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L’ultima partita prima del Coronavirus

28 Mar , 2020  

Di Enrico Pasini 

Domenica 23 Febbraio, a Bologna finali al mattino di Winter League e al pomeriggio finali del torneo Città di Bologna.

Tutto il giorno in giro, Palacus al mattino, McDonald’s a pranzo, Palarecord al pomeriggio.
Era solo un mese fa, 28 giorni per la precisione, ma sembra passata una vita.

Ad ora, era veramente un’altra vita.

Fu una giornata molto cupa, sportivamente parlando, per gli Under 12 della Fortitudo.

Una giornata dove la voglia di giocare a Baseball era stata lasciata a casa da praticamente tutti i ragazzi, una giornata dove, né dal monte, né dal box uscivano prestazioni decenti e dove la difesa sembrava non aver capito che sport stava praticando.

Una giornata di Baseball che si può riassumere con l’espressione a dir poco sconsolata del loro allenatore Maurizio.
Avete presente quando si dice: “ma hai visto la Madonna?”

Ecco quell’espressione è l’esatto opposto, vorrebbe vederla ma non ci riesce, la sta aspettando ma non arriva, ma dove sta, ma dove sto, ma dove siamo, a cosa stiamo giocando, questi in campo chi sono, gli ho allenati io, che sport pratichiamo, baseball, curling, polo?

Quella era l’espressione a metà partita di finalina settimo ottavo posto, con due allenamenti a settimana di due ore, già all’aperto del piccolo Spada a Casteldebole.

È passato un mese, i ragazzi non si sono più allenati, sono chiusi in casa studiando via web e praticando gli esercizi che Maurizio e un grande Capitan Vaglio gli hanno mandato via Whatsapp.
Li fanno in salotto, o in terrazza, provando a fare qualche lancio in garage o nel giardino nascosti, senza farsi vedere.

Quell’espressione di Maurizio resterà come simbolo dello stop inatteso e tragico che ha coinvolto tutti e tuttora ci sta coinvolgendo.

Ma chissà quando torneranno ad allenarsi, perché torneranno, dopo due-tre mesi di inattività, che espressione farà alla prima partita Maurizio, chissà come questi ragazzi si presenteranno sul diamante nelle prime partite all’aria aperta.

Io non vedo l’ora di fotografarli di nuovo tutti, le loro giocate, i loro lanci, le loro battute e le loro scivolate, e le loro facce buffe.

Perché se l’espressione lievemente spaesata di Maurizio, è simbolo di questo stop inaspettato, le foto di gruppo di questi ragazzi, felici, sorridenti, nonostante siano arrivati penultimi e ultimi, dovrà essere simbolo della nostra ripartenza.

Si proprio questi ragazzi, i nostri ragazzi, saranno la nostra ripartenza, con la loro voglia di giocare, ma ancor di più di stare tutti insieme.

Ripartiremo tutti, quando potremo, da questa loro voglia, una voglia che piano piano questa quarantena sta facendo diventare sempre più grande, la voglia di stare insieme di giocare e soprattutto imparare a giocare a questo sport incredibile.

Ripartiremo dai nostri ragazzi anche noi, per aiutarli a costruire un mondo migliore di quello che gli stiamo lasciando.

Con e grazie al Baseball.

Andrà tutto bene, ce la faremo.