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GIUSEPPE BORTOLAN: LA FOTOGRAFIA È UNA PASSIONE IN EVOLUZIONE

23 Apr , 2021  

di Serenella Mele

Volo -si fa per dire, purtroppo solo via telefono- a Vicenza, dove parlo con un altro protagonista delle immagini nel Bar del Baseball. 

Attualmente non sono un fotografo professionista, ma col crescere della mia passione sto facendo in modo di migliorarmi tecnicamente, prima di tutto questo”.

Esordisce così Giuseppe Bortolan, nel suo “turno di battuta” usando la metafora di gioco. Marito, padre, tecnico e fotografo: sua moglie Valentina Pozzi è tecnico di secondo livello nel softball; i loro figli giocano, lui si divide tra famiglia, lavoro ed i campi di gioco dove diventa tecnico e fotografo.

Fotografo per puro divertimento, ma sto facendo dei corsi che mi saranno utili per acquisire sempre più padronanza di tutto quanto ruota intorno alla tecnica della fotografia. Ogni tanto collaboro per lo sport con un giornalista locale, che ha una sua agenzia ed è fotografo professionista. Qualsiasi sport: seguo tutto. Sono un ex arbitro di pallacanestro, da quando ho fatto il primo corso a sedici anni. Quando sono nati i miei figli, anche per l’età ho iniziato a seguire gli arbitri, poi i figli sono cresciuti ed hanno iniziato a giocare uno a baseball (Giacomo, gioca nella Palladio di Vicenza, in serie C, ma studia anche medicina) e l’altra a softball (Nilde, gioca col Bussolengo 2.0 in A2, studentessa al liceo artistico) quindi ho iniziato a fare corsi come allenatore: attualmente sono allenatore di secondo livello di softball”.

Bussolengo Softball che vince il primo titolo nazionale nel 1993 e trionfa nuovamente nelle due stagioni successive, abbinando nel 1995 la Coppa Italia. Seconda Coppa Italia nel 2002. Nel 2015 vince il quarto scudetto e la prima Coppa dei Campioni, vinta a Praga. Nei quattro anni seguenti altri tre campionati italiani e due nuove Coppe dei Campioni. Bussolengo che riprende dalle categorie inferiori, dopo il ritiro dai campionati annunciato dal presidente in carica nel 2020. 

Nasce quindi il “Bussolengo 2.0, con la presidenza di Sabrina Pucci, la collaborazione di Daniela Castellani (Ambasciatrice del softball internazionale, ndr) come pitching coach: “Abbiamo creato una nuova società e stiamo riprendendo ad essere parte del panorama nazionale del softball -prosegue Giuseppe Bortolan – debutteremo come Bussolengo 2.0  in questa stagione ripescati in A2, formazione che sarà guidata da Sabrina Del Mastio, con Elisa Bruno (responsabile anche dei tecnici nel Veneto, ndr) e Corrado Setti. Manager della formazione U18 sarà Elisa Bruno, con me e Chiara Caufin, mentre il team hit è Roberto Montero (cubano)”.

Quando hai iniziato ad interessarti di fotografia?

Ho iniziato verso il 2005, viaggiando con i figli e volendo avere qualche ricordo delle nostre escursioni. Col tempo, tra viaggi e cerimonie varie, ho iniziato ad appassionarmi sempre di più alla fotografia. Ho fatto i primi corsi e conosciuto persone esperte che mi hanno insegnato qualche segreto tecnico. Diciamo che la mia è una passione in evoluzione, sto collaborando con un giornalista professionista, per sostenere fra due anni l’esame da giornalista fotografo. Ma da quasi 25 anni lavoro per un’azienda che fa vendita e assistenza per fotocopiatori”.

Come arrivi al Bar del Baseball, di chi sono la colpa o il merito? 

Creando il mio account di facebook come fotografo, seguendo tutti i post che pubblicava il Bar del Baseball, mi sono incuriosito ed ho messo il mio personale like. Da lì è iniziato tutto, da lì è iniziato il divertimento. Gianluca Marcoccio mi chiede le foto di baseball e softball della mia zona giusto per coprire, diciamo, l’area del Veneto. Fotografare mi piace moltissimo, ma anche allenare, stare a contatto con i ragazzi sul campo”.

Che immagini scegli per i tuoi scatti?

Mi piace vedere nell’immagine la grinta e la rabbia che l’atleta mette nel gesto sportivo. Cerco di cogliere questo in ogni fotografia. L’attimo, fermarlo, può essere la scivolata nel baseball o nel softball, la schiacciata nel basket. Quel momento che è l’apoteosi del movimento, quell’attimo che ti ferma il fiato: tutta la settimana allenarsi per quell’istante”.

Dove vorresti fare “lo scatto”, quello indimenticabile, in quale evento?

Penso in grande, ma sicuramente alle Olimpiadi. So che è necessario avere un’agenzia che ti accredita, attrezzatura e capacità ci sarebbero, dovrei trovare l’aggancio giusto che mi sponsorizza. Anche questo fa parte della mia evoluzione come fotografo, dal Torneo delle Regioni che seguo da anni, ai Giochi Olimpici. Perché no? Sento la frenesia di fare le foto e trasmetterle, comunicare quello che si svolge su un campo di gioco”. 

Tra le foto realizzate fino adesso, quale conservi tra le tue top immagini?

Sicuramente sceglierei la foto del campione di motociclismo Mark Coma, uno dei suoi famosi salti, foto che ho scattato ad Abu Dhabi poco prima del suo ritiro dalle competizioni. Una foto, che non ha nulla a che fare con lo sport, l’ho realizzata durante un viaggio in India: una mamma che cammina con un bimbo piccolo, lui trascina una macchinina che ha solo le ruote. Mi è rimasta davvero impressa. Parlando di softball e baseball, ho un’immagine che ha poca luce quindi non è tanto perfetta, scattata forse durante l’ultima Coppa Campioni vinta dal Bussolengo e giocata a Forlì. Era piuttosto tardi, mi  è rimasta impressa una magnifica presa di Marta Gasparotto, una capriola, una rotolata, e dopo la presa un lancio-missile verso la prima base. Facendo ovviamente l’out: ho pensato che davvero non ha braccia ma missili lancia palle. Straordinaria”.

Padre e fotografo, con i figli in campo chi prevale?

Li fotografo, sicuro. Però spesso sono preso da un loro gesto tecnico che mi colpisce. Mollo l’obbiettivo e guardo il gesto tecnico, per poi recriminare contro me stesso biiiiiiiiip, dovevo far la foto. Mi sono appassionato a questi sport grazie ai miei figli, ho voluto fare il corso di tecnico per imparare bene le regole, ci sta che rinuncio a qualche bella foto per seguire ed apprezzare una loro azione di particolare valore tecnico


(Fonte immagine: archivio di Giuseppe Bortolan)

(Nell’immagine di copertina: primo piano di Giuseppe Bortolan con la sua macchina fotografica)

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