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IL BASEBALL5: UNA VALIDA SCOMMESSA SALUTARE. Parola di Maurilio Dìaz Lòpez

21 Dic , 2019  

Abbiamo sentito Maurilio Dìaz Lòpez, grande collaboratore dal Messico del Bar del Baseball fin dagli albori della nostra attività di promozione del baseball. Maurilio, che si è laureato in Educazione Fisica all’Università Veracruzana, si sta facendo promotore della emergente disciplina del Baseball5; una nuova disciplina che tutto il Bar appoggia e sostiene, come un’arteria importante per esprimere l’anima del baseball a livello “playground”.

Maurilio, come e quando hai conosciuto la comunità del Bar del Baseball?  

È accaduto due anni fa, grazia al mio amico Emilio Sonnu, volontario della WBSC, che ho incontrato a L’Avana, Cuba. Emilio mi ha fatto conoscere questa community attraverso i social network e Gianluca Marcoccio e mi ha invitato a collaborare da subito. Una collaborazione davvero proficua e a me fa davvero piacere far parte di questa grande famiglia.

Oltre a collaborare con il Bar, informando sul baseball del tuo paese a tutti i livelli, finanche quello femminile, di che cosa ti occupi nello specifico?

Alleno i giovani della mia scuola: i Broncos di Xalapa e collaboro alla nostra Lega Nazionale di Baseball Giovanile “Ricardo Rincòn”, a Veracruz. Poi lavoro anche come Segretario alla Pubblica Istruzione sempre di Veracruz, con indirizzo “Baseball scolastico”.

Come sei arrivato al baseball?

La mia è una famiglia di baseball. Ce l’ho sempre avuto nelle vene sin da quando avevo sei anni e ancora mi diverte moltissimo insegnarlo ai ragazzini. Dal 2012 mi occupo di baseball anche a Cuba.

Di recente ti sei avvicinato al Baseball5. Come definiresti questa nuova disciplina?

È una disciplina nuova e dunque innovativa, velocissima, esplosiva, molto divertente e fisicamente impegnativa. La domanda è: potrebbe mettere radici a livello internazionale? Io credo proprio di sì, ma tutto dipende dal sostegno delle autorità governative e dalla loro reale volontà. Mentre per quanto riguarda i benefici fisici, posso dire che questa disciplina ha un forte impatto sulla salute, è in grado di rompere lo stile sedentario e sarebbe senz’altro una conquista se potesse essere diffusa e promossa adeguatamente.

Quali pensi che siano i punti di forza e il fascino del Baseball5?

Punti di forza: non è necessario alcun attrezzo, ma solo una palla, un po’ di tempo – non eccessivo come nel baseball classico – e il numero di giocatori necessari. Può inoltre essere praticato in qualsiasi spazio, in strada, in una palestra scolastica, in un edificio … Il fascino potrebbe senz’altro essere di tipo economico, dinamico, tattico e strategico. In brevissimo tempo la pratica di questo sport può bruciare considerevolmente molte calorie e migliorare così la qualità della vita dei praticanti, creando dei veri appassionati seguaci.

Dunque al pari del calcetto, della pelota, del beach volley, del basket 3×3 … E, onorando la par-condicio, punti a sfavore?

Devo dire pochissimi. Forse il regolamento non è chiarissimo in ogni suo aspetto e la palla è un pochino troppo pesante per i ragazzini più piccoli; sarebbe opportuna una palla più morbida e leggermente più piccola. Diverse misure dunque a seconda dell’età della categoria. Occorrerebbe insomma, ma in questo sarà solo questione di tempo, rendere il Baseball5 una disciplina maggiormente “professionale”.

Come vedi il grande risultato della squadra nazionale messicana nell’ultimo Premier12, dove ha staccato anticipatamente il pass olimpico?

Davvero un risultato eccellente andare a Tokyo. Se me lo aspettavo? Non proprio. Per me si sono ben combinati diversi fattori favorevoli: prima di tutto il fatto che gli Usa non abbiamo portato la squadra migliore ci ha avvantaggiati non poco e poi, per essere davvero sportivi e sinceri, alla nostra squadra è andata davvero tutto bene nella partita chiave.

Qual è la situazione attuale del baseball messicano?

Dal mio punto di vista manca un vero piano di sviluppo dei talenti in tenera età. Sembra che siano interessati solo ai bambini e ai giovani con proiezioni future, lasciando soprattutto la fascia dai 6 ai 12 anni totalmente dimenticata; è un divario che nessuno o quasi vuole coprire con risorse economiche, un vero “buco del sistema” e andrebbe coperto in modo adeguato.

E il tuo campionato giovanile, le prospettive?

Ho un torneo nazionale di grande livello di concorrenza, che sta crescendo a un ritmo molto lento, ma in decisa fase di sviluppo favorevole.

Come sono i tuoi rapporti con la MLB?

Sono in contatto con il Sig. Lee Sigman, scout dei New York Yankees, e poi anche con Peter Caliendo, mio grande amico italoamericano.

Previsioni per il prossimo Classic?

Beh, personalmente e credo come ogni vero amante del baseball, mi piacerebbe che ogni paese portasse il meglio di cui dispone in Mlb. Penso ovviamente a Cuba, ma anche alla Rep. Dominicana, al Porto Rico, al Giappone, alla Korea, all’Olanda, agli Usa e ovviamente più di tutti al mio Messico.

A proposito, come vedi la squadra nazionale italiana di Mike Piazza dopo il fallimento del preolimpico?

Auspico una ristrutturazione assolutamente necessaria. Bisogna dare a Mike il tempo per dimostrare la sua preparazione, la sua conoscenza del gioco e vergare un adeguato piano di lavoro.

In ultimo Maurilio, come licenza poetica, cos’è il baseball per te?

È semplicemente la mia vita. Il baseball mi ha regalato momenti indimenticabili, molta visibilità e veri amici in tutto il mondo. Sognavo di incontrare il Presidente WBSC Riccardo Fraccari, di venire in Italia e di conoscere tutte le grandi persone del baseball e oggi questo sogno è diventato realtà. Tutto grazie a “este milagro llamado beisbol”[1]. Ma il mio più sincero sogno in questo grande sport è fornire supporto tecnico di base ai paesi dove il baseball non è ancora purtroppo praticato o poco sviluppato, in quei paesi ancora non affiliati alla WBSC. Mi piacerebbe che nella stessa Italia e in tutta Europa il baseball si diffondesse ancora più capillarmente.

Tutto il Bar del Baseball si unisce al sogno del nostro collaboratore Maurilio, e approfitta per ringraziarlo per l’impegno e il supporto quotidiano nel nostro meraviglioso gioco!

 Ignazio Gori

 

(nella foto, gentilmente offerta dall’intervistato, Maurilio al lancio mondiale del Baseball5, a L’Avana)

[1] Trad. “a questo miracolo chiamato baseball”