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Le VERITà con sfumature di GRIGIO

30 Gen , 2019  

di Riccardo Mazzucato

 

Visibilità del Baseball Italiano

Un paio di amici mi hanno contattato per dire la loro su un tema che è sempre di attualità: la visibilità del Baseball in Italia. Sono Gianni Boldrin da Padova, ora allenatore del settore giovanile del Conegliano Baseball e Alessandro Calzati da Venezia, Presidente e giocatore dei Metros Venezia.
La parola a Gianni Boldrin.
“Sul Bar del Baseball si parla sempre del fatto che manchiamo di visibilità e questo è indiscutibilmente vero però non facciamo niente per essere più visibili. Diamo sempre la colpa ai nostri Presidenti Federali invece per me, di colpa ne possono avere ma non al 100%. La colpa, se vogliamo dare delle colpe o delle responsabilità, è di tutti noi, che non siamo capaci di renderci visibili: ci beiamo del fatto che il Baseball è lo sport più bello del mondo, ma se non lo facciamo conoscere ? Come possono rendersi conto gli altri dell’opportunità che perdono non giocando o non seguendo il Baseball ? Ho fatto un piccolo conto della serva, come si usa dire dalle nostre parti e sono andato a vedere sul sito della FIBS quanti tesserati ci sono in Italia: Anno 2015, 17.000 tesserati. Quanti abitanti ci sono in Italia? Circa 65 milioni. Ho fatto il rapporto: c’è un giocatore di Baseball ogni 3.823 abitanti. Che visibilità vogliamo avere ? Sono andato a vedere anche il rapporto con le altre Federazioni: certamente non siamo fra i primi anzi siamo agli ultimi posti. Ritorniamo al discorso visibilità: cosa fare ? La bacchetta magica la escluderei. Ho una mia idea però, che da anni cerco di portare avanti anche in ambito Comitato Regionale, ma in realtà sono sempre stato poco ascoltato. Per essere più visibili cos’è che dobbiamo fare ? Dobbiamo fare in modo che ci siano più campi. Noi pretendiamo sempre che un campo sia uno stadio. No. Può essere anche un campo da calcio. Ogni società, per fortuna, ha tutta la filiera e si è costretti a giocare al Sabato e alla Domenica perché ci sono più squadre. Allora, perché non far giocare la categoria Under 12 su un altro campo ? Magari può anche essere a 500 metri di distanza ma è già qualcosa: la gente vede 2 campi e perlomeno vede 2 squadre di Baseball che giocano. Torno al discorso visibilità, cosa fare ? I nostri Presidenti di Società di cosa si occupano ? Campionati, ok, va benissimo, e se sono di un certo livello, di reperire i giocatori. Questo è il compito, ok, va bene ma non deve essere solo questo. Tu sei Presidente di una Società ed è come se gestissi un’azienda. Su cosa puoi contare come reddito ? Sui giocatori. Perché se hai un certo numero di giocatori ti puoi permettere anche di fare certe spese: fai pagare 300 € all’anno a un giocatore ? Più o meno sono 25/30 € al mese. Se hai 10 giocatori sono 250 € al mese. Se hai 100 giocatori sono 2.500 € al mese e allora magari ti puoi permettere il lusso di avere un allenatore straniero. L’alternativa è di cercare quei tecnici che sono in pensione e allora li hai a tempo libero, sempre che abbiano voglia di continuare e ci siano quei tecnici che iniziano e fanno tutto un percorso per l’amore e la passione: su quelli puoi contare ma poi diventa un numero sempre più esiguo perché non siamo eterni neanche noi quindi devi cercare di allargare la cerchia dei giocatori, più ne hai, meglio è. Come fare ? Pubblicità. Investire in spot pubblicitari. Non deve essere sempre e solo compito della Federazione ma può anche essere locale: ci si mette d’accordo fra società e si fanno degli spot di un minuto nelle TV private e si fa propaganda. Questo è il progetto, non è facile, ci vuole tempo ma se abbiamo degli obiettivi e sappiamo come dobbiamo fare per raggiungerli e come dobbiamo lavorare, abbiamo il dovere di perseguirli.
Per quanto riguarda la Federazione: trovare una soluzione per i Campionati sembra che abbia risolto tutti i nostri problemi ma non è così, purtroppo. È una minimissima parte. La visibilità c’è se crei una base. Fraccari, una carissima persona che conosco, avrà avuto i suoi buoni motivi per fare professionismo. Una pia illusione: ingrassiamo gli altri che vengono da altri paesi e con i soldi che prendono qua si possono permettere di vivere più che bene quando tornano al loro paese. I nostri giocatori se prendono 1.000/1.500 € per 6 mesi non è che diventino ricchi, forse fanno anche la fame perché gli altri 6 mesi cos’è che fanno? Quando poi trovano un allenatore che viene da fuori che costa 500/800 € ? Lasciamo perdere poi la qualità, per l’amor del cielo però le società guardano il budget che hanno. Non parliamo della Fortitudo che ha dei budget, una struttura e una capacità organizzativa al di fuori del comune. Ci dobbiamo confrontare con la base. A Fraccari ai suoi tempi dicevo che avrebbe dovuto essere Presidente di 500 Società, addirittura 1.000 ! Dobbiamo fare in modo di ridurre le distanze tra un campo e l’altro e magari di fare più partite, di aumentare il numero delle squadre, dei giocatori e del pubblico per tornare ad essere interessanti per gli sponsor. E poi c’è bisogno che lo sport entri nelle scuole, dev’essere materia di studio come negli altri paesi. E di questo se ne devono occupare le Federazioni e la classe politica. Allora si diventa forti e vincenti, invece che essere ottavi magari arriviamo terzi a livello mondiale ed ecco che arrivano i soldi. Ma devi partire dalla base per costruire la piramide altrimenti non si fa niente. E per me diceva bene Roccabianca quando sosteneva che manchiamo di visibilità perché dev’essere quello l’obiettivo: la visibilità. Scriviamo sul Bar del Baseball ? Benissimo, ma siamo sempre noi, chi è che ci viene a vedere ? Nessuno. E noi viviamo di ricordi e con i ricordi non si va avanti se non costruisci un qualcosa. Costruire qualcosa è allargare la base, diffondere questo sport. Ci piace ? Benissimo. E qualche volta mi arrabbio anche con questi Presidenti: come vuoi essere ricordato ? Come quello che ha gestito la tua squadra di IBL o come quello che da 17.000 è arrivato a 100.000 tesserati ? Che forse è meglio ? Questo deve essere il lavoro e dobbiamo lavorare tutti, tutti assieme e condividere: il nuovo tecnico straniero me lo posso permettere ? C’è una squadra, una società vicino? Te lo mando una volta la settimana o ogni 15 giorni o una volta al mese. Lavoriamo assieme! Ti do una mano e cresciamo e se la tua squadra è competitiva lo diventa anche la mia.
Poi un’altra cosa: giochiamo niente, lo diceva anche Mazzotti ed è vero. Facciamo 8 mesi di allenamenti per giocarne 4, è una cosa ridicola. Ai ragazzini non piace questa cosa, vogliono giocare, vogliono giocare ! Campionati giovanili: perché non fare il doppio incontro ? Perché non hai lanciatori ? Allora adottiamo la formula dei 21 lanci ad inning anziché i 3 out: X numero di lanci per lanciatore, si gioca di più, non si rovinano i lanciatori e tutti si divertono. Meglio ancora: perché non giochiamo a Softball maschile ? Con lancio da sotto e tutti battono ? Tira piano ? Ma chi se ne frega !? Se c’è l’azione di gioco si impara, che i giocatori corrano e si divertano e tirino da tutte le parti ! Vedrai che prima o poi imparano a forza di sbagliare. Base su Ball e Strike Out sono deleteri. Si annoiano anche in Major League quando un lanciatore fa strike out a nastro. È bello quando c’è la battuta, la presa al volo spettacolare, la valida, il fuoricampo. Dal punto di vista tecnico è perfetto ma come gioco ti annoi.
Ci si lamenta che presso i nostri campi da Baseball abbiamo pochissimi spettatori. Allora ritorno al discorso di prima. Rapporto 1/3.823 abitanti. La vedo dura poter riempire gli stadi perché la società non è più quella di una volta, gli interessi sono tanti. Tecnici ? Sono impegnati il Sabato e la Domenica e forse non hanno il tempo di andare a vedere le partite perchè hanno anche una famiglia; i giocatori al giorno d’oggi hanno anche altri interessi che non è solo quello della partita. I tempi sono cambiati. Poi i nostri stadi dovrebbero essere strutturati in modo diverso. Allo stadio dovresti poter mangiare oltre che vedere la partita: vedo che nei campi piccoli dove c’è questa possibilità, c’è più gente. Mangi, bevi, chiacchieri e nello stesso tempo vedi anche la partita. Perché è un momento di condivisione e aggregazione: parli con gli altri, mangi qualcosa, bevi qualcosa, guardi la partita, commenti. Non ci possiamo paragonare al calcio dove ci sono migliaia e migliaia di persone che vanno a vedere le partite; più che per guardare la partita per sfogare i loro bassi istinti e scagliare la propria rabbia e le proprie frustrazioni contro il malcapitato arbitro o la squadra avversaria o contro il pubblico. Noi nel Baseball, per fortuna, siamo degli sportivi e questa è una gran bella cosa: questo dovremmo divulgare, far capire ai genitori che il nostro sport è diverso, soprattutto dal calcio, come mentalità e questa è un’arma vincente.
Parentesi, parlo della sconfitta. Perdere una partita a qualsiasi livello non deve essere visto come qualcosa di catastrofico o di negativo. È un punto di partenza perché serve a capire su cosa si deve lavorare, non solamente come squadra ma anche come singolo individuo. Se noi conosciamo quelli che sono i nostri limiti o i nostri difetti, sappiamo su cosa lavorare perché abbiamo degli obiettivi e questo ci aiuterà a crescere non solo come atleti ma soprattutto come persone. La società ha bisogno di persone che siano in grado di reagire alle avversità e quale occasione migliore di quando perdi ? Questo deve essere il concetto: si perde ? Perché ? Gli altri sono stati più bravi ? Benissimo. Noi cos’è che dobbiamo cercare di fare ? Essere più bravi di loro. Perché se la squadra è competitiva allora si va avanti e si cresce, dai l’opportunità anche agli altri di crescere e la società è più efficiente. <<Dai a un ragazzino una mazza, una palla e un campo dove giocare e avrai un buon cittadino>>, parole sante. Spesso vediamo lo sport come crescita muscolare: è mentale ! Questo è importante: quel ragazzino domani sarà un buon cittadino e aiuterà gli altri.
Poi un’altra cosa che non mi piace. In questo bellissimo Sport siamo in 4 gatti. Siamo tutti animati da una grande passione, da un grande amore per il nostro Sport però il rovescio della medaglia qual è ? Siamo tanto ‘ignoranti’. Intendo ‘ignoranti’ perché parto dal presupposto che ci lamentiamo che i nostri giocatori sono da terza, quarta, quinta scelta: e forse lo siamo anche noi ! Perché probabilmente abbiamo scelto il Baseball perché non eravamo capaci di fare altro (RISATA). Questo in generale e ritorno al discorso degli ‘ignoranti’: se invece di criticare quello che ci sta vicino condividessimo e ci si aiutasse e mettessimo da parte un po’ il nostro orgoglio !? Allora molto probabilmente diventeremmo anche vincenti perché è aiutandoci l’un l’altro che si cresce. La critica va bene se positiva, costruttiva ma oltre la critica ci deve essere anche la condivisione e l’aiuto: tu fai in modo diverso da come faccio io ? Ok, ti rispetto, tu hai la tua idea ma lavoriamo assieme, io ho un’altra idea ma lavoriamo tutti per un unico obiettivo. Ognuno deve mettere sul piatto quelle che sono le proprie idee e competenze e tutti insieme lavoriamo per far diventare grande il nostro Sport. Come i costituenti nel dopoguerra dobbiamo tornare ad essere grandi uomini e a lavorare per il nostro Sport tutti assieme.
Paco, permettimi infine di usare questo spazio per fare dei saluti: nella mia vita ho avuto il piacere di conoscere in una convention un grandissimo personaggio del Baseball Italiano, Giampiero Faraone, un Signore oltre che un grande tecnico che onora come tutti i campioni, il nostro Sport. Spero di non sbagliare e purtroppo quando fai dei nomi ti dimentichi di altri che hanno la stessa importanza. Ho avuto il piacere di conoscere anche Morville, Cattani per non parlare di Scerrato. Tre grandi personaggi di tutta quella grande squadra del Glen Grant dell’epoca e oltre a loro tutti quelli che a quell’epoca giocavano a Baseball. Poi ho avuto anche il piacere di conoscere Toro Rinaldi perché a quell’epoca lavoravo per la De Rica e lui era un agente della De Rica. Mando un caro saluto a tutti voi. Ciao cari amici”.

 

 

E ora nel box di battuta, Alessandro Calzati.

“Io credo che per rendere più visibile uno sport come il baseball, serva soprattutto lavorare all’allargamento della base dei praticanti.
Sappiamo tutti bene come l’attenzione degli sponsor e delle amministrazioni locali sia maggiore là dove c’è una maggiore concentrazione di persone. Più gente si interessa di uno sport, più cominceranno a ruotargli intorno interessi economici e, oltre una certa soglia, anche interessi politici.
Senza nulla togliere all’attività agonistica, fondamento di ogni sport, credo che sia altrettanto importante la presenza di una diffusa attività amatoriale in grado di intercettare appassionati di tutte le età, neofiti ed ex giocatori. Chi opera a livello amatoriale dovrebbe sviluppare un tipo di attività sportiva “semplificata”, fatta in modo da rendere questo sport accessibile e, soprattutto nel primo approccio, gratificante.
Nessuno si diverte a sbagliare o a trovare difficile cimentarsi in uno sport.
Se io voglio che un giovane si appassioni al baseball, devo fare in modo che gli riesca facile e che quindi provi soddisfazione nel praticarlo.
Un certo atteggiamento tipico della “vecchia scuola” tendeva semmai a evidenziare le difficoltà del baseball: lanciare non è da tutti, per battere devi essere dotato di poteri soprannaturali, per reggere una partita devi avere una forza d’animo sovrumana, le regole sono migliaia e non basta una vita per impararle tutte, e così via.
Tutto questo porta la gente ad allontanarsi e a cercare soddisfazione in altri sport. Io credo che il nostro compito sia quello di far gustare il baseball fin da subito; poi certamente ogni praticante, nel tempo, crescerà di livello tecnico e ognuno, in base alle proprie attitudini, individuerà un ruolo preferito; certamente c’è chi raggiungerà certi traguardi e chi invece andrà oltre. Tutti comunque avranno dato vita al movimento sportivo.
L’attività amatoriale permette anche ai tanti “veterani” di continuare a praticare sport anche oltre l’attività agonistica (che mediamente si conclude tra i 35 e i 40 anni). Questo aspetto, che qualcuno fino a poco tempo fa definiva “il binario morto dello sport” è in realtà abbastanza importante perchè -al di là del fatto che praticare sport è salutare- implica una consistente domanda di beni (abbigliamento tecnico, attrezzatura sportiva) e servizi (palestre, impianti sportivi).
Con i Venezia Metros abbiamo sviluppato un tipo di attività chiamato “Baseball Days”: intere domeniche dedicate alla pratica sportiva. Squadre fatte al momento con i partecipanti, regole del gioco studiate apposta per agevolare tutti i partecipanti. Ad un esperto puoi fare un lancio da “baseball” vero e proprio, ma con un principiante è meglio adottare la meccanica dello “slowpitch”. Altra regola: non esistono ball nè strike. Il battitore sta nel box finchè non batte una palla. Questo implica che tutti devono necessariamente battere e giocarsi la loro chance sulle basi; dal punto di vista del lanciatore, è decisamente meno stressante e faticoso. E’ successo anche di avere in campo degli “absolute beginners” (soprattutto bambini) per i quali si è optato per il Tee ball!
In questo modo, una partita di baseball “mista” diventa una domenica di sport (di solito dalle 10 del mattino alle 6 del pomeriggio, con pausa pranzo e avvicendamento di partecipanti) vissuta da tutti in modo coinvolgente e appagante.
Un altro aspetto certamente importante è la presenza nelle scuole: qui credo che sia importante che ogni società sportiva instauri un rapporto con le scuole della zona per andare a insegnare ai professori di educazione fisica, i quali molto raramente conoscono il baseball. Saranno loro, successivamente, ad insegnare a ragazze e ragazzi. Nelle scuole, dove si svolge attività prevalentemente indoor, sarebbe sufficiente una dotazione di attrezzatura di gomma o tipo wiffleball”.

Le sfumature di grigio potranno prendere colore diverso ?