Racconti

Il mondo del baseball per chi parte da zero

21 Mar , 2018  

di Antonio Chiantese

Al giorno d’oggi,molte persone si pongono come dilemma come avvicinare i giovani al mondo del baseball. Ma se fosse il ragazzo ad avvicinarsi al mondo del baseball e non viceversa?

Permettetemi dunque di raccontarmi la mia storia.

Se non mi conoscete,mi presento,mi chiamo Antonio Chiantese,vengo da Napoli ed ho 17 anni.

Mi sono appassionato al mondo del baseball un po’ come i ragazzi degli anni 90, ma mentre loro si innamoravano del calcio grazie ad opere come “Holly e Benji”, io guardando “Ace of Diamond” mi appassionavo al baseball.

La mia situazione aveva quasi del comico,mi ritrovavo ad amare il baseball di stampo tipicamente nipponico,in una città come Napoli,dove il calcio è praticamente lo sport praticato dal 90% dei giovani, e se dici che giochi a baseball le reazioni sono tra il sorpreso e lo stranito.

Per di più le uniche notizie sul baseball in Campania erano solo quelle riguardanti lo stadio di Caserta chiuso da anni,ma ormai in via di ristrutturazione.

E dato che in famiglia il baseball era “un’americanata” conosciuta solo grazie ai film non potevo neanche rivolgermi a loro per cercare aiuto (ancora oggi mia madre si stupisce di come io sia riuscito ad avvicinarmi al mondo del baseball partendo praticamente dal nulla), d’altronde come se non bastasse ero, e sono ancora, un ragazzo squattrinato e senza patente, il che mi rendeva impossibili grandi spostamenti.

I mesi passavano ed ormai avevo quasi accantonato l’idea di non poter giocare a baseball, ma il fato volle che mentre ero nella mia home a commentare un post qualunque, notai l’immagine di profilo un ragazzo che aveva commentato prima di me. Nell’immagine di profilo potevo vedere lui mentre batteva,la curiosità mi spinse a visitare il suo profilo dove scoprii che faceva parte di un gruppo chiamatosi “Il Bar del baseball” che allora contava circa 5000 membri.

Una volta all’interno del gruppo mi misi a curiosare un pochino ed in effetti confutai che il gruppo si basava davvero sul baseball e sui suoi appassionati. Decisi dunque di provare a contattare l’amministratore del gruppo, il nostro caro Gianluca Marcoccio, con l’intento iniziale di chiedergli se potessi pubblicare un post in cui chiedere delucidazioni sul baseball. Gianluca resosi conto della mia inesperienza iniziò a farmi qualche domanda su come fossi venuto a conoscenza del gruppo e decise di chiamarmi.

Non vi nascondo che in quella mattinata di dicembre 2016 parlai credo almeno un’ora con Gianluca. Con il cuore pieno di emozioni gli rivelai i miei dubbi e di come l’unica cosa che mi collegasse al baseball, fosse una pallina in cuoio morbido comprata in un negozio cinese che tiravo in una cassetta di frutta a casa di mia nonna (a furia di tirarla nella cassetta e a causa dei continui contatti con l’asfalto la palla è ormai completamente dilaniata).

Si perché qui a Napoli non c’è spazio per giocare a baseball e si rischia di far male agli altri e di certo non sapevo dove procurarmi un guantone.

Decisi quindi di elaborarne uno da me con un po di imbottitura rivestita del tessuto di un vecchio jeans di mio padre, mentre insieme insieme ai miei cugini con un vecchio ciocco tutto crepato creammo una mazza di legno un po bruttina ma funzionale.

Allora Gianluca decise di pubblicare la mia storia sul gruppo, la storia raccolse molti consensi, persone da tutta Italia si offrirono di aiutarmi in ogni modo. Avevo ricevuto qualcosa che nel calcio mai mi era stata data, il supporto,anche solo morale della gente.

Grazie a quelle esperienze conobbi molte persone che si offrirono di aiutarmi, ma solo una testa calda ebbe la pazienza di dedicarmi intere ore per spiegarmi il gioco, quella persona è Arcangelo Cibati che con gran cuore mi regalò dell’attrezzatura per giocare a baseball tra cui finalmente un guantone ed una mazza in alluminio che uso ancora oggi. Arcangelo era la prima persona che incontravo che aveva davvero giocato a baseball nella sua vita e nelle volte successive che si trovò a passare per Napoli ebbi pure l’opportunità di conoscere sua moglie e sua figlia (scusatemi questa parentesi ma ci tengo molto a ringraziarlo anche qui, insieme agli altri). Da marzo la strada era tutta in discesa, ebbi l’occasione di conoscere dal vivo la vecchia guardia del Napoli Baseball, che mi accolse in modo caloroso e mi iniziò alle basi di questo sport. Come se avessi innescato un effetto farfalla, il gruppo ricominciò la sua attività dopo anni di fermo, nuove persone oltre me iniziarono a frequentare il gruppo e da sei diventammo dieci,poi quindici poi venti. Il resto è storia, ed ad oggi la società è in piena attività e di nuovo iscritta a CONI e FIBS sempre attiva sul campo pronta per nuovi progetti.

Nel frattempo ho maturato esperienze nel campo e grazie ad un’esperienza formativa avvenuta a Nettuno in Ottobre (nella quale ho potuto conoscere dal vivo Gianluca ed “il socio” Massimo) e varie partite con altre squadre del sud Italia ho capito quanto sia ancora lunga la strada davanti a me.

Concludo cosi il mio racconto, ricordandovi sempre che il baseball non è uno sport molto diffuso in Italia, in particolare al sud le difficoltà a causa della mancanza di strutture e altri fattori sono molte. Ma il bello di questo nobile sport è che basta un solo ragazzo per coinvolgerne altri otto in seguito, ecco perché ognuno di noi deve sempre essere solidale con gli altri appassionati, affinché la fortuna che ho avuto io possa essere trasferita a molti altri ragazzi in difficoltà.

Un saluto a tutto Il Bar Del Baseball da Antonio.