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JAPAN SERIES 2021: LE «RONDINELLE» TORNANO A VOLARE

30 Nov , 2021  

di Ignazio Gori

Mi è sempre piaciuta l’usanza gioiosa di far volteggiare in aria il manager della squadra dopo la vittoria del campionato. In Giappone è un “must”. Mi sono divertito dunque, lo scorso sabato, 27 Novembre, a vedere i giocatori dei Tokyo Yakult Swallows lanciare in aria un raggiante Shingo Takatsu (foto copertina) dopo l’incredibile vittoria in Gara 6, nel freddo del “Motto Hotto Field” di Kobe, dopo 5 ore e 10 di gioco.   

Ogni gara di queste “Japan Series 2021” è stata entusiasmante, ma il sesto capitolo lo è stato di più. La gara è stata risolta nella parte alta del 12° inning, quando Shingo Kawabata, entrato da pinch-hitter (uno specialista: 30 valide da subentrato quest’anno, appena una in meno del record di club) ha battuto un singolo alquanto maldestro ma sufficiente a far entrare l’RBI del 2-1 definitivo, segnato dal velocissimo Yasutaka Shiomi che attendeva come un falco in seconda. Il risultato è stato poi confermato dalla salvezza di un ottimo Scott McGough (3 fondamentali salvezze nella serie, ma anche due “blown save”).  

Serie finita sul 4-2, ma gli Orix Buffaloes del manager Satoshi Nakajima, nonostante fossero favoriti, escono a testa alta.

Per il secondo club di Tokyo invece la soddisfazione è doppia, si laureano infatti campioni della NPB dopo due stagioni all’ultimo posto della Central League. Le “Rondinelle”, squadra fondata nel 1950 dalle Ferrovie dello Stato (Kokutestu), vincono il loro titolo nazionale numero sei, il primo dal 2001, dopo venti anni di attesa. Le prime “Japan Series” vinte risalgono invece al 1978, ricordate proprio sul Bar del Baseball grazie all’intervista rilasciataci dalla signora Patty O’Neill Hilton, vedova di John David Hilton che di quegli Swallows era pedina fondamentale (https://www.ilbardelbaseball.com/chi-lascia-una-traccia-non-sara-mai-dimenticato/).

La serie ha visto due prestazioni mostruose dal monte di lancio. La prima in Gara2 vinta dagli Swallows, grazie al partente Hirotoshi Takanashi, capace di compiere shutout e complete game con 132 lanci, ripercorrendo le orme di Kishi Takayushi dei Saitama Seibu Lions, che aveva compiuto la stessa impresa nelle “Japan Series” del 2008. La seconda prestazione “monstre”, purtroppo per gli amanti delle statistiche rovinata e inutile, è quella dell’asso dei Buffaloes Yoshinobu Yamamoto (anno super per lui: 19 vinte 5 perse!) proprio in Gara6, capace di restare sul monte per tutti e nove gli inning, con all’attivo 11 K, un solo punto subito e la bellezza di 141 lanci, una cifra di altri tempi, di un altro baseball … ma il campionato giapponese può regalarci ancora di queste imprese. 

Dopo che Tokyo aveva sprecato il match-point casalingo di Gara5, risolta da un fuoricampo provvidenziale dello slugger americano di Orix Adam Jones, nella parte alta del nono, non era facile per gli Swallows riacquistare l’inerzia della serie, una Gara7 sarebbe stata infatti totalmente a favore dei padroni di casa. Ma la squadra del catcher Yuhei Nakamura (foto in basso), giustamente nominato MVP della finale, ha saputo tener duro contro il granitico monte di lancio avversario. Al termine della gara Nakamura è esploso in lacrime. È infatti lui il veterano di questa squadra, nella quale milita dal 2009, da tutta la carriera, il club che lo ha visto sei volte All-Star, Best Nine nel 2015 e vincitore del Guanto d’Oro sempre nel 2015, suo anno “top” prima di questo magico 2021, il secondo della maledetta “Covid-19 Era”. 

 

(tratta da www.yakult-swallows.co.jp)

 

Ma non solo Nakamura è stato fondamentale in questi sorprendenti Swallows. Dobbiamo citare infatti Norichita Aoki, all’undicesima stagione con la casacca delle “rondinelle”, che vince il suo primo titolo NPB dopo l’esperienza in MLB (2012-17) e non dobbiamo dimenticare nemmeno gli interni fenomenali Testuto Yamada e Munetaka Murakami, anche loro al primo festeggiamento, un grande anno per loro dopo l’oro olimpico.  

A proposito di Murakami: gli Swallows avranno reso felice un loro tifoso d’eccezione, lo scrittore di fama mondiale Haruki Murakami, che proprio durante una partita dei suoi Swallows, nel 1978, ammise di aver ricevuto il suo “satori”, la sua illuminazione, maturando il suo destino di scrittore.

Per il manager Takatsu invece è il primo titolo da manager, dopo quelli vinti da giocatore sempre con il club dei ferrovieri, nel 1993, 1995, 1997 e 2001. Ma il nostro eroe ha in bacheca persino una World Series vinta nel 2015 con gli sfigati Chicago White Sox, che come tutti gli appassionati sanno, erano a digiuno dal lontano 1917, i tempi di Joe “Shoeless” Jackson. In un paio di annate a Chicago infatti Shingo è riuscito a strappare 27 “salvezze”, mica male per un rilievo di secondo piano.

Chissà se in Giappone avranno tradotto L’elogio della sconfitta di Teodoro Paleologo? Vista la tremenda competitività della società del Sol Levante dubito fortemente, ma gli sconfitti Orix potranno rifarsi l’anno prossimo, anche se non sarà facile  ingoiare il rospo della terza sconfitta subita in finale contro gli Swallows; la squadra della capitale infatti li aveva già precedentemente battuti nel 1978, quando si chiamavano Hankyu Braves e poi nel 2005. Ma come dice un nostro proverbio, non c’è due senza tre.

 

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Ora, prima di congedare questa stagione della Nippon Professional Baseball, lasciatemi augurare che il campionato venturo possa svolgersi in maniera più consona al baseball di questi livelli. La regular season 2021 infatti, a causa delle restrizioni anti-pandemiche, ha visto le gare non prolungarsi in caso di parità oltre il nono inning e a mio avviso abbiamo visto troppi pareggi (tre squadre hanno accumulato almeno 20 pareggi e altre sei ne hanno fatti risultare più di 15) che hanno condizionato inevitabilmente la classifica finale, non restituendo forse i veri valori di alcuni roster che magari avrebbero potuto prevalere negli extra innings. 

Per tutti i tifosi dello “yakyū” NPB arrivederci al prossimo anno. 

さよなら. Sayonarà!   


 

( Foto di copertina, tratta da www.japantimes.co.jp )

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