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Il Bussolengo Campione d’Europa a caccia dello scudetto. Parla il Presidente Scardino: “Lavorare con passione, crederci e mai sfidare la fortuna”

10 Set , 2018  

di Vanna Chessa

Il terzo titolo europeo in quattro anni, lo Specchiasol Bussolengo, lo ha vinto appena due settimane fa. Due scudetti in bacheca c’erano già finiti tra il 2015 e il 2016, ma la società veneta non sembra aver placato la propria sete di vittorie. Adesso, all’orizzonte, si intravede la possibilità di conquistare un titolo italiano che darebbe la chance di cucire sulla casacca anche il tricolore oltre allo stemma della Champions.

Alla luce di questi successi, la curiosità di conoscere meglio una società così vincente è una conseguenza quasi inevitabile e, dopo una bella chiacchierata col presidente Angelo Scardino, sembra quasi di poter scrivere la ricetta del successo.

Impossibile iniziare il discorso senza parlare subito dell’ultimo trionfo. 

“Ben vengano le vittorie, in Italia e in Europa, peccato che non ci siano quelle mondiali!”, scherza il numero uno del Bussolengo. “I successi regalano entusiasmo, energia e voglia di ricominciare più agguerriti di prima. Abbiamo lavorato tanto per creare questi presupposti e adesso entriamo sempre in campo per vincere”.

Dopo due successi all’estero, in Olanda e Repubblica Ceca, stavolta la Coppa è stata vinta a Forlì, in casa di una delle squadre più attrezzate del softball italiano. Il successo ha un sapore diverso entro i confini nazionali? 

“Il gusto è sempre lo stesso, ciò che conta è vincere. Il luogo è secondario, è un contorno che può essere piacevole solo dal punto di vista scenografico”.

In corsa per la Champions, oltre a Specchiasol e Forlì, c’erano le olandesi dell’Haarlem, le ceche dello Zraloci Ledenice. Come è stata questa edizione, presidente?

“Quattro squadre fortissime, tutte rese ancora più competitive da innesti ad hoc. Determinante il successo con l’Haarlem, poi c’è stata la sconfitta col Forlì (2-0), ma l’indomani abbiamo rimediato con una vittoria netta (1-11 in sei inning per manifesta superiorità). Devo dire che il nostro manager, nonostante i quattro innesti, è riuscito a tenere il gruppo unito e a non far sentire alle ragazze alcuna pressione”.

Quali sono i consigli che darebbe a chi, magari anche nel suo piccolo, volesse prendere esempio da una società come lo Specchiasol?

“Bisogna partire da una struttura societaria solida e da uno staff tecnico importante. Dopo di che occorre scegliere delle ragazze non solo brave tecnicamente, ma che sappiano rispettarsi e siamo in grado di convivere aiutandosi anche nei momenti più difficili. È questo che crea l’alchimia vincente”.

Parliamo del manager Craig Montvidas, arrivato quest’anno col difficile compito di sostituire Obletter. 

“Ha fatto un lavoro straordinario. È una persona che sa ascoltare, sa come aiutare le ragazze ed è sempre a disposizione di tutti in qualsiasi momento della giornata. Si è guadagnato la loro fiducia, lo seguono e in campo riescono a realizzare ciò che chiede”.

Dopo la Champions potrebbe arrivare lo scudetto.

“Anche in questo caso le avversarie saranno agguerrite. Il Bollate ha una grande squadra e soprattutto una tradizione importante. Stesso discorso per il Forlì, che può contare su giocatrici in grado di fare la differenza. Infine il Caronno potrebbe essere una sorpresa, anche se spero di no! Nel softball, fino all’ultimo out, può succedere qualsiasi cosa, non bisogna dare niente per scontato altrimenti si paga dazio”.

La stagione regolare volge al termine e nell’intergirone vi capiterà spesso di misurarvi con squadre che lottano per la salvezza e che spesso possono essere più affamate di chi punta al titolo.

“Noi, per nostra cultura e per rispetto dell’avversario, giochiamo per vincere e lo faremo sempre, almeno fino a quando il gruppo Bussolengo sarà gestito da questa società. Non fa parte della nostra educazione sottovalutare le altre squadre, qualunque posizione occupino in classifica. Capita a tutti di attraversare un periodo di difficoltà, ma quando si hanno dirigenti esperti si riesce a venirne fuori”.

Per quanto riguarda il futuro come si muove il Bussolengo? Avete un vivaio?

“Spesso si dice che nessuno è profeta in patria. Il softball non ha mai attecchito in questa città, è un peccato, perché gli impianti non mancano di certo. Da tre anni, però, abbiamo fatto investimenti tecnici, e in misura inferiore anche economici, a Vicenza, e stanno venendo fuori dei prospetti interessanti”.

Del resto, nella vostra squadra, ci sono anche Princic e De Trombetti, due ragazze che sono diventate campionesse europee con le nazionali italiane U19 e U22.

“Sì, e ci sono anche diverse ragazze che arrivano da altre città del nord Italia, fanno il sacrificio di viaggiare ma sanno che qui c’è il clima giusto per esprimere al meglio le proprie qualità e magari essere notate dallo staff della nazionale. La maglia azzurra è un richiamo straordinario per le ambizioni di uno sportivo. Qui da noi fino all’anno scorso ha lavorato l’attuale manager Obletter e dunque conosce tutte le potenzialità delle nostre atlete”.

Dopo un’annata come questa l’idea è quella di riconfermare il gruppo o ci saranno dei cambiamenti, magari per quanto riguarda le straniere?

“A fine campionato si tirano le somme e si fanno delle valutazioni per decidere chi resta e chi va. Noi non abbiamo l’abitudine di trattenere nessuno controvoglia, chiunque voglia spostarsi lo può fare, purché sia felice e continui a giocare a questo bellissimo sport. Per il momento abbiamo due lanciatrici americane, Melloh e Hyland, e due con passaporto comunitario, Brown e Myers”.

Il tempo vola, quando si parla col presidente Scardino, un uomo mai banale, di sani principi, vero promotore dei valori dello sport. Prima di salutarlo, però, regala altre due dichiarazioni che fanno riflettere e che sarebbe bello sentir pronunciare più spesso.

Un altro segreto?

“Lavorare duro, con passione. Ci vuole amore per il softball, bisogna crederci e andare avanti. Tutto il resto è solo puro chiacchiericcio che non serve a niente”.

Vi è mancato qualcosa, quest’anno? 

“A dire il vero no. Non abbiamo avuto infortuni e i risultati non sono mancati. Ci accontentiamo, mai sfidare la fortuna”.

C’è spazio ancora per un ringraziamento.

“Ecco, voglio ringraziare tutte le ragazze e lo staff tecnico. Hanno fatto un ottimo lavoro e gli sono molto grato”.

Foto da: ASD Bussolengo Softball – Pagina Facebook