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Vegni: “Dobbiamo dare visibilità al baseball. Dispiaciuto per alcuni rifiuti della Fibs”

5 Mar , 2020  

di Emanuele Tinari

Torino torna nel gotha del baseball ventitre anni dopo quella Juve che era stata protagonista anche nei playoff negli anni ’90. Lo fa con un’altra società, i Grizzlies, per la prima volta nella massima serie nazionale.

“Siamo nati nel 1984 e dopo 36 anni arriviamo in alto. – spiega Orlando Vegni, vice presidente esecutivo della società – Parlando del lato tecnico continuiamo con il nostro manager Illuminati e con una squadra formata da tutti giocatori italiani a parte i tre visti extracomunitari che utilizzeremo tutti. Non ci saranno “oriundi”o comunitari, tanti giocatori del posto, molti pitcher di scuola italiana, ovviamente con l’aggiunta di tre innesti visto che il livello sale ed è giusto dare sostegno a gente che si avvicina per la prima volta in A1”.

Più che sul mercato, la società si sta muovendo molto sul lato promozionale.

“Da tempo stiamo cercando di dare la giusta visibilità al movimento. Siamo alla ricerca di risorse per aumentare i servizi, ma già da tre anni disponiamo di due telecamere, una a casabase e l’altra tra casa e terza che ci hanno permesso di dare le partite in streaming sul nostro sito. Abbiamo provato a creare un wall rigido con tutti i nostri sponsor ma poi abbiamo deciso di cambiare idea. Metteremo tutto su un maxi-schermo su cui passeranno anche interviste prepartita con i manager, ed altri servizi sulla giornata e la squadra durante la settimana. Per questo abbiamo inserito nello staff due giovani giornalisti con gran voglia di farsi conoscere che ci daranno una mano in maniera costante sempre per cercare di attirare più pubblico e sponsor. Inoltre davanti lo stadio è posto un telone di 6 metri per 4 ed un display in cui i passanti potranno vedere i messaggi della società ed il programma delle gare. Ci saranno anche dei giochi e delle situazioni di intrattenimento interattive durante le pause della partita anche con l’aiuto di uno speaker che conosce molto bene il gioco e cercherà di rendere partecipi i tifosi durante le gare. Senza queste iniziative è difficile invogliare gente allo stadio, soprattutto neofiti del gioco”.

Un altro argomento trattato da Vegni è la mancata riunione condivisa con tutte le società dopo l’ufficialità dei ripescaggi.

“C’è stata una riunione, se non vado errato a novembre, in cui si è parlato con le società già certe di partecipare alla serie A1. Dopo i ripescaggi di Torino, Collecchio e Nettuno 2 non c’è stato nessun altro meeting, solo una lettera a ogni società per un incontro riguardante la web tv che manderà una partita di baseball e una di softball ogni settimana più dei servizi la domenica sera su Sky, ma a quell’incontro oltre me ho visto solo Naldoni del Godo e Fochi del Parma più due rappresentanti per il softball. Con Graziani del Macerata avevamo pensato di introdurre le mazze composite, per risparmiare qualcosa che non sarebbe dovuta restare alle società, ma essere obbligatoriamente rinvestita in attività di comunicazione e diffusione del baseball, c’è stata solamente una risposta negativa via mail, ho scritto allora di organizzare un incontro collettivo per le linee guida della stagione,  ma dalla Fibs non ho ricevuto neanche una risposta. Sono nuovo in serie A1, ma di certo non sono un neofita del movimento. Ho giocato tantissimi anni, quelli migliori e voglio proporre qualcosa di utile nel tempo. Ho chiesto se ci fosse la possibilità di trovare uno sponsor unico che pubblicizzasse il campionato come si fa in altre discipline, perchè l’A1 resta sempre la cartolina del baseball, ma qui siamo alla canna del gas e non si capisce che bisogna cambiare il concetto di base, dico ai miei colleghi che non serve fare i puristi, i soldi spesi devono rientrare, non servono solamente per stranieri e comunitari ma bisogna fare un ragionamento organico tutti insieme, però il mio invito non è stato recepito. Bisogna valutare cose utili per tutti non inerenti solo alla sfera tecnica. La federazione dovrebbe essere la rappresentante delle società, ma il confronto dov’è? Parlando con Mignola mi ha detto che le riunioni non hanno mai portato a nulla per le visioni totalmente differenti, ma ora ci sono persone e società nuove, anche se in disaccordo si possono trovare opzioni costruttive per il bene del nostro sport, non per tornaconto personale. Come due anni fa, quando si lasciava un buco durante le finali di A2 per disputare quelle giovanili. Non era giusto interrompere delle serie già partite, visto che mancavano 8-9 mesi alle date bastava invertirle e De Robbio mi diede ragione. Con il senno del poi ed il maltempo avuto durante il mese di settembre, senza quella decisione chissà quando sarebbe finito il nostro campionato”.