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Rockets Olbia Baseball: sogniamo un campo “vero” per i nostri ragazzi.

5 Lug , 2019  

di Serenella Mele

Il mio Giro della Sardegna che gioca a Baseball o Softball ha degna conclusione sul mare di Olbia, dove vorrei presentarvi i Rockets Olbia Baseball, società fondata nel 2005.

Alessandro Spano, presidente e tecnico, collabora con altri tre tecnici: Roberto Littarru, Michele Secchi, e Fabrizio Demontis, dedicandosi all’attività giovanile.

Viviamo anni di pura “costruzione” della tecnica, attualmente stiamo vivendo l’ennesimo anno di transizione –ci racconta il presidente Spano- abbiamo giusto in attività un gruppo di U12. Lo scorso anno abbiamo vinto il titolo regionale U15, ma stando praticamente sul mare i ragazzini sono distratti da mille cose, dall’inizio primavera il rischio “dispersione sportiva” è alto, soprattutto tra gli adolescenti. Talvolta preferiscono trattenersi con un tablet in spiaggia che andare in campo ad allenarsi. Abbiamo alcuni U15 che giocano nell’U18 e nella serie B della Catalana di Alghero: Matteo Soro, Matteo Varrucciu e Andrea Simula”.

Quali sono stati i risultati più importanti che avete raggiunto?

Nel 2017 secondo posto regionale con l’U15, nel 2018 il titolo regionale U15, due titoli regionali U12. Ci concentriamo sull’attività giovanile –dichiara Alessandro Spano- il lavoro che svolgiamo è in continuo cambiamento. Cerchiamo di essere molto presenti nelle scuole, da fare ce n’è tanto, siamo molto penalizzati dal fatto di non avere un campo di baseball vero e proprio. Nello sport, quindi anche nel baseball, si vive di apparenza. Se non hai un campo vero, sia i genitori che anche i ragazzi sono più difficili da coinvolgere. Ci alleniamo e giochiamo in un campo da calcio che all’occorrenza “trasformiamo” in diamante, il “Nespolino” di via Ungheria (adiacente al campo di calcio “Bruno Nespoli”, utilizzato come parcheggio le domeniche di calcio, ndr). Non ci si può fare alcun lavoro di miglioria in quanto si trova in una zona a rischio alluvione, “zona 4”, “ospiti” nello spazio adiacente un campo di calcio, dove gioca l’Olbia (Lega Pro, girone A, ndr).

È la pura verità, non possiamo farci niente –dichiara con una certa amarezza il presidente Spano – uno spazio dove non è concesso creare nulla, causa zona ad alto rischio alluvione. Dal 2013, quando una bomba d’acqua ha seminato terrore e vittime su tutta la Sardegna (solo nella provincia di Olbia 13 vittime e oltre 2700 sfollati in quel tragico novembre, ndr)”.

Avete fatto richiesta al Comune per uno spazio da adibire a campo di gioco?

Si, è stata fatta. Ma a quanto pare non ci sono spazi disponibili. Almeno sono stati sinceri, non ci hanno promesso nulla, ma questo non ci aiuta. Andiamo avanti con quel poco che abbiamo, circa 30 tesserati tra atleti e tecnici. Cerchiamo di coinvolgere le famiglie, perché da cosa nasce cosa. L’opportunità può essere dietro l’angolo, noi crediamo nel grande potenziale educativo del baseball. Lungi da noi essere presuntuosi, ma non ci interessa avere il tecnico straniero, oltre al fatto che sarebbe un costo insostenibile per le nostre attuali possibilità. Abbiamo una grande passione e vogliamo almeno ancora per un po’ fare da soli: partecipiamo regolarmente alle Coach Convention federali, per poi trasferire ai ragazzini la tecnica oltre alla nostra passione per il baseball”.

Considerato che Olbia è in una zona economicamente forte, non riuscite a trovare un supporto economico che vi permetta di fare un salto di qualità?

Ribadisco che non avere un campo nostro ci penalizza moltissimo, anche nella possibilità di richiamare l’attenzione di uno sponsor. Un campo sarebbe un grande richiamo, per la forma, i colori, sia per i ragazzi che per uno sponsor. Oltre al gioco, che per noi è il più bello del mondo”.

I Rockets Olbia baseball, vivono in una terra baciata dal sole gran parte dell’anno; affacciati su uno dei porti più importanti del Mediterraneo, sotto un cielo dove l’aeroporto Costa Smeralda è uno degli spazi aerei più trafficati d’Europa gran parte dell’anno. Con una grande passione per il baseball che li guida e li anima, facendoli andare avanti, chiedono l’attenzione istituzionale ed economica per poter esprimere il loro amore per il baseball su un campo “vero”. Non da ospiti, umiliati dalla natura che non permette di far costruire nulla, ma da signori del baseball. Su quella terra rossa che il sole infiamma da marzo a novembre, su quel prato che la circonda. Il loro baseball merita i colori, non la grigia polvere. Così come l’attenzione di chiunque possa essere abbastanza lungimirante da intuire un buon affare, quanto di più positivo anche economicamente può nascere dall’investire soldi su un impianto sportivo e sul futuro di uno sport che a livello spettacolare, educativo, ha pochi in grado di tenergli testa e merita senza dubbio attenzione, rispetto ed uno spazio adeguato. Degno del baseball. Olbia vuole giocare a baseball, la fiducia aiuta lo sviluppo, sia sportivo che economico. La visibilità è assicurata, allargare lo sguardo sul mare, gente!