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Paolo Ceccaroli: “Da San Marino l’offerta migliore. Continuerò il mio lavoro con i P.O”

9 Dic , 2019  

di Emanuele Tinari

Dopo un anno di stop da squadre di club, Paolo Ceccaroli ritorna dentro un dugout, non nelle vesti di manager, ma come pitching coach del San Marino.

“Sono stati i primi a contattarmi. Con Alberto Antolini parliamo da due mesi, c’è stata anche un’offerta del Parma, ma quella del San Marino era la migliore per me. Passo da manager a pitching coach ma comunque in tutte le squadre allenate ricoprivo anche questo ruolo poi, un po’ di esperienza sul monte ce l’ho…”.

San Marino è andata vicino al titolo nel 2017 (battuta proprio dal Rimini di Ceccaroli) e lo scorso anno, perdendo però nettamente in tre gare dal Bologna.

“La nostra trattativa è appena terminata e non abbiamo parlato a pieno del roster a nostra disposizione, per quanto riguarda l’anno scorso posso dire che secondo me Bologna era superiore come dimostrato anche in Europa dove ha regolato in maniera autoritaria le due olandesi”.

Nel parco lanciatori a disposizione de “Ciga” ci sarà anche uno dei due fratelli Garbella, ma non è l’unico nuovo innesto sul monte per la T&A.

“Nicola giocherà il 2020 solo da lanciatore, mentre per Giovanni l’intenzione di Mario è di utilizzarlo prettamente da esterno. Abbiamo un buon monte con molte conferme di livello come Quevedo, Baez, Maestri e l’aggiunta di un altro riminese come Di Raffaele, ex Godo”.

Nonostante l’arrivo a San Marino, Ceccaroli continuerà a guidare anche la nazionale dei Probabili Olimpici.

“Stiamo mettende su un bel programma con la federazione. L’obiettivo è di far giocare il più possibile questi ragazzi contro avversari di livello. Stiamo rifinendo le ultime scelte contando problemi logistici, gli impegni con i club ed il budget a disposizione, ma la scelta definitiva ricadrà tra Stati Uniti e Cuba, stiamo solo decidendo quella più conveniente”.

Con un gran lanciatore e pitching coach non potevamo non parlare della situazione dei pitcher in Italia.

“Secondo me il problema principale è che sempre meno ragazzi fanno sport. In passato nelle giovanili dovevi mandare via la gente o fare più squadre, ora c’è meno materiale umano sul quale lavorare. Poi molti esperti dicono che c’è anche un problema sociale a livello psicomotorio, i giovani di oggi sono meno portati al movimento, sono meno fuori al contrario dei miei tempi quando si era sempre in giro a fare ogni tipo di attività fisica. Poi la scelta del 2018 di non far disputare la partita del lanciatore italiano fu un grande errore. Mi schierai subito contro questa decisione, fortunatamente la federazione è tornata subito sui propri passi. A me piacerebbe il ritorno alle tre partite, ma quello è più un problema delle società”.

In chiusura una battuta sulla A1 che verrà.

“A prescindere dalla formula e dal numero delle formazioni iscritte, (domani è il termine ultimo per i ripescaggi ndr) spero non ci sia troppo dislivello in campionato, ma che ci siano più squadre possibili di buona qualità, poi certo 12 sarebbe davvero un’ottima base di partenza, ma quel che conta è il livello delle squadre perchè abbiamo visto i problemi degli ultimi anni che hanno portato sempre di più ad un peggioramento della situazione”.