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Martin Mondino racconta il passaggio dal campo alla presidenza federale dell’Argentina

16 Gen , 2019  

Tanti anni in Italia in cui si è fatto apprezzare per le sue capacità tecniche e la classica “garra” argentina. Un solo anno in A1, con il Trieste nel 2005, qualche ottima stagione in A2 soprattutto ad Anzio ed anche un’esperienza in Coppa Campioni nel 2015 con la Fortitudo Bologna. Ora, non ancora 40enne (compirà 39 anni nel 2019) è già il presidente della “Federacion Argentina Beisbol”.

Ciao Martin com’è passare dal campo alla scrivania?

Ciao ragazzi, l’avere un futuro come dirigente era quello che mi ha sempre detto Sergio Martín (ex presidente). Dopo aver smesso ho cominciato a studiare gestione e mi piace molto.

Quando ti è venuto in mente l’idea di diventare presidente federale?

Guarda tutto è venuto un po’ velocemente, prima sono diventato presidente del Buenos Aires e  poco tempo dopo è venuta questa possibilità e tanto Cordoba quanto Salta mi hanno proposto una grande sfida che sto affrontando con un gran gruppo di lavoro.

Com’è stato il 2018 per l’Argentina?

Fantastico, non solo per la qualificazione a Giochi Panamericani, soprattutto perchè abbiamo lavorato molto per lo sviluppo e la preparazione futura della Nazionale.

Ho visto avete svolto anche uno spring training negli Usa. Avete ancora intenzione di ripetere queste esperienza?

Sicuramente, per noi e fantástico e vogliamo che nostri giocatori facciano più esperienze del genere per arrivare al livello migliore. Proprio per quello adesso in aprille andiamo a giocare di nuovo negli States, in Arizona.

Altro programmi per il 2019?

Tra pochi giorni andiamo a Brasile, in aprile, come detto, in Arizona e a giugno in Colombia.

Quanti sono gli iscritti nel vostro paese? È un movimento in crescita?

Adeso abbiamo solo 1500 praticanti però lavoriamo per fare crescere questo numero e promuovere il baseball in piu città.

Il massimo campionato argentino com’è strutturato?

Noi siamo un sport amatoriale in Argentina, ci sono tanti venezuelani che arrivano in Argentina e quello fa crescere il livello.

Tra Italia e Argentina c’è un bel legame che vive anche nel baseball. Te, De Biase, Angrisano nel passato ed ora Fontana, Martin, Tissera, c’è somiglianza tra i due mondi anche a livello di batti e corri?

Guarda ognuno ha il suo stile, però tutti argentini giocano con il cuore e hanno un gran senso di appartenenza. Forse in queste cose siamo simili.

Cosa ricordi con più piacere delle tue esperienze italiane e come vedi ora il nostro baseball da fuori?

A me piaceva tantissimo giocare in Italia, la professionalità, il livello e anche la organizzazione. Ho stretto grandi amicizie con ragazzi che ancora continuo a seguire. Attualmente non seguo molto il baseball di Italia pero mi hanno detto che è un momento di transizione questo vuol dire che tanta gente è d’accordo con la piega presa dal movimente e tanta altra meno.