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EUROPEAN MASTER CUP: IL FENOMENO ITALIA

18 Nov , 2019  

di Serenella Mele

È evidente che giocare ad alti livelli, anche quando il fisico non ha più un’età per farti correre forte, ti lascia dentro una passione che smuove energie solo apparentemente perse. Il talento lascia in molte eccellenze del softball quella motivazione, oltre al gesto tecnico, tutto questo da qualche anno vede protagonista anche la formazione master dell’Italia. Le azzurre hanno trionfato recentemente nella European Masters Cup, prima competizione ufficiale del mondo master, disputata a Sant Boi de Llobregat e Can Torello (Barcellona, Spagna) dal 30 ottobre al 2 novembre.

Il 31 ottobre l’Italia master prevale sulla Danimarca per 5-2, quindi travolge la Bulgaria per 15-0. Ne parliamo con Paolo Miroglio, coach dell’Italia, che con orgoglio ed emozione ci ha raccontato questa bellissima avventura in terra di Spagna.

Se in squadra hai Turazzi, Trevisan & company…metti paura a chiunque…

Forse ci hanno sottovalutato – racconta il coach Paolo Miroglio – per poi soccombere davanti a tanta grinta ed ai gesti tecnici di assoluto valore messi in campo dalle atlete italiane”.

Il 2 novembre altro grande risultato azzurro, vittoria per manifesta al 4° inning per 10-0 contro la Svezia e accesso alla finalissima, dove le azzurre hanno affrontato la squadra di casa, la più insidiosa fra le sei squadre partecipanti all’evento internazionale di categoria. In finale una grande Italia ha avuto facilmente la meglio sulla formazione del Miralbueno (Spagna) in appena cinque inning, col risultato di 13-2.

Dopo la vittoria nel World Master Games del 2013 e nell’European Master Games 2019, la squadra master affronta la European Masters Cup, sotto il patrocinio dell’ESF, per squadre maschili e femminili della categoria over 35.

In Italia, da quanto esiste la “Nazionale master” di softball?

Possiamo definirla una Nazionale sperimentale –dichiara Paolo Miroglio – probabilmente diventerà ufficiale in futuro, dipenderà dalla Fibs, dalle sue valutazioni. Le atlete che abbiamo schierato, per il livello tecnico dimostrato, potrebbero ancora giocare tranquillamente in A1 in Italia. È tutto nato da un gruppo di Torino: Monica Miroglio, Paula Ferrua, Emanuela Ariotti, Samanta Valsania. Hanno attivato loro i contatti tra amiche ex giocatrici, per poter mettere su un gruppo che potesse disputare i World Master Games nel 2013. Monica ha giocato in nazionale con Eva Trevisan, è stata una sequenza di contatti che ha creato questo gruppo. Eva Trevisan è stata la miglior battitrice del torneo (800 media battuta). Ripeto: in questo torneo spagnolo di fatto c’era una sola squadra relativamente inferiore su sei partecipanti, alcune ci hanno sottovalutato, di fatto avevamo una sorta di formazione titolare più una di atlete pronte a subentrare, di ottimo livello comunque. Hanno giocato tutte alla grande, dimostrando assoluta eccellenza sul campo. Hanno una grinta difficile da trovare nelle nuove generazioni, talento notevole, un grande esempio tecnico che potrebbe ben figurare in qualsiasi formazione di livello europeo”.

Sei le formazioni europee che hanno partecipato al torneo master di Barcellona, a girone unico : Italia master, Bulgarian All Stars, Cechie Carrots, Denmark Classics, Miralbueno Softbol e Team Sweden.

Dal 2013 in avanti, come avete selezionato le atlete della nazionale master?

La selezione è sempre stata opera delle stesse atlete promotrici del gruppo, io e Brunero guidiamo la squadra, c’è un grande impegno in campo ed un grande coinvolgimento emotivo. La Fibs ci ha aiutato pagando l’iscrizione al Torneo e fornendo le uniformi di gioco, perché in quanto formazione sperimentale evidentemente non era possibile fare di più. Tutte le spese di viaggio e soggiorno, sono state sostenute da noi (tecnici ed atlete). Alle quattro atlete che hanno avviato l’iniziativa nel 2013, si sono aggiunte giocatrici provenienti da Sicilia, Friuli, Toscana, oltre a Stella Turazzi che è arrivata dal Canada dove vive da tempo. Ritengo sia ancora una delle migliori lanciatrici italiane in attività, superiore a molte straniere presenti nel campionato italiano: abbiamo scelto di schierare solo atlete italiane, mentre altre formazioni presenti hanno fatto venire gente persino dal centro-sud America. Il valore tecnico messo in campo dall’Italia è stato di assoluta eccellenza ed il campo ci ha dato ragione”.

Età media 38 anni quella delle azzurre. Alcune giocano ancora: la Trevisan a Bologna, la Cavallo a Nuoro, e ad ottimi livelli: “In certi momenti l’esperienza conta più dell’età –prosegue Paolo Miroglio – il valore tecnico è indiscutibile. Sono quasi tutte ragazze che io e Angelo Brunero conosciamo da quando erano bambine, le abbiamo tirate su tecnicamente, hanno un certo rispetto e gratitudine per noi. Loro sanno sempre cosa fare in campo, spesso non hanno bisogno che noi diamo direttive”.

Le azzurre protagoniste:

Emanuela Ariotti, Adele Castorina, Paola Cavallo, Lorena Cimolai, Stella Compagnone, Doriana Concas, Isabella Dalbesio, Alice Dall’ò, Ilaria Di Giulio, Paula Ferrua, Cinzia Guzzetta, Emanuela Iannone, Monica Miroglio, Agata Palazzo, Serena Perizzolo, Eva Trevisan, Stella Turazzi, Samanta Valsania, Paola Vicentini, Daniela Castellani.

Manager, Angelo Brunero

Coach, Paolo Miroglio

Assenti formazioni olandesi e ceche…come ha trovato il livello tecnico?

La Spagna aveva un livello discretamente alto, ma l’Italia ha dimostrato di essere nettamente superiore a tutti. Ha organizzato la Spagna, scegliendo le formazioni partecipanti. Riguardo l’aspetto organizzativo dell’Italia, ha fatto tutto Monica Miroglio (figlia di Paolo, coach, ndr). Tra l’altro al seguito della squadra italiana, si sono mosse circa trenta persone. Il fenomeno master è molto diffuso in Europa e nel mondo, meno in Italia. Due anni fa siamo stati invitati a giocare in Giappone, alcune nostre atlete hanno avuto l’onore di giocare lì nelle file delle formazioni locali, accompagnate da me e Angelo Brunero: Emanuela Ariotti, Adele Castorina, Isabella Dalbesio, Ilaria Di Giulio, Paula Ferrua, Emanuela Iannone, Monica Miroglio, Samanta Valsania, Paola Vicentini. Pagando di tasca loro tutte le spese di viaggio e soggiorno, pur di giocare. Hanno giocato anche in Nuova Zelanda, sempre pagandosi tutte le spese, con un grande tifo da parte giapponese verso le italiane”.

Prossimi appuntamenti della squadra?

In Giappone nel 2021, ai World Master Games. Io spero che la Fibs ci aiuti, considerato che ci stiamo facendo onore sul campo e stiamo sostenendo finora tutte le spese pur di poter partecipare a queste importantissime manifestazioni internazionali. Oppure cerchiamo sponsor privati che abbiano voglia di farsi notare attraverso noi, in una manifestazione internazionale. I nostri sforzi organizzativi proseguiranno, pur di giocare. Desidero ringraziare Totoni Sanna, consigliere federale Fibs, che fin dai nostri esordi ci ha sostenuto, anche consegnandoci un premio in occasione di un Gala dei Diamanti. Adesso stanno tagliando un po’ tutto, peccato, sacrificando un movimento come il master che invece dà lustro al softball italiano nel mondo”.

Non perché è mia figlia –dichiara coach Miroglio – ma ci tengo a ringraziare Monica per il grandissimo lavoro organizzativo svolto, animata da profonda passione sportiva e amore per il softball, pur di vedere questo “progetto sportivo” andare a buon fine.

Io sono vecchio, ho 70 anni –ci racconta Paolo Miroglio- mi piace stare in campo a dare una mano come pitching coach. Ma niente di più. Voglio godermi il campo, il gioco, con questo progetto. Noi ci stiamo impegnando, chiedo che la federazione ci supporti per quanto possibile in questi grandi eventi internazionali”.

Monica Miroglio, una delle protagoniste in campo ma anche nella fase organizzativa: “Nel 2013 mentre cercavamo di salvare la squadra Reale Mutua Jacks di Torino, abbiamo saputo che i World Master Games non avevano squadre femminili di softball: nel giro di una settimana abbiamo organizzato la squadra con atlete di Torino! È andata benissimo, abbiamo vinto, l’iniziativa ha avuto molto successo e Totoni Sanna (consigliere federale Fibs, ndr) ci ha invitate al Gala dei Diamanti per consegnarci un premio. Siamo andate avanti con le nostre forze –prosegue Monica Miroglio – nel 2017 abbiamo partecipato ai World Master Games in Nuova Zelanda, successivamente all’Europeo a Torino. Tutti tornei amatoriali: solo quest’anno la ESF si è adoperata per creare un circuito master ufficiale. Sono stata contattata da Daniela Castellani, con la quale ho giocato anni fa in Nazionale, così abbiamo creato questo gruppo per giocare in Spagna. Tutto è partito da noi, non abbiamo partecipato a try out, abbiamo fatto tutto tramite contatti tra atlete con le quali avevo condiviso l’attività agonistica di tanti anni. Gli stessi tecnici, come mio papà, si sono uniti a noi in quanto ci hanno allenate da piccole quindi ci conoscevano. In Italia il softball master è partito da noi, mentre nel resto del mondo ha una notevole diffusione. Quando la federazione europea ha creato questo evento, la Fibs ha subito aderito e grazie a Daniela Castellani che mi ha contattata abbiamo potuto partecipare. Ci hanno pagato l’iscrizione e fornito le divise di gioco, perché potessimo rappresentare l’Italia. Un grande onore per tutte noi. In Spagna eravamo la delegazione più numerosa, tra formazione maschile e femminile, circa 60 persone tra atleti, tecnici e appassionati al seguito: l’Italia ha risposto più che bene, ma ESF e federazione mondiale dovrebbero dare un incentivo. Sul campo si è visto del gran gioco, sia nel torneo femminile che in quello maschile. I ragazzi sono arrivati appena quinti, affrontando però formazioni che avevano molta più esperienza, oltre a numerosi stranieri nel roster ingaggiati appositamente per disputare il torneo”.

Il movimento master va riconosciuto, rende onore a qualsiasi disciplina sportiva, ottiene risultati lusinghieri: “Se vogliamo giocare andiamo, attraverso circuiti separati rispetto a quelli federali. Certo abbiamo aperto una strada nel softball, si tratta sempre di attività amatoriale – ribadisce Monica Miroglio – quindi comporta che da parte nostra ci si faccia carico delle spese”.

Ma che soddisfazione vincere! Anche col fisico che forse si è appesantito, il fiato che diventa corto, ma quel talento dentro che ti fa diventare Wonder Woman e riassaporare il gusto dolce delle grandi vittorie. Dentro una maglia azzurra che il cuore non dimentica.