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FARAONE: “IL GLEN GRANT HA SALVATO IL NETTUNO!”

28 Ago , 2020  

di Ignazio Gori

Giampiero Faraone, uno dei miti del baseball nettunese, si è voluto aggiungere al cordoglio che ha accompagnato l’ultimo saluto ad Armando Giovinetti, il “mago” del Glen Grant, che ci ha lasciato il 22 agosto scorso.

“Credo sia stato il Principe Borghese, da sempre molto vicino al baseball nettunese, a portare Giovinetti da noi, dopo l’esperienza a Rimini. Ignoro come si sia avvicinato al baseball, ma posso dire senza dubbio che è stato lui, grazie allo sponsor “Glen Grant”, a salvare il baseball a Nettuno all’inizio degli anni ’70, un periodo di transizione. Io dico sempre che il baseball a Nettuno può essere diviso in quattro grandi periodi e quello sotto il marchio “Glen Grant” è stato senz’altro uno dei più felici. Il “Glen Grant” ci portò fortuna da subito, perché nel 1970, stagione d’esordio dello sponsor, vincemmo subito una Coppa Italia. Ricordo molto bene quell’anno perché fu anche il primo anno del mio doppio ruolo giocatore-allenatore.  I ricordi che mi legano al signor Armando sono moltissimi. Era un vero signore, elegante, gentilissimo, disponibile, generoso e gli stava davvero a cuore la nostra squadra.  Ricordo una volta, a Milano, ci portò a mangiare da “Giggi Fazi”, uno dei più esclusivi ristoranti di Milano. Per noi non fu solo una semplice collaborazione commerciale, quello con il “Glen Grant” fu un sodalizio che permise al Nettuno di aprirsi, di uscire da quell’aria provinciale e un po’ grezza che ci accompagnava. Ci ha aperto la mente, ha cambiato la nostra mentalità. Alberghi, viaggi comodi … non eravamo abituati a questo, tutto merito di Giovinetti. C’è un simpatico aneddoto che vorrei ricordare, a dimostrazione di quanto detto. Eravamo a cena in un bel ristorante di Milano, quando Armando chiese a suo nipote Gianluca (Giovinetti) – un grande appassionato di baseball che ci seguiva sempre e che era diventato amico di tutti i giocatori – di andargli a comprare le sigarette. Quando Gianluca tornò, Armando gli disse che aveva sbagliato, che quelle non erano le sigarette da lui richieste. Allora chiese a Enzo Masci, che era un tipo sanguigno: “Signor Masci, lei fuma questa qualità di sigarette?” e Enzo rispose, tra le risate collettive: “Signor Armando, io me fumo pure li zeppi!”. Mi viene da ridere solo a pensarci. Potrebbe essere questa la fotografia di come eravamo noi del Nettuno e di quanto avessimo bisogno di un “patron” come Giovinetti, di quanto ci abbia fatto bene stare con lui.  In un certo qual modo il “Glen Grant” fu il vero primo sponsor del Nettuno. Con questo non voglio sminuire quelli degli anni passati, il Chlorodont o la Simmenthal, con i quali anche abbiamo vinto, ma quest’ultimi erano, se posso usare questo termine, degli sponsor “politici”, strategici per il nostro club e il territorio, mentre quello del liquore è stato il primo vero sponsor presente, costante, che ci ha sostenuto per quasi un decennio, intervallato dalla Colombo Assicurazioni. Abbiamo vinto 2 scudetti e 1 Coppa Campioni, il settore giovanile è ripartito, tutto il movimento nettunese insomma, ha beneficiato dello sponsor “Glen Grant” e della “magia” contagiosa del signor Armando. Solo la “Danesi Caffè”, anni dopo, è riuscita a darci con continuità lo stesso tipo di appoggio concreto e dunque siamo tornati a vincere, in Italia e all’estero. La Fortitudo Bologna di questi ultimi anni ad esempio, ha trovato nella UnipolSai Assicurazioni un fido partner. Credo sia stato decisivo Federico “Chico” Corradini, che è stato un grande lanciatore degli anni ’70 e ’80 in maglia Fortitudo, il quale, una volta entrato nell’azienda assicurativa, è riuscito a facilitare questa partnership. Anche noi del Nettuno avremmo bisogno di un “evento” del genere. Dobbiamo tornare a parlare la stessa “lingua” come squadra, come entità culturale e territoriale, e magari ritrovare un grande sponsor, che ci possa seguire con costanza, per qualche anno, in modo da programmare delle scelte serie. Con la scomparsa del signor Armando, se n’è andato uno di famiglia, un membro indimenticabile della grande famiglia del baseball nettunese. Sicuramente sarà felice, da lassù, nel rivedere riunita in una sola squadra l’anima sportiva di questa città. È anche il mio più sincero augurio ovviamente e senz’altro sarebbe il più bel modo di ricordarlo. Ciao Armando!”