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BASEBALL SENZA FRONTIERE. Anche la Palestina ama il baseball! Intervista ad Ahmed Abu Moayad

3 Dic , 2020  

di Ignazio Gori

Ci riscopriamo ogni volta sempre più felici, noi appassionati, nell’apprendere quanto la passione per il baseball e il softball sia capace di contagiare nuovi territori, comunità e nazioni. Lo dimostra lo stesso ranking WBSC, negli ultimi anni in continua e costante espansione. Paesi come il Pakistan, il Burkina Faso, lo Sri Lanka, la Mongolia e per ultimo il Bhutan, il paese più alto del mondo, nel territorio dell’Himalaya, sembrano essere stati contagiati dall’entusiasmo per queste discipline, seppur tra mille difficoltà economiche e organizzative. Ma la passione – ce lo insegna la Storia – è capace di infrangere ogni difficoltà, ogni barriera. È con gioia infatti che vengo a sapere di come il baseball, aiutato dalla nuova disciplina del Baseball5, stia avanzando anche nella Striscia di Gaza, in territorio palestinese, grazie all’impegno del general manager e allenatore Ahmed Abu Moayad, che, tra speranze entusiasmo e solidarietà, si racconta al Bar del Baseball.

Signor Moayad, come si è avvicinato al baseball e da quanto si pratica in Palestina?

Il baseball si è diffuso in Palestina, nella Striscia di Gaza, nel 2017. Ho affrontato il baseball con passione e amore, perché lo ritengo un grande gioco, nonché un veicolo per aspirare all’apertura verso il mondo intero.

La nuova disciplina del “Baseball5” – che sta facilitando l’espansione del baseball e del softball in territori non troppo contaminati da questa passione nei passati decenni – ha attecchito subito nella Striscia di Gaza con molti praticanti. Perchè secondo lei?

E’ vero, ma una specie di Baseball5 si praticava già da molto tempo, prima del 1950, e non è una novità il fatto di praticarlo molto ancora adesso. Ora però lo abbiamo “istituzionalizzato”, se così si può dire, introducendolo nelle organizzazioni sportive, nelle scuole e nelle piazze popolari.

Quando tempo occorre ancora, secondo lei, per avere una reale nazionale palestinese di baseball in grado di concorrere in competizioni ufficiali?

Casomai la domanda andrebbe posta in maniera differente, perché quello che manca sono le capacità finanziarie, le attrezzature e soprattutto gli istruttori specializzati; abbiamo bisogno di aiuto soprattutto riguardo la parte tecnica. Per quanto riguarda il tempo, come da lei richiesto, posso dire con fiducia che in un paio di anni potremmo raggiungere obiettivi importanti, sono più che sicuro infatti che possiamo, con il baseball e il softball, portare gloria e onore alla Palestina.

Ci sono dei prospetti palestinesi interessanti? Qualcuno gioca all’estero?

Attendiamo con impazienza una partecipazione internazionale, al fine di acquisire le risorse e le competenze per lo sviluppo del baseball.  Per quanto riguarda i giocatori palestinesi all’estero, non lo sappiamo … ma senz’altro li cercheremo il prima possibile. Dobbiamo sviluppare il reclutamento, renderci conto delle nostre reali possibilità

Io ritengo che la Palestina possa avere una vera nazionale come quella di altri territori, spesso ostracizzati a livello politico, istituzionale e identitario. Nuove Nazionali e movimenti stanno crescendo ovunque, anche in luoghi nemmeno immaginabili fino a qualche anno fa …

E’ vero, e per quel che ci riguarda non ci faremo problemi: se c’è qualche giocatore palestinese nei “territori occupati”, lavoreremo per convincerlo a giocare con noi; credo che sia la cosa più giusta da fare.

Quali sono i suoi punti di riferimento, come manager e appassionato di baseball?

 Il nostro punto di riferimento è il Presidente della Federazione Palestinese di Baseball&Softball, il signor Mahmoud Tafesh, che ha introdotto questo sport nel nostro territorio dopo averlo appreso con entusiasmo nel 2016, in Egitto, da un coach della nazionale dell’Iraq. È stato lui a istruire i primi giovani e gli siamo sempre grati.

Segue o ha mai seguito il baseball italiano?

Certo, ammiro la Nazionale italiana, in particolare la squadra femminile di softball! Spero di visitare l’Italia e soprattutto spero in un lavoro congiunto tra la Federazione Palestinese e quella Italiana per lo sviluppo del baseball e del softball.

Come dichiarato nel maggio del 2018, il Presidente WBSC Riccardo Fraccari, si dice orgoglioso che il baseball e il softball abbiano raggiunto la Striscia di Gaza ed è convito – e noi con lui – che queste discipline, veicolo di lealtà e fratellanza, possano solo aiutare questa comunità. Ringraziando il sig. Moayad per l’intervista e l’impegno, il nostro augurio è quello che il baseball e il softball palestinese possano crescere velocemente, grazie all’aiuto anche delle altre federazioni. IL BASEBALL UNISCE! SEMPRE!  

(l’immagine di copertina è stata gentilmente concessa dal sig. Ahmed Abu Moayad)