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BATTERE IL GIAPPONE A TOKYO? BASTA POCO, CHE CE VO’?

16 Mar , 2023  

di Ignazio Gori

Dopo l’impresa contro l’Olanda, sottolineata dalla gioia di Antonello Venditti, tifoso d’eccezione (https://www.facebook.com/search/top/?q=il%20bar%20del%20baseball%20venditti), per gli azzurri di Mike Piazza ci sarà “Godzilla!, il gigante giapponese da abbattere.
Una nuova versione del biblico episodio di Davide vs. Golia? Forse, ma tutti sanno come è andata quella volta per il piccoletto dato sulla carta come perdente …
Ma ora torniamo sul diamante.
Siamo tutti concordi nel ribadire che il baseball non è sport da partita secca, che su singola partita i valori reali spesso non emergono – e le tante sorprese di questo World Baseball Classic 2023 ce lo dicono chiaramente – ma per molti, ma il bello di queste competizioni è proprio questo, la sorpresa, ed è inutile negare che per questi ragazzi “oriundi” – a forza di leggere sterili polemiche questo termine mi è diventato proprio antipatico, visto che per me si è più italiani quanto più si somiglia alla propria anima – è la classica partita della vita. Ma anche per le stelle giapponesi, NPB e MLB, non lo è da meno, in quanto a orgoglio nazionale i samurai non sono secondi a nessuno. E in fatto di baseball si svenerebbero pur di perdere in casa una occasione del genere.
Matt Harvey non ce la fa e sul monte per l’Italia partirà Ryan Castellani, classe 1996, militante in Triplo A con qualche presenza al piano superiore con Colorado e Oakland. Per il Giappone partirà niente di meno che Shohei Ohtani, idolo nazionale e nuovo fenomeno del baseball mondiale, asso degli Angels di Los Angeles. Per lui si sprecano aggettivi e paragoni. Per gli esperti è senza mezzi termini il nuovo Babe Ruth. Lancia più veloce e preciso di Dennis Eckersley e batte come “Big Papi” Ortiz!
Ma stiamo davvero scherzando?
Nei video promo al Classic, i simpaticissimi Elio e Faso delle Storie Tese lo hanno definitivo talentuoso, alto, bello, bravo, generoso … insomma quando si dice nascere con un ramo di ciliegio fiorito in … ecco, proprio quello che servirebbe a “Mission Italia” per battere qualche valida o magari un homerun contro di lui.
Ovviamente non c’è solo il fenomeno Ohtani.
C’è Nakamura, il catcher Mvp delle Japan Series 2021, vinte dai suoi Swallows.
C’è il potente Munetaka Murakami, terza base sempre degli Swallows che quest’anno ha infranto il record di fuoricampo in una stagione NPB per un giapponese.
C’è il piccolo grande uomo Kondoh.
C’è l’ottimo seconda base Yamada.
C’è il neo esterno dei Boston Red Sox Yoshida, gran battitore … e tanti altri campioni.
Insomma, un vero All-Star team … che solo la Rep. Dominicana o gli USA, giocando in maniera perfetta, potrebbero battere. Ma attenzione al Venezuela, che sta giocando molto bene e ai cubani, già semifinalisti, dopo aver superato faticosamente la rognosa Australia.
Al Tokyo Dome, 16 marzo, ore 11 italiane, ci sarà il tutto esaurito ovviamente, 45mila tifosi infoiati.
Piazza spera nella solida difesa sin qui espressa dai suoi. In attacco Pasquantino, The Italian Nightmare come viene soprannominato a Kansas City (spero che sant’Alberto Sordi lo aiuti!), Mastrobuoni, Lopez e i Fletcher brothers dovranno fare gli straordinari per ribattere i missili di Ohtani e dei vari temibili rilievi nipponici.
Fondamentale inoltre la tenuta dal monte, del partente e dei rilievi (Nittoli, LaSorsa, Festa, ecc.) … e a proposito di lanciatori, il limite dei lanci per i partenti in questo turno è di 80, il che sarebbe già un grosso risultato per Castellani arrivarci. Le postille da addurre a questa, per molti me compreso, regola di “finto” contenimento dei lanci, sarebbero troppe e varie, basterebbe solo dire che si rischia forse di intaccare troppo le strategie di squadra.
Altro dato che ci vede ulteriormente sfavoriti: la nazionale del Sol Levante non perde in casa da 14 partite consecutive, comprese le vittorie dell’ultima olimpiade e del mini mondiale WBSC denominato “Premier 12” sempre ovviamente vinto dal Giappone, che non a caso occupa da tempo il numero uno del ranking mondiale calcolato scientificamente dalla WBSC.
Ma ora basta parlare di numeri e statistiche perché significherebbe per gli azzurri calarsi in un dirupo senza speranza di uscita.
Parliamo di emozioni.
I ragazzi si sono fatti crescere i baffi, non per omaggiare Maurizio Costanzo, che ci ha lasciato da poco, ma per esprimere il loro attaccamento al manager Mike Piazza, per sentirsi un gruppo più unito. E ogni gruppo ha un cuore in comune.
Bisogna giocare col cuore, lo dice anche l’epigrafe del Museo del Baseball italiano (www.museodelbaseball.it): Se non ce metti er core che giochi a fa!?
Il mitico Fausto Camusi, cuore nettunese, aveva proprio ragione.
Il resto conta poco.

PS. Vorrei solo aggiungere che l’Italia del Baseball è troppo bistrattata dai nostri media; basti pensare che La Gazzetta dello Sport ha dedicato una pagina intera alla pur storica vittoria contro Cuba, appena la terza contro di loro nella storia, e un misero articoletto – inacettabile! – alla fondamentale vittoria contro l’Olanda di Xander Bogaerts, nostra storica rivale europea, che ci ha qualificato alla seconda fase del Classic per la seconda volta nella nostra storia e di conseguenza alla prossima edizione della rassegna iridata.
Ha ragione Massimo De Luca, il baseball in Italia deve tornare a far parlare di sé con intelligenza, partendo dai media dell’asse Roma-Milano.
Detto questo, il viaggio del baseball continua …