Hotsand Macerata

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Gli Angeli dell’Helvia Recina: Macerata Hotsand Angels

1 Giu , 2023  

di Girolamo Trombetti

La città marchigiana, Helvia Recina sin dall’epoca romana, spicca nel baseball nazionale di massimo vertice grazie alla società degli Angels.

 

Situata in posizione collinare, la Città di Macerata – al cui interno esiste una delle università più antiche – vive cullata e serena sui suoi saliscendi. A livello sportivo di massima espressione, c’è il Lube Macerata Volley maschile in serie A1, ma in realtà gioca nella vicina Civitanova; in casa vera e propria è il Volley femminile a giocare in massima serie al Marpel Arena (Palafontescodella) ma purtroppo per questo anno è provvisoriamente accantonato il sogno (per retrocessione in serie A2). 

E’ la disciplina del batti&corri a tenere alti i colori cittadini, con l’ASD Macerata Softball che milita onorevolmente in massima serie, la A 1 – ma non solo…………

 

giri per Macerata a pancia bella piena (vuoi non approfittare dei vincisgrassi, li gnocchi con la papera, li frascarelli, li gobbi in umido, li scoccafusi… , meno male che c’hanno pure dell’ottimo vino che diluisce il tutto) e in via Fratelli Cioci arrivi allo stadio comunale di baseball (e softball). Qui, sempre dentro Macerata, c’è una Società in massima serie che sta facendo fuoco e fiamme ed è una società di baseball: l’Hotsand Macerata Angels !!

Gli Angels, targati Hotsand calzature, hanno le loro radici ben piantate nel lontano 1954 e dopo tanti illustri trascorsi nelle serie minori, dal 2019 militano in massima serie; quest’anno – poi – sono partiti in quarta e stanno tutt’ora procedendo a spron battuto, non accontentandosi solo di essere acceduti alla Poule Scudetto ma di averlo fatto da testa di serie del girone, dove milita un certo San Marino Baseball defender (in bis) del titolo italiano.

 

Forse una sorpresa per i più, un team col quale le avversarie dovranno fare duri conti per il prosieguo di questa seconda fase di stagione di massima serie, che porterà ai playoffs scudetto. 

 

Abbiamo la fortuna di fare quattro chiacchiere all’ombra di una alberata col loro manager, il cubano Alexander Ramos Ravell e con il pitching coach venezuelano Malvin Vasquez Alvarez.

Hotsand Macerata

Cominciamo dal primo, Alex Ramos Ravell: Alexander, ci fai una carrellata della tua carriera, sia intesa come giocatore che anche come entrenador ?? E in Italia, quali esperienze hai avuto??

 

Ho una esperienza di 36 anni di baseball, la metà dei quali passati come giocatore, ruolo seconda base, e i restanti come allenatore. La mia carriera la ritengo buona e non prediligo elevarmi con superlativi perché ritengo siano gli altri a dovere tributarmi o meno delle qualità (n.d.r: si può pacificamente ammettere la sua modestia, dal primo momento che ha dominato molte statistiche del baseball cubano degli anni novanta, Baseball Reference è lì a dimostrarlo, tanto che si può definire una Stella del firmamento cubano). Ho giocato nella Lega Cubana, quando era a livelli elevati di competizione ed ho una media vita di .339 nel box di battuta. Sono stato chiamato nella selezione cubana come giocatore e – come tecnico – ho fatto parte della Nazionale Cubana come allenatore di Prima Base (qualificazioni americane – Olimpiadi di Tokio 2020). Sono arrivato in Italia, per la prima volta, nel 2008, in Veneto – dall’anno successivo al 2011 sono stato nel Paternò Redsox (CT) in serie A 2 dal 2009, poi ho girato per Arezzo e da due anni a questa parte sono qui a Macerata dove mi trovo molto bene e sento questa realtà come una famiglia.

 

Malvin, anche Tu, raccontaci dei tuoi trascorsi prima di approdare negli Angels ??

 

Come giocatore, ruolo lanciatore, a 16 anni sono entrato nell’organizzazione dei Pittsburg Pirates, ho giocato a livello doppio A negli Stati Uniti intercalandolo con il campionato invernale di casa mia (Venezuela), dove ho giocato per 4 squadre diverse (n.d.r.: quindi anche nel caso di Malvin si sta parlando di alti livelli giocati). Come pitching coach ho cominciato nel 2015 lavorando nelle Aguilas del Zulia e dal 2018 sono approdato in Italia con Macerata in A 2, dopodiché ho lavorato con la Federazione spagnola (una di queste esperienze iberiche anche con la Federazione del Principato delle Asturie in qualità di direttore tecnico) e nel 2021 sono tornato a Macerata sempre come pitching coach, poi ho proseguito col Nettuno 1945 l’anno successivo e sono nuovamente ritornato negli Angels da quest’anno.

 

Alex, il Team quest’anno spinge, e spinge forte. E’ un progetto abbastanza recente, quello di avere allestito questa squadra o come intento risale già da anni fa, quello di portare – passo passo – la squadra ai vertici italiani ????

 

Si, è vero, la squadra è forte, inutile girarci intorno. Questo è un progetto che non è nato estemporaneamente ma è stato voluto dalla società anche quando, per i risultati, i tempi erano più difficoltosi. Giochiamo focalizzati su un obiettivo alto di gioco e prestazione, idealizzandoci tra le prime 3 o 4 squadre del campionato.

 

Comunitari, stranieri ed italiani, come si lavora con tutti ??

 

Alexander: Io valuto un giocatore come una persona svincolata dalla sua nazionalità. Se fai l’allenatore puoi avere dei giocatori di talento come dei giocatori con meno talento ma quel che fa la differenza è l’allenamento, la preparazione, perché un giocatore di talento è poca cosa senza preparazione come per un giocatore con meno talento la preparazione lo porta ad essere efficace per la squadra.

 

Malvin: non è importante la provenienza di un giocatore, l’importante è lavorare con tutti i giocatori, creando un giusto bilanciamento di squadra, attraverso l’allenamento, giorno dopo giorno. Sembra una frase fatta ma il risultato deve arrivare con il collettivo e non può arrivare grazie a qualche singolo, perché non è possibile.

 

Malvin, il tuo bullpen, il parco lanciatori, che ha visto il rientro di Gabriele Quattrini proprio dal San Marino; parlaci dei tuoi ragazzi addetti al monte e di che tipo di rapporto ti piace instaurare con loro.

 

Si lavora in ambito collettivo. Attendo che gli atleti raggiungano man mano il loro 100% e per arrivare a questo li assito sotto il profilo fisico e mentale. In generale potrei farti l’esempio proprio di Gabriele Quattrini che hai citato, che ha migliorato molto il suo livello di competitività e questo lo si deve a lui, alla sua volontà ed al suo lavoro, come per Dilmer Mejia, un lanciatore partente che proviene da buone esperienze e di buone qualità tecniche e di disciplina, come tutto il parco lanciatori che ho l’onore di allenare. Sotto il profilo di surplus motivazionale, focalizzo i miei atleti sull’importanza dell’ “atacamiento por la camiseta, el pecho y corazòn” . Sono tutti dei gran lavoratori, i miei lanciatori, sono fiero di loro e sono alquanto persuaso che il lavoro profondo e corretto lo si vede ogni fine settimana.

 

Alex, qui ti chiamo in causa per chiederti la tua “visione della cosa”, su una domanda ormai fissa, giusto per cercare di soddisfare al meglio la curiosità: è possibile incentrare una squadra di baseball di massima serie puntando molto sulla potenza di fuoco nel box che superi il fattore difesa, o è una chimera ??

 

Guarda, io penso che tra attacco, difesa e monte di lancio non ci si possa affidare particolarmente ad una delle tre per “campare di rendita”.

Fare dieci o più punti in attacco, per poi avere una linea difensiva inadeguata, a cosa serve ?? Nel baseball ci sono questi tre “comparti” ed anche qui negli Hotsand Angels diamo importanza esattamente in egual misura a ciascuno di essi.

 

Acquisti/ rinforzi in prospettiva della Poule Scudetto, ne avete ??

 

Alexander: un solo rinforzo, nella persona del pitcher dominicano Manaurys “Manny” Correa, classe 1989, con esperienze in Classe A+ agli esordi fino ad arrivare in Triplo A americano (Pacific Coast League) e nel massimo campionato della Lega Venezuelana. Arriverà a giorni.

 

Alex, la squadra ha raggiunto un ottimo livello di amalgama o state ancora lavorando per consolidare l’affiatamento e la conseguente “tenuta granitica” del team ??

 

Si, posso dire che in una squadra è indispensabile avere unità per raggiungere alti obiettivi; se c’è allora ti puoi prefiggere di andare alla caccia della vittoria, senza te lo puoi scordare. La squadra è unità,  ha lavorato bene e la relazione tra tutti i giocatori, italiani e latini, è ottima.

 

Questi Hotsand Angels, dove possono arrivare ?? 

 

Risponde il manager: il nostro obiettivo è arrivare primi ! Naturalmente, come ho detto sopra, bisogna continuare a lavorare e lavorare con disciplina, quantità e qualità con il filo conduttore dell’unità tra tutti. Con questi ingredienti possiamo pretendere da noi stessi di arrivare in vetta.

 

Malvin, per il tasso tecnico qualitativo che offre – in generale – il campionato italiano di serie A, quanto ritieni utile l’apporto di giocatori comunitari ???

 

Sono un plus per il movimento, indubbiamente, anche se il livello del campionato  negli ultimi 4 o 5 anni ha visto gli atleti nazionali crescere molto.

Dire che il giocatore importante è solo lo straniero o il comunitario è errato sia come concetto sia come ragionamento concreto perché dobbiamo considerare quanti giocatori italiani hanno raggiunto un livello di crescita assai elevato, anche tra i lanciatori. Il contributo degli stranieri è certamente importante, come per tutte le leghe di alto livello dove peraltro sono sempre presenti, non solo in Italia ma anche a casa mia,  nella Lega Venezuelana, per fare un esempio,  ma vedo nei giocatori italiani delle ottime prerogative da protagonista, frutto di un grande lavoro,  e di questo mi devo complimentare con loro e con l’organizzazione italiana .

 

Cosa pensate del risultato ottenuto dall’Italia di Mike Piazza al World Baseball Classic ??

 

Alexander: il risultato dell’Italia, come immagine, è senz’altro positivo. Quando si passa il turno, come la mia Cuba, in una manifestazione come il Classic, che è la massima espressione baseballistica mondiale, non può che definirisi un ottimo risultato.

 

Malvin: Credo che con questo risultato conseguito dall’Italia, la Federazione possa avere un incipit per potere “suonare forte” alla porta del mondo, avendo conquistato un buon ranking che le consentirà di partecipare al prossimo World Baseball Classic senza impegnarsi nella prequalificazione. Speriamo che questa crescita possa anche essere di stimolo per l’intero movimento italiano.

 

Vi piace Macerata, cosa fate nel tempo libero ??

 

Alexander: Macerata mi piace perché – principalmente – è una città tranquilla, di forte base studentesca per i suoi studi universitari tra i più antichi del mondo e mi diletto passeggiare e godermi la sua storicità e la sua bellezza.

 

Malvin: Anche a me piace la tranquillità e a Macerata mi sento come a casa mia, le persone e la società in generale sono molto godibili e questo mi fa sentire molto bene.

 

Avete famiglia e figli: quanti figli e dove vivono ??

 

Alexander: per quanto mi riguarda ho una figlia di 27 anni che in questo momento mi sta facendo diventare nonno (n.d.r.: felicitazioni ad entrambi !!). Sono sposato da 36 anni con mia moglie che mi rende molto felice e viviamo a Cuba.

 

Malvin: ho una famiglia e sono padre di tre figli, una figlia e due figli, viviamo tutti in Spagna, siamo molto uniti e l’appoggio di mia moglie e dei figli è stato ed è fondamentale per la mia carriera.

 

– Dite una esperienza (In Italia o all’estero) che vi ha lasciato qualcosa di forte ed importante, dentro di Voi:

 

Alexander: un esperienza molto bella l’ho vissuta da giocatore quando, alla millesima battuta valida, ho festeggiato con un fuoricampo. E quando mi sono presentato nel box per il duemillesimo turno di carriera, ho segnato un altro fuoricampo. Credo che sia abbastanza singolare questo tipo di avvenimenti (n.d.r.: e comunque un altro centinaio di jonròn li ha messi a corredo dei due narrati, nel corso della sua carriera).

 

Malvin: esordire nel baseball professionale in Venezuela quando avevo 18 anni, quando il baseball non era un sport che si vedeva in TV tutti i giorni. Fu un impatto molto forte, firmai in mezzo a tanti giocatori da Grandes Liga e ricordo che – essendo in televisione – i bambini e ragazzi del mio paese mi salutavano guardandomi attraverso lo schermo della TV e – beata ingenuità di quell’epoca – poi mi chiedevano perché non rispondessi al loro saluto. In generale posso dire che l’intero baseball è stato per me una esperienza indimenticabile, perché grazie alla disciplina ed all’impegno che richiede mi ha formato e rafforzato come persona.

Hotsand Macerata

Un po’ di domande Marzullo style (dopo che gli ho spiegato chi è Marzullo e perché è divenuto tanto noto in Italia, e difatti una volta spiegato si guardano e semplificano il tutto dicendomi:  “ahhhh….. algo asì como preguntas da taberna de borrachones, come la fai difficile…).

 

Spiegatemi una volta per tutte come mai in Italia si dice che voi caraibici siete gente caliente, che si accende molto durante le partite di baseball .

 

Alexander: Ebbene, lo siamo. Lo siamo perché per noi caraibici il baseball è più di un gioco, è un rito, una parte importante di vita. Siamo “guagancò” come si dice al mio paese e viviamo la pelota con la passione ed il trasporto sanguigno che mettiamo, ad esempio, nel ballo (n.d.r.: Alexander cita il guaguancò che è una tipica rumba popolare cubana che culmina nel ruolo idealistico dei galli e delle galline interpretato da ballerini e ballerine, e che rappresenta il corteggiamento, ovvero una precisa fase della vita degli esseri umani). Per noi entrare in campo con un atteggiamento diverso significa essere passivi e non meritevoli di calcare un diamante. 

 

Malvin: il latino si caratterizza per quello che ha detto Alexander. Essere aggressivi, per come si può dedurre talvolta il nostro comportamento in campo, per noi significa essere pienamente coinvolti in quello che stiamo facendo, essere proattivi come si dice in italiano. E’ un costume che caratterizza un modo di sentire, un modo di essere. 

 

– Se vi offrissero un lauto ingaggio per allenare gli eschimesi nell’Alaska estremo e gelido, dove dovreste lavorare 11 mesi all’anno,  ci andreste o rinuncereste ??

 

Alexander: per me dove si gioca e dove si allena baseball prescinde dalla latitudine del pianeta, basta giocare di qualità, con serietà, disciplina, dedizione. Tu mi stai dicendo che dovrei indossare i pattini e cominciare a stare in equilibrio sulle lame, perché forse in Alaska mi dovrei trovare a fare il manager di “pelhockey”, una sorta di pelota su ghiaccio ?? E io lo farei !!

 

Malvin: beh, se proprio mi ci fai immaginare, io purtroppo qui devo cedere il passo a lasciare spazio a quelli come Alexander. Non per i pattini e non per dovere fare qualche caduta ridicola per imparare ad usarli, no non per quello, anche perché comincerei di nascosto su di un lago in modo da farmi trovare in campo che – quantomeno – non devo procedere “a quattro zampe” per fare una visita sul monte di lancio. E’ per il freddo !!! No, no, no…… Mamma Mia al solo pensiero !

Per come mal digerisco il freddo – mi dispiace – ma rinuncerei all’ingaggio, penso che mi verrebbe freddo solo a guardare Alexander dalla televisione,  mentre allena in Alaska tutto impellicciato e traballante sui pattini.

 

– Macerata e i suoi saliscendi: elicottero, automobile, motorino, bicicletta, mezzi pubblici o a piedi. Come preferite spostarvi ??

 

Alexander: Macerata non è tanto grande quindi preferisco “camminarla” (parlo dello stretto ambito cittadino) che oltre tutto fa anche bene alla salute.

 

Malvin: Idem ! Camminando posso scorgere la paesaggistica e godermi la storia di questa città, cosa che impegnato alla guida non mi riuscirebbe in egual misura.

 

– In cosa gli italiani assomigliano a Voi caraibici ??

 

Risponde Malvin:  comunemente io credo che nel baseball si parli una sola lingua e già in questo negli italiani ci vedo comunanza con noi caraibici. Più in generale parlando trovo nel senso dell’amicizia e nel senso della famiglia due luoghi che ci accomunano molto.

 

Alexander: A Cuba, ormai 30 anni fa, assistivo spesso a discussioni della gente su chi fosse il miglior  “Hombre della Seleccion” e litigavano tra Omar Linares o Oreste Kindelan. Dimmi la tua, Omar od Oreste ??

 

Il caso vuole che abbia giocato con Oreste Kindelan; buonissimo giocatore con risultati tremendi ed altissima attitudine però io penso che il miglior giocatore risponde al nome di  Omar Linares, che a soli 16 anni fu convocato con chiamata diretta quale titolare in terza base nel massimo livello cubano, per tale non riuscì a partecipare ad alcune competizioni giovanili internazionali. Qualità eccelse, la sua posizione naturale era la difesa del cuscino di terza ma tanta era la qualità di questo atleta che anche in altri ruoli non faceva scendere di livello la sua innata classe e talento, il campo diventava improvvisamente piccolo con lui dentro. Kindelan grandissimo giocatore, non si discute, grande fuoricampista anche più di Linares, ma Omar aveva delle caratteristiche globali superiori e le statistiche, nel suo complessivo, sono li a dimostrarlo e ritengo che debbano valere per valutarlo come incomparabile con nessuno, il miglior giocatore cubano mai avuto. Attualmente fa l’hitting coach in Giappone coi Chunichi Dragoons.

 

Si conclude qui questa chiacchierata, ringrazio Alexander e Malvin per la loro disponbilità augurando loro il miglior cammino in questa sorprendete stagione dei Macerata Hotsan Angels.

(Fonte immagini: Gianluca Calcagni e archivio privato Hotsand Macerata)

 

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