Lauro Bassani

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LAURO BASSANI: tra tanto grande baseball, una famiglia in campo

5 Mar , 2021  

dI Serenella Mele

Alla domanda di cortesia “Come stai?”, mi arriva una battuta dal forte accento emiliano “stà buona va là…che siam di nuovo chiusi. Parlando di grandi fotografi, legati anche al Bar del Baseball, Lauro Bassani occupa senza alcun dubbio uno spazio importante: conosce il baseball, lo ha giocato, lo guida da coach, lo ferma nelle immagini con la sua macchina fotografica, ne condivide in famiglia continuamente le gesta e la competizione.

Sono un fotografo amatore dal 1986 -mi racconta al telefono – lavoravo in campo come coach, ma sappiamo bene tutti che nel baseball in Italia soldi non ce ne sono. Con mia moglie avevamo una maglieria, poi il lavoro è calato finchè abbiamo dovuto chiudere. Ufficialmente sono disoccupato dal 2013. Collaboro con la Fibs, ho la fortuna di abitare nella zona dove c’è più baseball di tutta Italia, così posso vedere tante squadre. Ma il rimborso è davvero minimo, siamo in Italia”.

Hai un passato di tutto rispetto come coach

Fino al 2009 ho allenato qui ad Imola, dopo ho iniziato ad unire le passioni per baseball e fotografia. Dal 2012 la Fibs mi ha chiesto una collaborazione, poi anche altri siti specializzati e il Bar del Baseball. Ho giocato dal 1979 al 1987, in serie C. Nel 1984 ho fatto il corso tecnici, quindi ho iniziato ad allenare, fino al 2009 come coach in A2 per dieci anni. Con me c’era anche mio figlio Alex, che è stato ingaggiato dal Castenaso. Per un po’ sono stato con lui, ma da qualche anno sono tornato ad Imola e seguo le giovanili. Adesso purtroppo siamo fermi”.

Il campo gli ha dato soddisfazioni di tutto rispetto: “Ricordo la promozione dalla B all’A2, da tecnico. Nel 2011 con la selezione dell’Emilia Romagna U12 siamo stati in Polonia per le finali europee. Forse la soddisfazione più grande, adesso, è vedere un buon 80% di quei ragazzi giocare in A1 e A2: per citarne alcuni, Cesare Astorri, Gianmarco Cannata, Edoardo Acerbi”.

Parliamo di fotografia. Quando hai iniziato?

Nel 1986, con la mia fidanzata -ora moglie, Tania Ghini, ndr – siamo stati a Santo Domingo. Avevo una macchinetta compatta, a pellicola. Quando siamo tornati, vado a far sviluppare le foto: inguardabili, o nere o bianche. Ma mi piaceva molto fotografare, quindi mi sono comprato la prima reflex Canon e la passione non mi ha più abbandonato. Fotografavo di tutto, fino al 1995, solo per puro divertimento. Poi per tre anni ho collaborato con un fotografo, come assistente. Ricordo le foto ritoccate con l’aerografo, che tempi, ma venivano fuori davvero opere d’arte! Poi ho accettato l’offerta dalla società di Imola e sono tornato a fare il coach, essendo meno impegnato sul campo, fotografavo ogni volta che potevo. Nel 1988 andai a fare un po’ di foto ai mondiali a Bologna, scattando un centinaio di foto. Sul momento non ricordo uno scatto particolarmente importante, ma dopo, avendone seguito la carriera, ho diverse foto di James Antony “Jim” Abbot, il lanciatore americano che aveva solo una mano. Dal 2011 mi dedico solo alla fotografia,  alleno i bambini dell’U12, ma è un impegno davvero molto leggero”.

Durante la partita, cosa vuoi fermare in uno scatto?

Sicuramente le azioni più importanti, il doppio gioco, mi piace da matti lavorare sugli esterni quando si tuffano per prendere una palla. Purtroppo te ne viene bene una su centomila, perché siamo davanti ad azioni molto veloci e non sempre riesci a beccare “l’attimo”. Uno dei miei difetti più grossi è che mi faccio prendere troppo dalla partita, mia moglie me lo dice sempre! Mi perdo il contorno, tipo i festeggiamenti, ecc. 

Anche mia moglie è fotografa per hobby, insieme andiamo anche a vedere nostro figlio che è uno dei lanciatori della Fortitudo (Alex Bassani, ndr): lei sta fuori dal campo, da lì cerca di fare le foto che sa benissimo io mi perderò. È brava, eh, ma come genitori spesso ci facciamo prendere dal gioco di nostro figlio -sorride papà Lauro”.

La foto che vorresti fare?

Lo scorso anno ho seguito le qualificazioni olimpiche, poi la Coppa Campioni a Bologna, ma non ci perdo il sonno. Ripeto, sono attirato tantissimo dalle prese in tuffo degli esterni, in volo. Per una questione di età, di peso, preferisco fotografare il baseball che ha un campo più grande e dove mi piazzo non disturbo nessuno. Aspetto che inizi il campionato”.

Dalla terra dove c’è tanto baseball, Lauro Bassani e Tania avranno pure solo occhi per Alex che lancia con la Fortitudo. Ma state buoni, va là, che il Bassani senior aspetta di entrare in campo per il campionato!


(Fonte immagini: Valentino Orsini)

(Nell’immagine di copertina: Lauro Bassani impegnato a fotografare sul campo di gara. Nell’immagine dell’articolo: Lauro Bassani con suo figlio Alex.)

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