CLELIA  AILARA e USTICA: QUEI  RICORDI  OLIMPICI  sempre  FORTI  NEL  CUORE

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CLELIA AILARA E USTICA: QUEI RICORDI OLIMPICI SEMPRE FORTI NEL CUORE

16 Gen , 2023  

di Serenella Mele

Se i fondali sono silenziosi ed incontaminati, grazie alla tutela dell’area marina protetta di Ustica, altrettanto si può dire dei ricordi che a distanza di tempo restano nel cuore di un’atleta che arriva da una piccola isola della bella Sicilia. Lontani dai centri più blasonati dello sport, di tutto lo sport, ancora più distanti se parliamo di softball e baseball. Le difficoltà di spostamento non sono un problema, per chi vive su un’isola: ci si convive, così come con la consapevolezza di vivere in un luogo da favola. Così come -pochi talentuosi- possono vantare anche una storica partecipazione olimpica. Clelia Ailara, ha scritto il suo nome e quello di Ustica nei libri di storia dello sport, come ha fatto anche un certo Rombo di Tuono a Cagliari (Gigi Riva, ndr). Non è fortuna o non solo quella: è perseveranza, cuore, lavoro, si realizzano i sogni che meritano la giusta ricompensa. Il talento è di chi lo coltiva, nel tempo, diventando ancora più grande se lo si scrive nella storia e diventa nemico dell’oblio. “Inseguo” Clelia Ailara, tra Ustica e Portogallo, perché ne vale la pena, non hai ogni giorno la possibilità di fare domande a chi ha calcato i campi dei Giochi Olimpici (oltre tutto, allenata da un Manager di indiscusso talento come il compianto Tonino Micheli). Nonostante siano passati 22 anni, il ricordo di quegli anni è più vivo che mai, come il rammarico di non veder giocare a softball  e baseball ad Ustica. L’Iowa è lo Stato americano dove si avveravano i sogni di Kevin Costner in uno dei film più intensi girato sul Baseball: “L’uomo dei sogni”. In Italia non tutti sanno che esiste un posto come l’Iowa: si chiama Ustica e per oltre 30 anni è stata l’isola del Baseball e del Softball. 

Clelia, come sei arrivata al softball? 

“Ho iniziato a giocare nel 1985. I miei fratelli giocavano a baseball e mio padre era il presidente della squadra.  Ad Ustica non c’erano altri sport per cui dopo svariati tentativi siamo riusciti a formare una squadra ed è stato l’inizio della nostra avventura”.

Qual’è attualmente la situazione nel softball e nel baseball ad Ustica?

“All’inizio del 2000 il baseball ha smesso, dopo qualche anno anche noi del softball abbiamo gettato la spugna. Da allora tranne qualche partitella, non si è più fatto nulla”.

 

Avete uno spazio dove poter giocare?

“Il nostro meraviglioso diamante è diventato un campo di patate. I due diamanti storici di Ustica sono scomparsi  e credo che anche questo abbia influito per smorzare l’entusiasmo in questi anni. Non c’è più nulla, davvero molto triste”. 

 

I tuoi risultati più importanti nel softball?

“A parte i risultati con la nazionale (europei vinti, mondiali e olimpiadi) le imprese più difficili sono state quelle conquistate con la squadra di Ustica. Siamo stati un vero miracolo.  Tutte le promozioni sono state importanti ma quella che mi è rimasta più impressa è stata la promozione in A1 ad Ustica, una gioia  incredibile”.

Quanto è vivo il ricordo della tua partecipazione ai Giochi Olimpici?

“La mia partecipazione alle Olimpiadi di Sidney 2000 è stata per Ustica una motivo di orgoglio. Chi ha vissuto quegli anni la porta sempre con se. I ragazzi di oggi purtroppo non conoscono quella storia. È come se Ustica avesse vissuto due vite. Naturalmente rimane un ricordo bellissimo che porterò sempre con me. Per un’atleta l’olimpiade è  il traguardo più importante. Forse nessuno ha mai veramente realizzato che tutto quello è accaduto.  Poi basta una parola, un ricordo, che si riapre un mondo di bellissimi ricordi. Se ci penso mi vengono i brividi.

 

Il Manager dell’Italia Softball ai Giochi Olimpici di Sidney 2000, Tonino Micheli per me è stato L’ALLENATORE. Tra noi c’era tanta stima e tanta intesa, bastava un suo sguardo per capire cosa voleva da me in quel momento.  Ho avuto la fortuna di giocare credo in una delle nazionali più forti. Gambella, Gorla, Comberlato, Cercol, Petracchi, Auletta, Castellani, Francolini, Di Salvio, Hua Jie, Fen, Paternoster, Palermi, ed infine ma non per importanza Bugliarello, lanciatrice fortissima con la quale c’era una perfetta intesa e fiducia.

L’esperienza delle Olimpiadi è stata certamente la più forte. L’aria che si respirava al villaggio olimpico era surreale, difficili da  spiegare le sensazioni”.

 

Il tuo ritorno ad Ustica dopo le Olimpiadi…

“Prima di tutto ricordo la grande festa in piazza dopo la qualificazione alle olimpiadi, al ritorno un’accoglienza bellissima. La nostra gente ci ha accolte in trionfo, al di la del risultato: esserci state era già una vittoria”.

 

Vorresti fare qualcosa per far tornare baseball e softball ad Ustica?

“Si tende a dimenticare ciò che abbiamo fatto ma basta poco per far tornare l’entusiasmo. Sul ritorno non so, ma magari qualche partita si. È bello vedere che fuori c’è un bel ricordo di noi. Quando leggo alcune cose mi fa molto piacere. Il Bar del Baseball è una grande iniziativa per tenere vivo il ricordo delle nostre imprese, ne apprezzo molto l’impegno.
Al momento io lavoro nell’hotel di famiglia con i miei fratelli e mi occupo del B&B, sono impegnata soprattutto nel periodo primavera/autunno. Ritengo improbabile un mio ritorno sui campi”.

 

Il Bar del Baseball è, da sempre, la casa di chi ama baseball e softball. Di chi li sostiene anche nelle difficoltà, di chi non vuole arrendersi a lasciare che una storia meravigliosa sia relegata nel passato e non possa rivivere. In fondo lo sport, possiamo trovare esempi dovunque, rappresenta uno dei partner perfetti per l’economia di un territorio. L’indotto che crea, diventa motivo per proseguire nell’organizzazione di eventi agonistici. Se poi la cornice è degna del contenuto…Signori, Ustica va in scena!


(Fonte foto di copertina: archivio privato di Clelia Ailara)

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