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Neuroni specchio nello sport: la parola all’esperto Jo Sassi

4 Dic , 2020  

di Emanuele Tinari

Nel mondo dello sport degli ultimi anni c’è una continua rincorsa al miglioramento, una perenne ricerca della perfezione e per questo tanti tecnici ed atleti stanno allargando i propri orizzonti interessandosi non solo al lato fisico e tecnico, ma affrontando maggiormente l’approccio e lo stato mentale. Abbiamo parlato di questo con Jo Sassi, preparatore atletico e mental coach.

“Sono un ex atleta, ho giocato a baseball per 20 anni, ho vinto nelle giovanili due titoli italiani pre-allievi ed allievi, poi ho continuato con Collecchio nelle serie maggiori chiudendo poi nella società del Sala Baganza. Lo sport ha definito i miei studi da sempre. Alla fine della carriera ho iniziato a collaborare con alcune società sia nell’ambito del softball che del baseball, centrando diverse promozioni e lavorando su alcuni singoli giocatori portandoli a ciò che erano loro maggiori obiettivi. Una splendida esperienza è stata con la squadra dell’Emilia Romagna allenata da Ettore Finetti, con il quale ho avuto modo di applicare e rielaborare il mio lavoro fin dai suoi ultimi anni da giocatore. Al suo fianco nel 2017, insieme ai Coach Cristian Giovanelli e Francesco Cavazzini, siamo partiti dal Torneo delle Regioni, dopo quella vittoria abbiamo bissato il titolo nel raggruppamento europeo qualificandoci alle Little League World Series, dove purtroppo per vari alcune coincidenze non ho partecipato. Con il Caggiati Softball Langhirano collaboro con piacere da molti anni, e con loro ho raggiunto due promozioni. Con il Codogno Baseball concluso due bellissime ultime stagioni.”

Avrete visto nei giorni scorsi il suo webinar “Neuroni specchio nello sport” e su questo argomento cerchiamo di entrare più nello specifico.

“Riguarda l’applicazione della neurologia allo sport. Partiamo dal concetto che i neuroni specchio si attivano sia mentre compiamo un movimento che mentre vediamo compiere lo stesso movimento, indi per cui possiamo pensare che mediante questa grandissima scoperta (Equipe del Dott. Rizzolati 1992) esiste un importante correlazione immediata tra movimento e visualizzazione e viceversa. Nello stesso modo, immaginando perfettamente un movimento e implementando un sistema cognitivo del giocatore possiamo “allenare il suo corpo” (allenamento ideomotorio). Questo sistema permette ad esempio di anticipare una riabilitazione in caso di grave infortunio, mantenendo informato il corpo tramite la semplice ma perfetta visualizzazione del gesto poi riabilitativo. Altra applicazione che utilizzo sta nell’anticipazione di un gesto in gara o della performance completa. Se vi capita di guardare le gare di sci in tv, prima di entrare alla partenza alcuni atleti “ripassano” la pista, facendo una serie di movimenti che permettono di lavorare neurologicamente, stessa cose se vedete gli “gli strani gesti” degli atleti del salto in alto. Ovviamente sottolineo che non è un tipo di lavoro che va a sostituire quello fisico tipico dell’allenamento o della parte tecnica gestuale e specifica di ogni sport ma lo va a complementare in modo ottimale”.

Per tanti questo approccio è uno sguardo al futuro dello sport, per Sassi è il presente.

“Applico queste teorie supportate da importanti successi da oltre 5 anni e sono il primo a continuare ad allenarmi personalmente con queste applicazioni. Mi alleno anche per conoscere, affrontare e superare i miei limiti, altrimenti come Mental Coach come potrei insegnare agli altri a superare i loro? Lavoro con diverse società sportive, ma anche con atleti e manager di diversi sport. Sono appassionato nell’applicare i miei studi ogni giorno per conoscere più approfonditamente corpo e mente e cosa li lega anche inconsciamente, in modo da migliorare il stato giusto di attivazione (Arousal) aiutando l’atleta così a definire il suo miglior atteggiamento mentale che nel professionismo diventa spesso il fattore determinante. Mi piace mettere tutti i miei studi a disposizione di chi mi vuole vicino, chi vuole trovare altre condizioni, chi vuole portare nuovi punti di vista per migliorare ambiente e atleti, a chi vuole vedere quel meglio di sé che non ha ancora portato a compimento. In tutti i settori, ovviamente anche nello sport, muover cose nuove può mettere in discussione dogmi. Io sono partito esattamente da quei dogmi, li ho appresi, amati essendo stato un atleta e poi un preparatore. Ho guardato anche altro da ciò che stavo affrontando coi miei studi e me ne sono innamorato. Venendo a conoscenza di studi già applicati (Imagery Training) da Equipe francesi ho deciso di dedicarmici. Lavorando con grandi persone sono migliorato e implementato le mie teorie e, utilizzando la frase di quel tale direi “Se ho visto lontano è perché mi sono seduto sulle spalle di giganti”. Questo era Isaac Newton e io non sono degno nemmeno di legare il legaccio dei suoi sandali, ma se parliamo di spikes…qualcosa posso fare.” (sorride) .

Infine un saluto e ringraziamento a tutti gli amanti del baseball.

“Grazie a voi del Bar del Baseball, un saluto ad allenatori e giocatori e che sia una prossima grande stagione su tutti i diamanti d’Italia”.