessa squadra. Nel 2004, dopo anni di pubbliche smentite, Rose ammise di avere scommesso sul baseball, ma non contro i suoi amati Reds. La questione della possibile riabilitazione per l’induzione di Rose nella Hall of Fame rimane ancora oggi un argomento scottante, molto dibattuto.

[3] Non ho trovato riscontro di questo piccolo comune, magari Ron non ricorda bene, o sbaglia la trascrizione. Se qualcuno potesse aiutare nel fare luce su questo piccolo mistero, gliene sarei grato.