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Le parole di Burato e Peronaci a pochi giorni dal mondiale Under12

22 Lug , 2019  

di Emanuele Tinari

A poche ore dalla partenza per il Taiwan le parole del manager Stefano Burato e del dirigente accompagnatore Aldo Peronaci in esclusiva per il Bar.

Stefano Burato

Com’è andato il torneo di Buttrio ?

Sono state giornate di lavoro molto intenso . Oltre ad aver giocato 6 partite ad alto livello con la nazionale italiana Under 13 (i campioni d’Europa dello scorso anno) , e le nazionali Ceche delle categorie U12 (che parteciperà con noi al Mondiale) e U13, abbiamo fatto tanta formazione su dinamiche di gioco nuove. Dall’inizio del torneo alla fine siamo cresciuti molto sotto l’aspetto della conoscenza del nuovo metodo di gioco e delle nuove regole. In tutto questo i padroni di casa dei White Sox ci hanno messo nelle migliori condizioni per farlo . Buttrio sta diventando sempre più la casa della Nazionale Under 12 .

Quali saranno le regole del mondiale che avranno maggior impatto sul gioco ?

Al mondiale Under 12 si giocherà con le normali regole del baseball . Per molti ragazzi, quelli che non hanno avuto la fortuna di fare doppio campionato nell’under 14 regionale, alcune dinamiche del gioco risultano completamente nuove. Queste , se non preparate per bene potrebbero avere un impatto negativo, e penalizzarci durante la manifestazione mondiale.

Com’è cambiata la preparazione di voi tecnici tra europeo e mondiale ?

E’ cambiata completamente . Rispetto all’Europeo abbiamo dovuto insegnare ai lanciatori a non commettere balk . Agli interni come si tengono gli uomini sulle basi, in particolare il corridore in seconda . Abbiamo dovuto insegnare loro i vantaggi e il ritorno sulla base . Insomma un nuovo approccio al gioco . Devo dire che il grande impegno del mio staff è stato ripagato dall’interesse e dalla voglia di apprendere dei ragazzi . Dall’inizio del torneo alla fine abbiamo notato una costante crescita .

Girone di ferro . Qual è l’obbiettivo principale ?

Nella prima fase , tolte le corazzate Stati Uniti e Venezuela , proveremo a giocarcela fino in fondo con le altre . Dalla mia esperienza nei precedenti mondiali , Messico e Korea e Australia, seppur ottime squadre , potrebbero essere alla nostra portata . Dovremo essere bravi a giocare bene in difesa come abbiamo fatto in semifinale e finale dell’europeo . E a guidare i nostri lanciatori attraverso il lavoro di scouting degli avversari . Cogliendo le loro lacune in battuta . Riuscire poi a portare all’ Italia qualche punto di Ranking mondiale non sarebbe male . L’obbiettivo comunque è quello di far fare ai ragazzi un’esperienza che potrà tornare utile in chiave futura, nelle successive convocazioni con le nazionali U 15 e U 18 . Aver già fatto un mondiale gli sarà senz’altro molto utile quando dovranno affrontare competizioni internazionali.

Aldo Peronaci

– Qual è l’emozione di accompagnare questi ragazzi in un mondiale?

Un’emozione fortissima, il desiderio di essere di aiuto a ragazzi e staff tecnico e sanitario, la consapevolezza dell’importanza della manifestazione e di ciò che rappresenta per tutti noi e per il nostro movimento, da vivere ogni istante come facciamo ormai da mesi.

Cosa cambia tra un europeo e un mondiale?

Molto, e non solo per la forza e il prestigio delle squadre nazionali che lo giocheranno. Intanto il regolamento del Mondiale, che la WBSC ha reso identico per qualsiasi categoria, dall’under12 alla seniores, quasi a sottolineare l’identità del format senza distinzione tra giovanili e professionisti. Poi la vastità della diffusione dell’evento, con tutti i meccanismi che si innescano, fa sí che ogni aspetto debba essere studiato e preparato con attenzione meticolosa.

-Come curate l’organizzazione di una trasferta del genere?

Si può dire che il Mondiale che sta per iniziare è cominciato dai primi try out finalizzati alla scelta dei giocatori per l’Europeo del 2018, quello di Budapest. Un lavoro eccellente, che ha permesso di centrare l’accoppiata riconferma del titolo Europeo under12-qualificazione al Mondiale. Lo staff tecnico, coadiuvato ottimamente dagli uffici federali, che desidero ringraziare per il costante supporto che ci forniscono, lavora da molto tempo per preparare questo evento. Sono tali e tante le cose da fare in ottica Mondiale, sia amministrative che tecniche, che senza la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti renderebbero complicata la stessa partecipazione. Non vanno dimenticate le famiglie dei ragazzi, che hanno dato e daranno ancora una grossa mano a tutti noi per agevolare il nostro compito.

Cosa significa essere il capo delegazione?

Un onore, una responsabilità, un ruolo che impone attenzione e presenza costanti. Ringrazio chi ha voluto darmi fiducia, il Consiglio Federale tutto, con menzione particolare per il Presidente Federale, Andrea Marcon, il vice Presidente Fabrizio De Robbio e il Consigliere Marco Mannucci per il loro costante supporto.

Un sogno per il nostro baseball?

Si dice che sognare non costa nulla, e sotto un certo punto di vista è vero. Se non costa nulla, vale comunque tanto, tantissimo…in questo anno cruciale, oltre ovviamente a far bella figura al Mondiale under12 di Tainan, auguro con tutto il cuore al nostro movimento di centrare la qualificazione alle Olimpiadi 2020 per il Baseball e il Softball. Lo meritiamo, sono stati fatti passi importanti, lasciamo parlare il campo e facciamo tutti insieme il tifo per l’Italia.