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Cristian Mandolini: “Nessun progetto davvero stimolante, darò più spazio alla mia carriera da tecnico”

19 Dic , 2019  

di Emanuele Tinari

Notizia di pochi giorni fa tramite un post sui social: Cristian Mandolini lascia il baseball giocato ma ovviamente non lascia questo sport.

“La decisione ufficiale l’ho presa negli ultimi giorni. Ho avuto un po’ di contatti con varie squadre ma non ho trovato quel progetto davvero stimolante. Negli ultimi anni 10 anni ho giocato in serie A2 sempre con squadre forti che puntavano al massimo come l’Urbe Roma, Jolly Roger o anche la Fiorentina, quest’anno troppa incertezza e venendo dal grande Nettuno e da uno scudetto a Grosseto ho sempre cercato progetti ambiziosi con gente di alto livello, andare in una situazione con troppe incognite mi ha fatto propendere per un ritiro a cui pensavo da un po’ di tempo. Ora darò più spazio alla carriera da tecnico. Già collaboravo con l’Accademia allenando i ricevitori, ora c’è anche la prima squadra ripescata in serie B, spero di far parte dello staff, ma comunque sarò in questo mondo come coach o allenatore”.

Una carriera cominciata con il vero Nettuno, quello dello scudetto del 1998 (il penultimo della storia, l’ultimo in casa), proseguita con un altro titolo proprio contro il “suo” Nettuno, quando militava a Grosseto e tanti anni di alto livello in serie A2.

“Quando ho iniziato c’erano tutti i grandi, gli idoli d’infanzia, i campioni da emulare, solo Guglielmo erano andato via al Caserta. Sono stato due anni lì e poi ho iniziato a girare in prestito, ho giocato con il gruppo storico dei ragazzi della mia età in serie A2 con giocatori come Mazzanti e Costantini, in una squadra di gran livello. Dopo lo scudetto vinto a Grosseto nel 2007, sono tornato a Nettuno nel 2008 dove ho avuto parecchie occasioni di scendere in campo vincendo anche la Coppa Campioni. Poi sono sceso in A2 dove mi sono tolto le mie belle soddisfazioni”.

In una carriera così lunga comunque ci sono dei momenti particolare, ma anche partite da rigiocare.

“Vorrei ritornare alla sfida di Coppa Italia tra Fiorentina e Nettuno Academy in cui l’arbitro non mi ha dato un fuoricampo netto, poi lo stesso arbitro incontrato 15 giorni dopo ad un clinic mi ha chiesto scusa perchè ripensando alla chiamata si era reso conto dell’errore. Una partita che non dimenticherò è gara 7 scudetto tra Grosseto e Nettuno. Il Nettuno era in rimonta negli ultimi inning e tutti nel dogout facevamo avanti indietro verso gli spogliatoi perchè avevamo paura di guardare”.

Tantissimi i giocatori forti con cui ha giocato in carriera, con una menzione particolare per uno del suo ruolo.

“Sono cresciuto con la generazione di Bagialemani e gli altri, un gruppo di campioni. Anche a Grosseto ho giocato con gente forte come Dall’Ospedale, ma se devo fare un nome è quello di Kelly Ramos. Tante cose che mi ha insegnato lui in quell’anno ancora me le porto dietro e provo ad insegnarle ai ragazzi. Nel nostro ruolo davvero un’altra categoria. Ci allenavamo alle 12, mi passava a prendere alle 9.30, andavamo subito in campo, mi faceva da insegnante sui fondamentali, un vero e proprio maestro. Per quanto riguarda i lanciatori dico Mikkelsen e Carrara. Te mettevi il guanto e loro la mettevano lì perfetta”.

Il baseball, leit motiv della vita ha lasciato oltre tante emozioni sul campo anche tanti rapporti duraturi nel tempo.

“Ho avuto la fortuna di essermi trovato bene praticamente con tutti i manager avuti. Con Ruggero siamo amici anche fuori, con Duimovich ci sentiamo praticamente tutti i giorni, con Massini, ex allenatore del Viterbo, c’è un bel rapporto. Proprio la Fiorentina ieri mi ha dedicato un video su Instagram e la cosa mi ha fatto davvero emozionare, visto che neanche ad alcuni ex giocatori del luogo l’hanno fatto. Questo vuol dire che ho seminato bene nel corso della carriera, mi sono sempre comportato bene e sono stato apprezzato come uomo oltre che come atleta. Anche le mie amicizie nella vita sono quasi tutte legate al baseball. Quando ero giovane Roberto De Franceschi e Leonardo Mazzanti mi hanno preso sotto la loro ala protettiva, mi hanno fatto vedere come ci si comporta in campo, arrivando due ore prima per provare le battute ed è diventata la mia routine nel corso della carriera e i rapporti sono continuati al di fuori del diamante. Altri amici fraterni sono Paolino Ambrosino, Peppe Mazzanti e i fratelli Cozzolino, ma sono davvero tanti quelli con cui ho un legame”.