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Valeria Bortolomai: “Porto il softball in Africa”

22 Feb , 2019  

di Cristina Pivirotto

Valeria Bortolomai è abituata alle emozioni. Il suo percorso nel softball ne è costellato e la sua capacità di impegnarsi l’ha portata ad essere una delle migliori giocatrici italiane, nel ruolo di ricevitore. Ma sicuramente l’esperienza che le ha offerto il WBSC (World Baseball Softball Confederation) è stata un’emozione che pochi possono provare. Valeria è andata in Africa, insieme a Andrea D’Auria, come ambasciatrice del softball. Non è stato un incarico di sola rappresentanza, ma le ha permesso di insegnare, a gruppi di giovanissimi, sia la tecnica che le regole del gioco. Con lei abbiamo scambiato qualche parola, prima della partenza per un nuovo viaggio in altri Paesi africani.

Sei stata recentemente protagonista di un’iniziativa promossa dalla WBSC e finalizzata alla diffusione del baseball in Africa. Quale tipo di situazione hai trovato al tuo arrivo?

Sono stata a dicembre in Kenya e Tanzania. Purtroppo si può immaginare che, come in Italia qualche società ha problemi ad avere un campo o materiale, lì la situazione e’ veramente peggiore. Quindi mi sono ritrovata, insieme ad Andrea (D’Auria), a far fronte a questa difficoltà, dove 20 persone si allenano senza un campo, con 3 mazze (se sono fortunati) e 5 palle; a volte ci sono le basi. Il livello del softball in questi Paesi e’ molto basso, ed e’ per questo che stanno cercando di far crescere questo sport.

Il baseball, si sa, oltre che sport è anche insegnamento di vita: cosa ha rappresentato per te questa esperienza?

Mi ha fatto capire che siamo molto fortunati, e troppe volte ci scordiamo di quanto abbiamo nella vita, sia sportiva che quotidiana!

Sei in procinto di partire nuovamente per questa missione delicata e importante. Con quale spirito affronterai questo compito?

Lunedì (18 febbraio) riparto e vado in Zimbabwe, sono emozionata perché, anche se ho già provato a dicembre, per me, nel ruolo di tecnico queste sono le prime esperienze e questa volta sarò da sola a gestire un seminario di 3 giorni. Non e’ semplice parlare davanti a 30/40 persone in una lingua diversa, una cultura diversa. Ma per fortuna il Softball ci accomuna e avere questa passione comune rende tutto più semplice.

(Le immagini sono state fornite da Valeria Bortolomai)