Racconti

Il nostro viaggio dei sogni

17 Apr , 2018  

di Alberto Nardecchia

Sono più di 40 anni io e Romualdo Signori siamo allenatori e poche volte ci siamo separati, sicuramente per seguire due squadre. Nel 2016 come i mattoncini di un muro in costruzione si stava prospettando un viaggio a New York.
Così nel mese di maggio avvenne il miracolo. Partenza a Fiumicino, sette persone di cui tre per le riprese del filmato e foto.
La spinta del viaggio però è stata innescata da due nostri atleti non vedenti, già a New York da qualche mese. Ada Nardin e Matteo Briglia a cui si aggiunse Thorne Braulio (diventato cieco per una pallettata mentre giocava da professionista in Panama), spesso ci hanno riportato in superfice in un battibaleno.
Non vi scriverò tutti i minuti passati in quella città travolgente che come dice Jovanotti: il centro del mondoooo…
Ma solamente l’esperienza fatta con i ciechi. Per noi che non sapevamo dire né buongiorno né buonasera prendere le metropolitane, le dirette, i vari livelli, insomma diventava un pensiero ogni mattina.
Certo qualcuno dirà, ma andate ad insegnare il baseball agli americani!!
Beh, si visto che LORO (i non vedenti) giocano un baseball che non ha niente a che fare con quello inventato dal nostro Alfredo Meli.
Certo, molte sono le difficoltà per far digerire questa brillante idea di Alfredo, poi si devono superare le difficoltà nel dare la disponibilità dei campi. Nell’isola dove siamo andati due volte ce ne erano ben 36 di 84, bene a noi avevano assegnato un campo di calcio con solo erba.


Mancano purtroppo i riferimenti di persone che potrebbero sensibilizzare i giocatori o ex giocatori vedenti, facendo dei corsi teorico pratici del Nostro gioco, perché di ciechi purtroppo ce ne sono molti anche a New York.
Con l’attrezzatura che l’AIBXC dà in dotazione a tutte le squadre, giocare (per esempio al Central Park) diventerebbe il semplice gioco di tutti i giorni.
Pur essendo una grandissima città, ci si muove velocemente. Questi atleti aiutati dalla tecnologia vedevano cose che a noi normodotati a volte sfuggivano. Che forza, e che piacere camminare vicino a loro, e che rispetto da parte di tutti.
Siamo stati in una Università a New Rochelle, dove tra l’altro insegnano l’Italiano, beh in mezza giornata abbiamo fatto provare il nostro gioco ad una cinquantina di ragazzi e ragazze rigorosamente bendati e non volevano più rientrare in aula.
Un’altra volta, siamo andati in un campo al Central Park, dopo un’ora sono arrivate due squadre di ragazzi a cui avevano assegnato quel campo, bene … noi abbiamo preso i nostri giocarelli e siamo andati a quello vicino, così hanno fatto alcuni spettatori che incuriositi ci seguirono.
Sono sicuro che con tutti quei giocatori italo-americani che lì giocano a baseball, se coinvolti con filmati e documenti del gioco Aibxc, in pochissimi anni apprezzerebbero questo gioco che non ha nulla da invidiare a quello dei normodotati.