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Qualificazioni olimpiche 2019 DIARY – DAY 1

19 Set , 2019  

di Ignazio Gori

 

18 Settembre 2019

Anche per il team del Bar del Baseball il viaggio verso il sogno olimpico inizia molto presto. Sveglia alle cinque in punto del mattino e partenza da Nettuno alle otto. L’entusiasmo è alto, l’adrenalina scorre nelle vene di Gian (Gianluca Marcoccio) di Vince (Vincenzo Diana) e ovviamente nelle mie. Il traffico ritarda l’arrivo a Bologna dove ci aspetta la prima sorpresa della giornata. Una vera leggenda infatti ci delizierà per circa due ore con un amarcord di baseball e di vita da far svenire ogni vero adepto di questa religione, il tutto davanti a tortellini, tagliatelle e lambrusco di una nota trattoria tipica di San Lazzaro, La Biacchese, frequentata da Morandi, Dalla … un luogo immerso nel verde che sembra uscito da un film di Ermanno Olmi. Di quale leggenda sto parlando? Ma di Alberto “Toro” Rinaldi, un nostro “hall of famer”, il primo a tentare l’approccio con il baseball americano, componente di quella nazionale capace di battere gli Stati Uniti nella storica data del 6 Settembre del 1973, proprio in quel di Parma. Al ha rievocato la sua vecchia amicizia con Giacomo Bulgarelli, con Giulio Glorioso (altra leggenda) e i vari idoli che ha avuto modo di conoscere, tra i quali il grande Rocky Colavito. Gian e Vince erano affascinati sia dalla squisita cucina casereccia che dagli aneddoti di Al ed io ne ho approfittato per farmi firmare il cappellino della nazionale. Ma le sorprese sono solo all’inizio. Salutato uno dei simboli della Bologna sportiva, ci siamo diretti allo stadio “Gianni Falchi” di Bologna, dove tra burle, tipiche dei “canacci” – per citare Sal Varriale – del Bar del Baseball, abbiamo atteso un ospito d’onore, e in questo caso oserei dire mondiale, il toscanissimo Riccardo Fraccari. Gian ha intervistato il Presidentissimo della WBSC, la Federazione Mondiale. Io ho aiutato nelle riprese mentre Vince iniziava il suo operato fotografico. Si è parlato della proposta di diminuire a sette gli inning degli incontri di baseball, dell’efficienza e della visibilità eccellenti del sito della federazione, delle varie iniziative di propaganda nelle varie parti del mondo, del Baseball 5, dei problemi del baseball italiano e soprattutto di queste importanti qualificazioni olimpiche, aperte dalla vittoria dell’Olanda sulla Rep. Ceca. A proposito di qualificazioni, l’onore per aver intervistato Mr. Fraccari non è mica da poco, e ci siamo dilungati, ma il tempo stringe e di corsa su una tangenziale intasata come non mai – e non c’era nemmeno la nebbia – in tutta fretta ci dirigiamo verso Parma dove il mitico Sal Varriale ci aspetta allo stadio “Nino Cavalli”. Si comincia a temere per il tempo, in peggioramento, un tempo “padano”, molto umido, che forse solo dei veri “Indians” del luogo potrebbero scacciare. La partita comunque inizia e nonostante il tempo c’è un buon pubblico. Avvisto subito Mike Piazza, l’ex grande catcher di Mets e Dodgers e riesco anche a stringergli la mano e a scambiare un paio di parole prima di constatare quanto difficile sia l’inizio del nostro partente Alessandro Maestri, che concede subito tre valide ai Sudafricani, hits che fruttano tre punti. L’Italia riesce a pareggiare subito, ma il Sud Africa, che in questo torneo dovrebbe rappresentare la squadra cuscinetto, segna di nuovo e solo un grandioso fuoricampo di Al Mineo al quarto ci porta di nuovo in parità. Sotto lo sguardo acuto del Falco Pellegrino che veglia, chissà perché, in alto sulla sala stampa, Sal Varriale e Orlando Garbella si dimostrano una coppia di telecronisti affiatati e non potendo riprendere la partita, gli aneddoti di Big Sal diventano il sale per mordere la coda del tempo, che continua a peggiorare fino a concretizzare una pioggia battente, che costringe gli umpires a interrompere il gioco. Viene giù che Dio la manda, ma il nostro Dio è quello del Baseball e speriamo che nei prossimi giorni sia più clemente verso i suoi adoratori. Il match riprenderà venerdì, sul 4 a 4, all’inizio del sesto inning e l’Italia di “El Gibo” Gerali dovrà stare attenta. Domani tutti a Bologna contro la Rep. Ceca. La pioggia ha scolorito l’autografo sul cappellino del “Toro” Rinaldi, ma poco importa, l’importante è quello sul cuore. Come dice una nota canzone di Tony Bennet: I left my heart in Parma e speriamo di non lasciarci altro. Forza Azzurri!

 

(Fonte immagine : Vincenzo Diana)