Alberto Furlani

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Managers di Frontiera: Alberto Furlani.

22 Mag , 2023  

di Girolamo Trombetti

Ad una ventina di chilometri dalla Slovenia, a Ronchi, la società di baseball dei New Black Panthers milita in massima serie. Ebbene abbiamo voluto intervistare il loro condottiero in capo, che di quella realtà frontaliera ne è parte totalmente integrante.

 

Ad un certo punto alzo il telefono e chiamo Alberto Furlani, mi richiama immediatamente, il suo tono pacato e cortese non riesce a rompere in me quel doveroso senso di rispetto che si deve – non solo a puro titolo di educazione – ma in particolare sapendo che si ha, dall’altro capo telefonico, un uomo che mastica baseball sin da bambino e che, gli anni passano e le mamme imbiancano, si è via via formato ed è alla guida dei New Black Panthers di Ronchi dei Legionari (GO), sulla “Frontier Line” che egli stesso ci illustrerà.

 

Alberto, rotto l’indugio del Lei (e di questo ti ringrazio), a Ronchi si mangia cotechino crauti e baseball fin dal 1959, giusto ??

 

Ciao, allora, potrei innanzitutto iniziare proseguendo su quella che hai definito Frontier Line  del baseball e che si compone effettivamente dell’asse Redipuglia – casa dei Rangers (nel territorio comunale di Fogliano Redipuglia, sempre a Gorizia), Noi Black Panthers di Ronchi dei Legionari e Staranzano coi suoi Ducks, che peraltro confina col nostro comune. Un asse frontaliero di una decina di chilometri, con i suoi anzidetti avamposti. Queste sono le società “Bisiache” (n.d.r: della Bisiacaria, questa zona geografica che è anche zona di particolare dialetto, il bisiaco), ma non dimentichiamoci la storica società triestina Alpina Trieste, nella parte Giuliana della nostra splendida regione, per poi passare nella parte isontina con i CAB Gorizia e l’ASD San Lorenzo e poi la parte friulana con i Tigers di Cervignano, i Dragons di San Giorgio di Nogaro, i White Sox di Buttrio, l’Europa di Castions delle Mura, e la neonata società ASD Carnia Baseball; verso la Venezia gli Astros di Porcia, tutte società che lavorano molto bene e che sfornano sempre nuovi talenti.

 

Una grande rete territoriale su base regionale. Senti, tu che sei parte del DNA baseballistico ronchese, mi dai una traccia storica di questa società ??

 

La società che alleno nasce nel 1959 come Black Panthers, per poi assumere il nome di New Black Panthers quarant’anni dopo. Se si pensa che il suo primo presidente era un ragazzino di 17 anni, e che già nel 1960 i Black Panthers erano a disputare il primo campionato, ci si può fare un idea   a testimonianza di che cos’era quella che potremmo definire l’epopea del pionierismo. La massima serie la raggiungemmo nel 1969 e sono tantissimi i nomi dei giocatori , dirigenti e presidenti che dovrei citare, per quello che sarebbe un elenco troppo lungo; personalmente mi sento orgoglioso di far parte di questa società e ricordo sempre ai miei ragazzi che se stanno giocando al Gaspardis (ndr:lo Stadio dei New Black Panthers) è merito di queste persone che ci hanno dato la possibilità di poterci divertire e giocare a baseball, indossando la casacca con onore perché in essa ci sono anni di sacrifici, di sudore e di tanta passione.

 

E Tu come ti inserisci, storicamente, nel contesto ronchese del baseball ??

 

Ho cominciato in tenera età, a nove anni, grazie al ritrovamento a casa di un vecchio guanto – un McGregor – che aveva usato mio fratello maggiore ai Giochi della Gioventù. Dalla terrazza di casa mia vedevo in lontananza che da un giardino si alzava una pallina in aria ma non vedevo chi poi la prendeva; incuriosito corsi in quel giardino e vidi un ragazzino, anche lui con un guanto, che si divertiva a lanciare la palla in aria per poi riprenderla…….fu un attimo e decidemmo di palleggiare assieme, rompendo un sacco di specchietti delle macchine dei vicini (ndr: credo sia facile  riuscire ad immaginare il contesto e le scene….). Quel ragazzo -ormai uomo adesso – si chiama Gianluca Bertossi, figlio di Eligio – uno dei fondatori del baseball ronchese -e padre di Riccardo, attualmente in forza alla Fortitudo Bologna; ho avuto il piacere di allenare Riccardo proprio partendo dal minibaseball, fino alla prima squadra.

 

Penso a Ronchi dei Legionari e mi viene in mente Alberto Mineo, uno dei gioielli italiani della generazione ormai matura per esprimere la massima potenzialità prestazionale. Scontato che ti chieda se l’hai conosciuto, piuttosto dimmi qualcosa di lui……..

 

Quando si parla di Alberto Mineo non puoi non nominare i suoi genitori Diego e Marta, due meravigliose persone che hanno fatto due capolavori:Alberto ha una sorella – Agnese – dolcissima come lui. Il papà Diego è stato un giocatore storico di Ronchi, un interbase molto elegante ed un battitore proficuo, convocato anche in Nazionale. Io ero il suo seconda base oltre ad essere stato il suo testimone di nozze ……….

Alberto Mineo è il giocatore più umile che abbia mai conosciuto, educato, con superdoti che tutti conosciamo; è sempre a disposizione ed ha una buona parola per tutti, non si è mai montato la testa ed è proprio per questo che ovunque vada lascia sempre un ottimo ricordo. In inverno, quando rientra per poche settimane a Ronchi, mi chiama e mi chiede – con quella sua garbata gentilezza – se può venire a fare allenamento. Per noi è un onore e per lui le porte saranno sempre aperte.

 

Ti trovi a capo dello Staff tecnico delle Pantere Nere, che hanno appena raggiunto la qualificazione alla Pool scudetto del campionato di massima serie, Complimenti !

Da quanto tempo lo sei e – da manager del Senior Team –  che momenti storici hai attraversato, sotto il profilo agonistico della tua squadra ??

 

Prima di diventare manager della Senior Team di Ronchi, ho avuto la fortuna di iniziare con il minibaseball e con l’U12 e devo dire che dai bambini ho imparato veramente tanto e le esperienze maturate in quegli anni mi sono servite per la mia crescita sia come uomo che come tecnico. Nel 2009 sono approdato come coach nella Senior Team, per non lasciarla fino al 2019. Ho preso solo un anno sabbatico dal baseball, nel 2020, ma per non restare inoperoso ho lavorato con le Ragazze delle Stars di Ronchi, genuina società di softball; porterò sempre nel cuore questa esperienza, mi hanno aiutato molto a ritrovare fiducia in me stesso e nuovi stimoli.

Nel 2021 ho lavorato da manager con l’U18 baseball di Ronchi e nel 2022 sono tornato come manager della Senior Team dei New Black Panthers.

Quindi l’excursus manageriale è 2009 – 2015  coach della Senior Team e 2016 – 2019 /2022 ad oggi Manager Senior Team ma nel 2017 sono stato anche manager della U21 di Ronchi ed ho perso la finale scudetto al Gianni Falchi di Bologna, contro Nettuno.

Credo che ogni anno passato in campo con i ragazzi sia un risultato storico che va al di là delle vittorie e delle sconfitte, quello che voglio di più è essere un buon esempio ed un aiuto per la crescita de miei giocatori, sperando che capiscano che nel baseball ci sono regole non scritte che vanno assolutamente rispettate come etica ed educazione.

 

I Tecnici del Tuo Staff; chi sono e da quanto tempo collaborano con te ??

 

La mia più grande fortuna è di avere uno staff STRAORDINARIO che mi supporta e mi sopporta; siamo un gruppo organizzato ed affiatato dove nessuno mette bocca sul lavoro dell’altro, posso tranquillamente dire che siamo tutti un po’ manager anche se ovviamente l’ultima decisione spetta a me. Quando nel Novembre del 2021 la società mi ha chiesto di riprendere la Serie A, ho voluto fortemente scegliere personalmente i mie collaboratori, proprio perché avevo bene in mente il tipo di lavoro che avrei voluto fare.

La Squadra era ed è composta da ragazzi molto giovani provenienti dal nostro vivaio, non abbiamo professionisti che arrivano un mese prima dell’inizio di campionato già pronti, noi dobbiamo allenarli su tutti i fondamentali di questo sport e per farlo ho voluto collocare per ogni settore difensivo ed offensivo un tecnico specializzato nel ruolo.

I tecnici sono:

– Paolo Da Re (Hitting coach/Bench coach);

– Mario Da Re (Catching coach);

– Sergio Furlan (Outfield coach/ First Base coach);

– Rolando Cretis (Pitching coach – ad interim);

– Jesus Torres (Assistant coach/Third base coach);

– Luis Figueroa (Assistant Coach).

 

Da un mese si è aggiunto Eros Tosetto, anche lui come Assistant coach, mentre io mi occupo degli Infielders.

Organizzare il lavoro con questi tecnici è veramente facile e proficuo, con loro ho giocato insieme nella stessa squadra, tranne che con Rolando che era ovviamente abituato a palcoscenici più alti. Addirittura Sergio Furlan è stato mio allenatore in prima squadra e insieme a Rolando, Paolo e Mario condividiamo il lavoro dell’Accademia Regionale del Friuli Venezia Giulia. Prima di tutto siamo grandi amici che si ritrovano anche al di fuori del baseball ma quando entriamo in campo la nostra professionalità è subito messa a disposizione dei ragazzi.

 

 

Basta dare un’occhiata al roster della tua squadra per rilevare due elementi che spiccano su tutto:

la stragrande maggioranza – assolutissima – di atleti nazionali che la compongono e l’età media che, conti della serva alla mano, ha una media di 21 anni se si escludono i pochi over 30 e di quasi 23 anni di media se si includono coloro che da poco hanno passato la trentina. Sulla carta mi appare un risultato di assoluto rilievo, per un team che si è qualificato alla Poule Scudetto. Potremmo tradurre in parole questi freddi numeri ???

 

E’ vero, siamo veramente giovani e – lasciamelo dire – fieri d’esserlo !!!

Pensa che metà della squadra ha iniziato a giocare con me nel minibaseball, che poi è quella squadra che con gli stessi giocatori ha vinto i 4 scudetti giovanili di categoria, nel 2012/2014/2016/2018, impresa storica.

A questi giovanotti si aggiungono altri ragazzi un po’ più grandi ma comunque sempre prodotti del nostro vivaio o dei vivai limitrofi quali Staranzano Ducks (Diego Gergolet, nato nel 2006) ed Europa di Castions delle Mura (Francesco Nardi – cl. 1985 – ed Elia Marinig cl. 1998).

Il giocatore con più esperienza è sicuramente Ivan Cechet – cl. 1982 – che con il suo trascorso come Black Panthers nelle giovanili e nei Rangers Redipuglia nelle varie categorie Seniores, è l’esempio trainante per i nostri giovani. Non voglio dimenticare gli altri due fondamentali atleti di esperienza, il sempre presente Capitano Mario Miceu, cl. 1990, e il “bilaureato” Daniele Furlan, cl. 1994.

 

Ora, per la Poule Scudetto, avete intenzione di implementare il roster con qualche rinforzo ??

 

Sicuramente prenderemo un lanciatore straniero, so che la Società si sta già muovendo in merito. Questo è l’unico rinforzo perché se dovessi prendere un position player, dovrei far stare in “panca” uno dei miei giocatori che ha partecipato a questa fantastica avventura e non lo riterrei giusto, anche perché voglio che questi ragazzi vivano fino in fondo questa Poule Scudetto per affrontare la prossima stagione con un po’ più di esperienza e di malizia.

 

La tua Ronchi, Alberto, che squadra è – come tratto somatico – e cosa eventualmente ritieni necessario dover migliorare ???

 

Ai ragazzi dico sempre che voglio 23 operai per costruire un ipotetica casa; non voglio e non accetto “ingegneri”, nessuno deve stare a guardare i lavori, tutti devono fare/dare qualcosa per la riuscita del progetto, solo così possiamo competere con le altre squadre. Non abbiamo chi può risolvere la partita, ma abbiamo la forza del gruppo, questa è la nostra Squadra.

Una falange macedone che deve per forza stare unita, e lo si vede ogni volta alla  fine delle partite, dove li si vede restare tutti uniti a cantare e ballare – si può dire bere ?? (ndr: si Alberto, lo si può dire perché è una forma di convivialità trasversale in tutto il pianeta ed assume particolare valenza in alcune realtà sociali. Bere non è ubriacarsi, è bene che alcune ideologie ne prendano atto, laddove fosse necessario fare un inciso del genere) perché noi siamo questi, siamo così e questa è la nostra indole.

Si deve sempre cercare di migliorare, sia da parte dei giocatori che da parte di noi tecnici, sono tanti gli aspetti si cui dobbiamo lavorare, perciò testa bassa e avanti tutta già dal prossimo allenamento.

 

Come vedi in termini di risultati il prosieguo del cammino in campionato dei New Black Panthers ??

 

Sicuramente sarà un altra musica……….sarà difficile – non lo nego – anche perché mi mancheranno alcuni giocatori causa lavoro, ma ce la metteremo tutta comunque, dovremo combattere lancio dopo lancio, inning dopo inning senza fare ipotesi, cercare di sfruttare tutte le occasioni che ci verranno concesse, fare meno errori possibili lavorando duro durante gli allenamenti settimanali.

 

A livello di impianto di gioco – che tu possa sapere – il Gaspardis,  che già è stato oggetto di lavori nel 2016,  potrebbe essere oggetto di innovazioni grazie ai fondi del PNRR ???

 

Guarda, non sono in grado di risponderti. Nel senso che so che ci saranno altri lavori per l’impianto di illuminazione e che c’è un ottimo rapporto con l’Amministrazione Comunale. Vedremo cosa succederà…………di lavori ce ne sono tanti, comunque, da fare.

 

Una domanda che mi premerebbe farti, sulla scorta di una intervista recente, è se ritieni che in Italia si possa raggiungere un livello di competitività più agevole puntando maggiormente sull’allestimento di un team dalla  difesa arcigna, ostica,  che non su di un attacco composto di bombers o da battitori dalle alte medie battuta o arrivi in base. Hai una tua personale idea al riguardo ???

 

Dipende dalla mentalità dell’allenatore.

Io, personalmente, preferisco molto una squadra che commette pochissimi errori e che interpreti alla perfezione gli schemi difensivi, ma non per questo trascuro la parte offensiva, poi dipende dalle caratteristiche atletiche dei giocatori che hai in squadra e lavori di conseguenza.

Comunque – credimi …………..tutti noi tecnici vorremmo un line up di sluggers !!

 

Come tecnico ti trovi ad avere scambi di vedute, disquisizioni,  con altri tuoi colleghi, al di fuori della società ???

 

Stiamo parlando di baseball………e fra gli addetti ai lavori, tecnici, giocatori, dirigenti e classificatori, quando ti incontri è di default che ti metti a parlarne e non ti rendi conto di quanto il tempo passa tranquillamente e velocemente; puoi parlare di vecchie sfide o di giocatori, di allenamenti, di drills, il baseball è una famiglia allargata e per chi lo pratica o chi lo analizza ne è parte integrante PER SEMPRE, amo questo sport proprio per questo.

 

Il cittadino ronchese, una cittadina di 12.000 abitanti circa, vive con passione questo  movimento così incisivo su base nazionale, dato delle tue Pantere nel massimo campionato ?? 

 

Siamo seguiti da un folto pubblico che ci supporta in maniera fantastica !

Sta ritornando il pubblico degli anni ‘70, tribune esaurite come negli anni della Cumini Cucine e Comello Salotti. Con noi giocava un grande giocatore – Carlos Guzman che vorrei ricordare con tanto affetto (ndr: credo che Alberto non sia l’unico a ricordare affettuosamente il compianto  Cabrito, “bambino”, guatemalteco che ha calcato le terre peninsulane e che arrivò in Italia proprio con Ronchi).

Ovviamente avendo una squadra di ragazzi giovani, abbiamo parenti ed amici che vengono a tifare i propri beniamini locali e poi, come ho detto sopra, finite le partite è Festa per Tutti !!

 

A livello di giovanili avete la nomea di essere una delle fucine della penisola, ce ne puoi parlare ??

 

Si è vero, abbiamo questa nomea, ma vorrei evidenziare che non è solo Ronchi, ma tutto il Friuli Venezia Giulia che sta sfornando sempre nuovi talenti, l’importante però è saper coltivare questa passione anche dopo degli ottimi risultati conseguiti in campo, tipo scudetti e coppe regionali. Lavorare per tenere sempre accesa la fiamma del miglioramento quotidiano attraverso la routine e la voglia di imparare a conoscere sempre più il baseball e non a vincere perché vincere potrebbe essere – uso il condizionale e lo faccio tanto per chiarirmi ulteriormente – una conseguenza di un lavoro pianificato ed eseguito bene.

Ci sono attualmente società che stanno facendo un ottimo recluting nelle scuole elementari dando così linfa al nostro movimento; in regione abbiamo 10 squadre minibaseball, 8 squadre U12, 2 squadre U12 esordienti, 5 squadre U 12 primi lanci, 5 squadre U14, 6 squadre U 15 ed altrettante 6 U18.

Sono anche Consigliere del Comitato Regionale FIBS per il Friuli Venezia Giulia, ecco perché sono in grado di snocciolarti questi dati così con estrema facilità .

 

E, più o meno marzullianamente sorridendo:

 

– Da giocatore hai qualche rimpianto ??

 

L’unico rimpianto di quando giocavo è che ho trascurato molto l’importanza del warm up ed il riscaldamento del braccio prima dell’allenamento e adesso ne sto pagando fisicamente questa mia grande lacuna.

 

– Quale ruolo ti piace di più, di questa disciplina ??

 

Ovviamente ti dico quello del seconda base, ci ho giocato per tantissimi anni e – diciamo – sono di parte.

 

– Da giocatore ti piaceva maggiormente affrontare il turno nel box od esprimerti  in difesa ??

 

Sicuramente tutte e due le fasi e credo che se lo chiedi ad altri ex giocatori ti risponderanno la stessa cosa perché vanno di pari passo e devono per forza essere allenate .

 

– Segui altri sport (o ti piacciono altri sport)???

 

Mi piacciono tutti gli sport, basket, pallavolo, calcio, tennis; sono supertifoso del fairplay e sono curioso di come questi atleti si allenano nelle varie discipline e vorrei tanto presenziare ai loro allenamenti per verificare se certi esercizi o preparazioni atletiche siano compatibili per essermi d’aiuto per il mio lavoro con il baseball (ndr: e su questa dichiarazione di Alberto voglio spezzare una lancia a favore dello SNaQ – Sistema Nazionale delle qualifiche degli operatori tecnici, progetto del CONI il cui obiettivo è porre in relazione tra loro le competenze tra tutte le discipline sportive perché – come sagacemente intuisce Alberto – ci sono delle comunanze conoscitive utili per l’accrescimento di tutte le discipline, che senza inter-relazione rimangono chiuse a compartimenti stagni dentro ciascuno sport)

 

– Quale piatto di cucina del goriziano prediligi e quale ti piace particolarmente a livello nazionale ??

 

Il piatto tipico delle mie zone, che prediligo, è la “jota triestina”, una minestra di fagioli con i crauti e, come contorno, la “brovada”, rape macerate nelle vinacce e cotte a lungo a fuoco lento (ndr: annotate, che se passate da quelle parti…….). Sono una buona forchetta e mangio di tutto e quando vado in giro per l’Italia cerco sempre di degustare il piatto tipico della zona in cui mi trovo; beh…..visto che me l’hai girata sul culinario, colgo l’occasione di comunicare che si accettano ben volentieri inviti…(ndr: beh…..annotiamo anche questa, non si sa mai che ci scappi l’occasione)

 

– Se ti fosse data possibilità di sdoppiare la tua vita, in quale luogo ti piacerebbe – contemporaneamente –  di più vivere ???

 

Essendo un malato di baseball, secondo te??? Dai, uno sforzo che ci arrivi……….senza dubbi vorrei vivere negli Stati Uniti, magari in California, sarebbe un bellissimo sogno, fare baseball ogni giorno in quei campi tirati alla perfezione, con i bordi tagliati e livellati, la tera rossa, l’erba tenuta come un prato inglese e palline sempre nuove…….forse voglio troppo (ndr: mi tocca rispondergli che sognare non è troppo e che siamo almeno in due a trastullarci mentalmente su campi e materiali così).

 

– Hai un periodo del baseball italiano che preferisci, a livello di emozioni vissute ??

 

Da giocatore ho vissuto gli anni ‘80 e ‘90 e ti posso parlare di quel periodo; posso dirti che ho visto giocatori di scuola italiana che hanno fatto la Storia del nostro sport, sia a livello nazionale che europeo e mondiale. Non faccio nomi perché sicuramente mi dimenticherei di qualcuno e quindi non vorrei fare torto a nessuno (ndr: significa che ce ne sono stati……….). Ho l’onore di essere inserito in un gruppo di Whatsapp con queste Glorie e ti dico che il gruppo è denominato “OLD STARS”, colgo qui l’occasione per salutarli, RAGAZZI: SIETE UN PATRIMONIO NAZIONALE !!!!!

 

– Se un magnate appassionato di baseball della tua regione ti invita nella sua dimora, e per riconoscimento e stima nei tuoi confronti intende farti scegliere tra un orologio Rolex Daytona in oro, una Maserati o viaggi vacanza da qui all’infinito, cosa scegli ??

 

……….gli dico che mi dia l’equivalente in soldi, al posto di quei regali, che li investirei in strutture a Ronchi per allenare i Nostri giovani (ndr: beccato in contropiede, per la serie “ ciapa su e porta a ca’, ed io che che mi aspettavo di verificare se fosse più per l’uno o l’altro oggetto “voluttuario”).

 

Si conclude qui la chiacchierata col Frontier Man Alberto Furlani, con la speranza di poterlo avere ancora al Bar del Baseball in un prossimo futuro.

Il sottoscritto e tutta la Redazione fanno i Migliori Auguri ai New Black Panthers per il loro prosieguo, presente e futuro, consci dell’importanza di queste realtà fondate sull’Impegno, i Valori e la Passione che sono il sale della vita dei giusti e la linfa vitale di questa disciplina, in ambito nazionale.

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(Fonte immagine di copertina: archivio privato di Alberto Furlani)

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