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Mets e Giants, due squadre così diverse ma da sempre legate dentro alla loro storia

7 Mag , 2019  

di Enrico Pasini

I Giants di San Francisco sono nati a New York e sono rimasti nella City fino al 1957 quando traslocarono in California, insieme ad un’altra squadra di New York, i Brooklyn Dodgers, quelli del numero 42 di tutti, Jackie Robinson, che nello stesso anno si trasferirono a Los Angeles. E il derby tra Dodgers e Giants rimase, forse anzi si accese ancor di più. A New York, da tre squadre, rimasero solo gli Yankees, la squadra più forte di tutti, quella del Bronx. Fino a qualche anno dopo quando fondarono i NewYork Mets, colori sociali Blu-Arancio in onore delle due storiche squadre che emigrarono ad Ovest. I Mets e i Giants in questo 2019 partono da prospettive molte diverse. Per i Mets andato via Sandy Anderson, il General Manager che portò nel 2015 i Mets alle World Series, perse contro i Royals, molto è cambiato grazie a Brodie Van Wagenen il nuovo GM, ex procuratore, che ha cominciato ad impostare la squadra per un futuro vincente. Il sogno sarebbe partire già da quest’anno, e la mentalità che il nuovo dirigente sta installando nella squadra fa ben sperare. Van Wagenen ha fornito al manager Callaway una squadra migliorata in tutto i settori rispetto al 2018, con la conferma sul monte dei partenti tra i più forti della MLB, Jacob DeGrom e Noah Syndergaard. DeGrom, che era partito alla grande anche in questo 2019, ha avuto un paio di partite in cui era irriconoscibile, ma nell’ultima uscita è tornato il solito DeGrominant. Syndergaard invece partito molto sotto tono, ma nell’ultima uscita ha dominato con un complete-game con shutout e il solo homerun decisivo che ha dato la vittoria ai Mets 1-0 sui Reds. Trai partenti l’unico non all’altezza in questo momento sembra essere Vargas che ha fornito prestazioni molto al di sotto delle aspettative e della media di squadra. Il bullpen invece che si doveva rinforzare con il ritorno di Famila e l’arrivo del closer Diaz, in questo primo mese abbondante ha mostrato diverse lacune, mettendo in difficoltà spesso e volentieri il lavoro dei partenti, o non riuscendo a coprire una serata negativa di chi saliva prima di loro sul monte. Diaz è reduce da due sconfitte che a New York non si aspettavano, dopo le otto salvezze consecutive che lo hanno portato in poco tempo nel cuore dei tifosi. Ma se ben si guarda il passato di Edwin, quando lancia non per una salvezza, la sua media ERA, e le sue prestazioni, sono nettamente al di sotto di quando deve salvare la squadra. Edwin Diaz è un gran lanciatore, un lanciatore che non sa vincere, ma sa salvare benissimo. Per Famila invece il ritorno, dopo la parentesi Athletics, non è stato dei migliori. Ora fermo per un’infiammazione alla spalla è stata forse la più grande delusione dei Mets. La stagione è lunga, ma in quell’aria già di per suo un po’ spenta di Jeurys, i suoi occhi sembrano sempre avere qualcos’altro davanti, oltre che battitore e Catcher. Recuperare e migliore Famila sarà importantissimo peri Mets. In campo Van Wagenen è riuscito a mixare giovani più che promettenti, con esperti dalla mazza caldissima, mazza che è mancata molto nel 2018. I due giovani che più han fatto parlare di loro in questo 2018 sono Jeff McNeil e Pete Alonso. Jeff, già presente l’anno passato, gioca tra la seconda e la terza base e la sua media in battuta è la migliore della squadra. Pete Alonso è il predestinato, la cui fama ormai era nota già negli anni passati quando giocava ancora nelle minors. Il suo arrivo poteva slittare di un altro mese ma Callaway lo ha voluto subito in prima base e subito soprattutto in battuta, dove raramente è rimasto a zero valide. Callaway lo lascia nel lineup spesso in seconda posizione, ma il giovane Pete ha già fatto vedere che forse sarebbe meglio indietreggiarlo di qualche posizione, almeno una, piazzando un paio di home run e diverse valide nel primo inning. Il record al 3 Maggio dice 16 vinte e 15 perse, a una partita e mezza dai Phillieps e una di vantaggio sui Braves. L’equilibrio, visto questo primo mese, potrebbe essere destinato a durare fino ad ottobre e sognare non costa nulla. L’anno scorso a Maggio ci fu un tracollo apocalittico dopo l’iniziale 11-1, quest’anno ci si attende tutto un altro andare. Maggio divide spesso i maschi dalle femmine, i buoni dai cattivi, i Mets dovranno cercare di dimostrarsi pronti a sognare in grande facendo vedere prestazioni di altissimo livello come nella serie contro i Nationals, piuttosto che partite stitiche e perdenti come le due perse nella serie contro i Reds.

I Giants al contrario hanno lasciato quasi tutto come lo scorso anno. Sarà l’ultimo anno di carriera del grande Manager Bouchy, e la società praticamente non si è mossa sul mercato, piazzando l’unico colpo a stagione iniziata con l’arrivo di Kevin Pillar da Toronto. Un arrivo che non entusiasmava nessuno, con Kevin parecchio dispiaciuto di lasciare Toronto, ma che ad oggi è il leader di San Francisco degli Rbi e senza i suoi 18 punti mandati a casa, il record dei Giants sarebbe disastroso. Pillar ha una media di battuta umana (.233), ma in un attacco che non batte, con Posey miglior battitore a .250, e che colleziona 5-6 valide per partita, le poche battute, ma altamente produttive, di Kevin hanno regalato diverse vittorie. Nei Giants battono sempre gli stessi, i già citati Pillar e Posey, Crawford, Longoria, Belt, Duggar, Parra e il Panda Sandoval vera anima, cuore e grinta di questa squadra. Dal monte non ci si poteva aspettare di meglio sinceramente. L’alternanza di prestazioni maiuscole, ad altre veramente indecenti, ha colpito un po’ tutti, daltronde con un attacco che non segna la responsabilità a volte può schiacciare anche nelle giornate più soleggiate. Samardzija tiene il miglior record, due vinte e una persa, la stella Madison Bumgarner invece è a una vinta e quattro perse, con una media ERA di tutto rispetto di 3.92 e 43 strike out inflitti agli avversari. La promessa Rodriguez fino ad ora è il più vincente, tre, ma anche con altrettante perse. Mentre dal bullpen Smith ha regalato sette salvezze fondamentali in questo inizio di stagione per i Giants. Per il resto poco si nota a San Francisco, Melancon e Moronta dal monte sempre attivi, ma anche con qualche pauroso blackout, mentre dal campo ci si aspetta di più soprattutto in battuta un po’ da tutti, con qualche segnale che è arrivato dalla serie contro gli odiati Dodgers. Proprio nell’antico derby NewYorkese, ora Californiano, i Giants hanno mostrato la grinta che servirebbe sempre per raddrizzare una stagione nata sotto i più cattivi auspici. Serie vinta in walk off in gara tre, dopo aver perso in gara due, subendo dieci punti con dieci valide. Il Record al 3 Maggio dice tredici vinte e diciotto perse, stesso record dei Reds, a cui i Giants stanno andando a far visita mentre scrivo. Cinque sfide in una settimana, tre a Cincinnati, due a San Francisco. San Francisco deciderà questa settimana che stagione intraprendere. O vivrà l’Estate a pieno ritmo, o passerà direttamente all’inverno. Mets e Giants due squadre così diverse ma dalle strade altamente pericolose. Il divario aumenterà o calerà, verso il basso o verso l’alto? Tra un mese faremo il punto, intanto godiamoci un lungo Maggio in MLB.