William Laird - Dolce & Gabbana

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WILLIAM LAIRD: IL LANCIATORE ELEGANTE

7 Feb , 2022  

di Serenella Mele

Dai campi di baseball alle passerelle di alta moda in giro per il mondo. Il talento e l’eleganza di William Laird viaggiano con lui. Figlio internazionale, figlio di talenti sportivi, nasce a Cagliari nel 2001 ed in Sardegna vive fino ai 18 anni. Dopo il diploma al Liceo “Pacinotti” si trasferisce a Milano per frequentare l’Università Statale: “Studio al secondo anno di una triennale in Economia e Management”.

Il suo racconto dimostra amore per la terra dove è nato, le persone che hanno fatto parte ed ancora -sia pure a distanza – creano una parte importante ed indelebile di lui. Amore anche per il baseball, sacrificato attualmente per gli studi ed il lavoro. William Laird è orgoglio e gentilezza, un po’ Scozia un po’ Giappone, molta Sardegna perché nell’isola è nato e la porta nel cuore senza alcun problema a confessarne l’amore infinito:

Mia madre è giapponese, mio padre scozzese – mi racconta- Abbiamo vissuto in Sardegna, ma da qualche anno mio padre ha iniziato a lavorare a L’Aquila, in Abruzzo. Quando mi sono trasferito a Milano, mia madre e il resto della famiglia si sono ricongiunti con lui, ed ora vivono tutti stabilmente in Abruzzo”.

I tuoi genitori sono sportivi?

Sì. Mia madre è stata giocatrice di tennis a livello agonistico, mentre mio padre durante la sua adolescenza fu un agonista di bowling. Ora ha sviluppato una passione per il golf, sport che pratica diverse volte a settimana in compagnia di mia madre. D’estate giocano insieme a tennis. Il baseball fa parte degli sport praticati dalla mia famiglia giapponese, non tanto il mio nucleo primario. Mia madre ha 4 fratelli, ognuno dei quali ha praticato baseball per diversi anni”.

Quando hai iniziato a giocare a baseball ?

Nel 2013 in Giappone, quindi abbastanza in ritardo rispetto ai miei coetanei, nonché futuri compagni di squadra al Cagliari. Mi trovavo in Giappone per 3 mesi per far visita ai miei parenti. Mio zio faceva parte della dirigenza di una società di baseball giovanile del distretto, per cui estremamente popolare e qualificata in termini di staff. In pochi mesi ciò che iniziò come un passatempo, si sviluppò in una vera e propria passione e, pur avendo una conoscenza tecnica basilare, ero estremamente determinato nel continuare a coltivare il mio interesse per lo sport. Tanto che entrai a far parte degli allievi del Cagliari Baseball lo stesso anno”.

Quali sono stati i risultati più importanti ottenuti col baseball?

Non ricordo esattamente in quante stagioni di serie A2 ho giocato, sembra che la FIBS abbia eliminato le statistiche delle relative serie inferiori all’A1 nelle edizioni passate. Ho sempre giocato con il Cagliari, disputando 1 campionato in serie B e credo 2 in serie A2 (forse 3 non so esattamente). Non riesco a trovare le statistiche relative a quegli anni purtroppo. Ho giocato un torneo con la USSSA (giovani giocatori americani, arrivati in Italia per giocare con le varie nazionali U18, ndr) nel 2016, affrontando la Repubblica Ceca. Ho giocato con l’Italia U18 (ero una delle riserve per l’U18 e l’USSSA aveva bisogno di lanciatori)”.

Non solo baseball nella tua vita. Un’altra passione è diventata un lavoro di grande successo: come sei arrivato alla moda?

Ho conosciuto Lucio Aru e Franco Erre, due fotografi sardi con base a Cagliari, precedentemente a Berlino. Ad un certo punto hanno deciso di rientrare in Sardegna spinti dall’amore verso la propria terra, con l’ambizione di catturare il suo alto potenziale scenico e la diversità unica delle persone che la abitano, purtroppo sottovalutata a livello internazionale. Lucio Aru, oltre che essere un grande fotografo, si occupa di talent scouting, facendo da intermediario tra modelli e agenzia di moda per i propri talenti. Io fui il secondo talent passato sotto il radar di Lucio, e lo stesso anno firmai un contratto di rappresentanza presso LA Represents. Tra il 2019 e il 2020 firmai due contratti di rappresentanza con Agenzie a Milano e Londra (Londra di particolare rilievo con un’agenzia molto nota), e iniziai la mia carriera in qualità di modello”.

William Laird - Dolce & Gabbana

Per chi hai lavorato e dove sei impegnato attualmente?

Durante il mio ultimo anno al liceo iniziai a lavorare, viaggiando tra Cagliari e Milano durante la settimana. Successivamente mi sono trasferito a Milano, dove mi trovo attualmente, e lavoro full-time. Durante i miei 2 anni di carriera ho fatto 7 sfilate per Dolce e Gabbana, due campagne mondiali per Ray-Ban e diversi altri brand. Lavorando tra Milano e Tokyo, con intenzioni di espandere la mia rete di clientela per il resto dell’Europa”.

Riesci ad allenarti e giocare ancora a baseball oppure è un capitolo chiuso?

Inizialmente, una volta trasferitomi a Milano, ho ripreso gli allenamenti presso l’Ares Milano. Sono stati gentili ad ospitarmi seppur appartenente ad un’altra società. Andandosi ad intensificare l’impegno universitario e quello lavorativo, purtroppo è diventato quasi impossibile per me poter continuare stabilmente ad allenarmi. Soprattutto perché impiegavo due ore a percorrere la distanza tra il complesso sportivo dell’Ares e la mia abitazione. Quando ero al liceo viaggiavo 3 ore complessive per raggiungere il campo da baseball del Cagliari ma naturalmente avendo meno responsabilità era più semplice rispetto ad adesso mantenere un ritmo di allenamento stabile”.

William e la Sardegna: che rapporto è? Riesci a tornare ogni tanto?

Non è assolutamente un rapporto chiuso, la Sardegna è, e continuerà ad essere la mia casa, il luogo che ha contribuito a formare la persona che sento di essere oggi. Seppur nessuno della mia famiglia abiti in Sardegna, non abbiamo venduto l’abitazione in cui siamo cresciuti, diventa luogo in cui trascorriamo le vacanze estive tra giugno e settembre. L’estate scorsa ho invitato un amico parigino, anche lui modello, a far visita alla bellissima isola, sarebbe poco dire che se n’è innamorato, per cui penso che negli anni a venire sarà il luogo in cui sia io che amici conosciuti nel mondo della moda, trascorreremo i mesi estivi. Nel 2020 ho fatto rientro da Milano una volta al mese anche nei mesi invernali per far visita ad amici, tra cui il Cagliari Baseball”.

Cosa ti è rimasto, adesso che calchi le passerelle di alta moda, del baseball e della Sardegna?

Sono elementi di cui vado indiscutibilmente fiero, credo fermamente che crescere in Sardegna sia una delle fortune più grandi che la vita mi potesse riservare. Il Baseball ha seminato in me una passione che mi accompagnerà per il resto della vita, e il Cagliari Baseball rimarrà sempre un luogo che potrò chiamare casa, a cui spero possa ridare quanto abbia dato a me in questi anni”.

Hai fatto una scelta netta, o vorresti poter giocare ancora?

Per i prossimi anni si tratta di una scelta netta, purtroppo per motivi di logistica non è sostenibile per me dedicarmici come ho fatto in passato, anche se sarebbe l’unica cosa che vorrei fare. Se potessi giocare a baseball, e fare del baseball la mia professione, sarebbe un sogno, come credo di tanti altri”.

Ripensando alle tue prestazioni sul campo di baseball, che ricordi hai ?

Non riesco a pensare ad una partita specifica, in generale ciò che più stimola i miei ricordi sono semplici momenti passati sul monte di lancio. Credo che la soddisfazione che derivi dal sentire il vuoto d’aria del giro di mazza dell’avversario per un proprio lancio messo a segno, sia una delle più alte raggiungibili. Solo coloro che hanno messo i propri piedi sulla pedana di lancio capiscono quanto sia appagante poter avere controllo assoluto sui propri lanci, vedere la propria palla essere sfiorata ma non abbastanza da essere colpita, finire nel guanto del ricevitore mentre il battitore finisce il proprio giro soltanto per doversi riposizionare nel box. Penso che gli strike-out chiusi con decisione e assoluta sicurezza siano il ricordo migliore che tengo degli anni passati sul monte. Una persona che tengo tanto nel cuore, oltre ai miei compagni di squadra con cui ho condiviso numerosissimi momenti, è il manager del Cagliari, Walter Angioi. Walter mi ha insegnato il senso di essere fiduciosi nelle proprie capacità, che la mancanza di risorse per potersi allenare, o la mancanza di un complesso sportivo ideale non siano abbastanza per abbattere le società più ostinate a dimostrare le proprie abilità e la determinazione di portare risultati a casa. Walter è un ottimo manager e un ottimo leader, avrà sempre la mia stima più alta. Naturalmente la mia squadra ha anch’essa un posto speciale nel mio cuore, sono ragazzi con i quali ho condiviso tutta la mia adolescenza, trascorrendo anche la metà della mia settimana in loro presenza. Nei ricordi più cari associati allo sport, ci sono tutti i momenti passati con loro. Che fosse estrema gioia, delusione per una sconfitta, tensione per una partita importante, determinazione, sempre un forte senso di unità. Credo che il senso di appartenenza alla squadra sia il fattore che più abbia inciso sulla sicurezza che porto in me stesso, risorsa che si è rivelata determinante in questi ultimi anni”.

Nostalgia del monte di lancio? Segui il campionato?

Tantissima nostalgia del monte di lancio. Nel 2021 ho trascorso la mia prima estate senza un campionato e la mancanza si è fatta pesante. Seguo il campionato e ho trovato interessante il roster dello scorso anno del Cagliari, seppur non sia riuscito a vedere di persona una partita. Appena la squadra si troverà nelle vicinanze di Milano sono sicuro che andrò ad assistere alle partite”.

Il tuo futuro, come lo immagini, come lo stai “disegnando”, cosa vorresti fare e dove?

Per il momento non ho piani per il futuro a lungo termine. Intendo laurearmi a Milano l’anno prossimo e proseguire i miei studi con una laurea magistrale, forse a Milano ma con la possibilità di spingermi al di fuori dell’Italia. Ho trascorso 6 mesi a Tokyo nel 2021 per lavoro, sarebbe fantastico poterci tornare nel futuro prossimo. Nel 2022 m’impegnerò affinché possa espandere la mia presenza a livello europeo, per ora tra gli obiettivi sono presenti Parigi e Londra. Per il baseball ci sarà sempre tempo, so che mi aspetta a braccia aperte da qualche parte nel futuro”.

Walter Angioi, manager del Cagliari Baseball: “William è ancora tesserato col Cagliari, ma capisco sia complicato con gli impegni lavorativi attuali giocare anche a baseball in serie A1. Lo ricordo bambino che si faceva parecchi chilometri, per giocare con noi, dopo un’estate trascorsa in Giappone con i parenti materni. Il papà mi aveva contattato, quindi accompagnava il piccolo William 3 volte a settimana per allenarsi con noi, crescendo con quel gruppo che poi ha fatto cose discrete: campioni sardi U12, U15, U18, passati dalla serie B all’A2. Bravissimo ragazzo, molto disciplinato, ottimo mix tra cultura giapponese e anglosassone, direi un buon lanciatore. Spero sempre che non molli il baseball, trovi anche il tempo per continuare a giocare, dopo tutto è stato un verde azzurro U15, ha potenzialità discrete. Poteva essere un buon giocatore, gli auguriamo tutto il meglio. Certo, ci manca. Da un lato sono felice per lui, ma siamo già pochi nel baseball, un talento che lascia mi provoca dispiacere”.

Che sia red carpet o terra rossa, passerella di moda o una sfida di campionato, un set fotografico per qualche grande brand o l’Università, William Laird riesce a definire il suo spazio e riempirlo di talento, intensità, tratti di un universo creato per far ammirare la bellezza. Quella bellezza che, ne sono certa, aiuta a vivere meglio e crea persone migliori.


(Fonte foto di cpertina; archivio privato di William Laird. Fonte foto articolo: archivio «Dolce & Gabbana»

(Foto di copertina: William Laird in una fase di lancio, durante una partita. Nell’immagine del testo William Laird in passerella per «Dolce & Gabbana»)

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