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Marco Nanni: “Scelta Castenaso mi ha ripagato. Qui progetto ambizioso”

27 Set , 2018  

di Emanuele Tinari

Qualcuno avrà storto il naso, tanti si saranno chiesti il perchè ma come spesso accaduto negli ultimi anni ha avuto ragione lui. Marco Nanni è riuscito a riportare Castenaso in A1 32 anni dopo una carriera di grandi successi con la Fortitudo Bologna e l’ultima esperienza nel 2017 con San Marino.

“Questa scelta mi ha ripagato. Non ho lasciato San Marino perchè avevo già un accordo qui come in tanti avevano detto. Sono andato via da lì per discordanze tecnico-organizzative. Due giorni dopo ho ricevuto offerte dalla serie A1, due settimane dopo quella del Castenaso. A metà dicembre è arrivato l’accordo, di certo non per ragioni economiche ma perchè avevo capito quanto il progetto qui fosse ambizioso, me lo sentivo ed oggi posso affermare di aver preso la giusta decisione quando ho aspettato quattro settimane per firmare dopo l’addio al San Marino. Si è rivelato un anno fantastico. Tutti mi hanno supportato e sopportato, i ragazzi si sono messi a completa disposizione mia e dello staff e la forza della squadra ha fatto il resto”.

Dallo scudetto alla promozione le emozioni non cambiano.

“Ci sono sempre le stesse preoccupazioni e soddisfazioni. Le responsabilità sono le stesse e pesanti sia in A1 che in A2, le partite importanti ti danno sempre le stesse ‘paure’ in finale di European Cup o sabato con il Torino. Il bello è condividere le gioia con collaboratori ed atleti, vedere qualche lacrimuccia in campo e tra i dirigenti. Questo ti ripaga di tutti i sacrifici fatti da febbraio in avanti”.

Una A2 che Marco Nanni ha trovato di un livello più alto rispetto a quanto si aspettasse.

“Credevo fosse più debole. Quest’anno quasi tutte avevano il lanciatore straniero, tante hanno dimostrato voglia di crescere non solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello organizzativo. Castenaso si è messo in gioco per creare una dirigenza importante per fronteggiare tutte le difficoltà che arrivano durante una stagione. Il talento sopperisce ad alcune mancanze, ma per essere vincenti ci vuole una dirigenza che sappia fare il proprio lavoro e in questo Castenaso cresce, ma anche altre società della serie A2”.

Una squadra costruita per vincere. Partita non a pieno ritmo ma diventata praticamente ingiocabile con il passare del tempo.

“Le mie preoccupazioni principali erano la profondità del bullpen e soprattutto le soste. Le due di giugno e quella lunga un mese di agosto mi  creavano ansia. Per questo motivo ho fatto sì che non fossimo in piena forma fin dall’inizio. Ho lavorato prima sui fondamentali, sulla tattica, poi ho caricato di più da metà stagione in avanti e ci ho preso. Per il monte la società mi ha accontentato con l’arrivo a metà stagione di Florian, pitcher che ci ha tolto parecchie volte le castagne dal fuoco”.

La vittoria di sabato sera in gara 4 è stato il giusto coronamento di una grande stagione.

“A Torino siamo andati in campo con l’atteggiamento giusto dimostrando la nostra forza. In entrambe le partite ci sono state due big inning che hanno tagliato le gambe ai piemontesi. Avevo molto rispetto per i nostri avversari una squadra in forma e capace di vincere partite importanti nella seconda fase della stagione. Prima delle due gare a Castenaso avevamo forse un po’ di paura, logica quando giochi per conquistare l’ultima vittoria. Un po’ quello, l’emozione e forse aver sottovalutato la partita ci è costato gara 3, ma in gara 4 dal primo inning in cui ci siamo trovati avanti per 5-0 è filato tutto via liscio”.

Adesso la serie A1. Tante supposizioni ma ancora niente di certo.

“Non so cosa aspettarmi. Ora se ne sentono di ogni, ma spero non vengano stravolte le regole del 2018 come sembra. La società ha fatto un progetto su determinate norme e spero non si cambi del tutto, ma finchè non ci sarà una riunione tra le società saranno tutte ipotesi. La mia speranza è che si torni alle tre partite perchè la Fortitudo campione d’Italia per vincere lo scudetto ha giocato solo 35 partite. Bisogna dare l’opportunità ai giocatori italiani di crescere, mettersi in mostra magari riuscendo ad aggirare alcune situazione scomode provenienti dall’Europa.  A me piacerebbero più partite, ma non decido io, non so quale sia la ricetta giusta ma serve cambiare qualcosa”.

In estate intervistai Infante  e mi disse come a Castenaso non mancava tanto per arrivare tra le big del campionato, Nanni è in parte d’accordo.

“Carlos sbaglia poco perchè conosce benissimo il baseball e il nostro campionato. Su 2 gare con lo straniero sempre sul monte, anche come rilievo, il gap si riduce visto l’importanza del lanciatore. La cosa positiva per noi è la conoscenza del gioco a certi livelli di giocatori come Infante, Sabbatani, Molina, Molina, Richetti e Florian, sanno cosa può succedere, ma se cambiano le regole può cambiare tutto. Ora ci metteremo dietro la scrivania, vedremo se saranno due o tre partite, dovremmo avere conferma del budget e valutare altre situazioni. Chi vince merita la riconferma ma bisogna valutare anche altre priorità, Castenaso è ambizioso in campo e fuori e vuole crescere anche nelle infrastrutture”.

Ovviamente pensando a Nanni e al suo passato impossibile non chiedergli di come sarà il derby Castenaso-Bologna.

“L’ho vissuto da giovane a Bologna da tifoso fortitudino quando giocavo con la Primavera e poi passavo a tifare sugli spalti. Ricordo sfottò, goliardia, una situazione divertente ed un clima festaiolo e spero sia così anche l’anno prossimo. Si giocherà per vincere, ma poi alla fine tutti insieme a prenderci una birra. Il gap è tanto, ma spero la mia squadra sia all’altezza e sappiamo come un derby è sempre un derby e le distanze tecniche si riducono”.

Fonte foto: Pagina Facebool B.C Castenaso Baseball