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NOEL GUERRA CANTERO: PUNTO SUI MIEI RED SOX!

16 Lug , 2020  

di Ignazio Gori

 

Dopo i primi due successi dei suoi Paternò Red Sox, nella prima giornata della A2 2020, abbiamo velocemente contattato il manager cubano Noel Guerra Cantero, ormai assiduo confidente del Bar del Baseball.

Noel, come hai visto il vostro doppio successo in Toscana, contro i Lancers di Lastra a Signa?

Mi sento soddisfatto. Abbiamo vinto la prima partita per 5 a 3 e la seconda per manifesta, 12 a 2. Ma oltre al risultato, un manager deve valutare la tenuta della squadra in prospettiva a ciò su cui si sta lavorando di più. Ci siamo comportati bene su tutti e tre gli aspetti del gioco. In attacco siamo stati sufficientemente aggressivi quando avevamo i corridori sulle basi, tenendo a freno il nervosismo nei momenti più importanti, decisivi. La tranquillità e il sangue freddo sono importanti. Quello che mi preoccupava di più era la difesa, ma debbo dire che abbiamo difeso ottimamente, solo due o tre errori, ma dobbiamo ancora lavorare.

Quale pronostico ti senti di svelare per questo campionato di A2?

Lo sanno tutti, nel nostro Girone D c’è il Nettuno45, favorito di gran lunga, ma sarà il campo a decretare la parola fine, il verdetto finale. Sulla carta loro sono superiori, ma occorre sempre vincere sul campo. Potrei dire, in prima analisi, che sarei molto soddisfatto di chiudere il girone al secondo posto, anche perché sia Grosseto sia Montefiascone sono squadre che si equivalgono, ma sono nettamente alla nostra portata. Punto molto sulla difesa. Per rinforzarci abbiamo deciso con la società di prendere due gemelli cubani, classe 2001, entrambi firmati dalle organizzazioni MLB, il catcher Omar Hernandez, dai Kansas City Royals e suo fratello Frank, ruolo esterno, dai Chicago Cubs. Sono felice perché sono due elementi di livello ed eravamo un po’ indietro soprattutto nel ruolo di ricevitore, Omar potrà darci una grossa mano.

C’è qualche settore del roster che ti preoccupa?

Sicuramente i lanciatori, ne abbiamo pochi, nessuno straniero, ma stiamo lavorando duro, facendo un gioco specifico, sulla tecnica, sulla tenuta, sulla strategia. Dobbiamo restare concentrati. Sono contento, dico che possiamo lottare. Per ora vedremo sabato 18, nella seconda giornata, quando arriverà il Nettuno45. Punteremo a strapparne una. Sarebbe un ottimo risultato.

Che ambiente hai trovato a Paternò?

È una società con una mentalità professionista. Non dimenticate che la squadra del 2016 è riuscita a vincere la Serie A Federale, annoverando buonissimi giocatori. In questo senso qui c’è la mentalità giusta per ricostruire qualcosa di buono. Ho trovato il gruppo della Serie C, che in Italia è un po’ “ballerina”, ma non bisogna adagiarsi, perché l’A2 è a un livello diverso. Bisogna lavorare sulla preparazione atletica, sui fondamentali … Ma L’ambiente è carico, tutti ben disposti a mettersi al servizio per il bene del gruppo, su questo io non transigo. Ho accettato questa offerta perché ci credo e magari vorrei avere l’opportunità di restare 2, anche 3 stagioni, per vedere una certa progressione di miglioramento. Vedremo … Mi sarebbe piaciuto, è una specie di mio sogno, allenare la squadra della mia città natale, Villa Clara, nella Serie Nacional cubana – visto soprattutto che l’anno scorso non è andata tanto bene per noi[1] – ma qualcosa è andato storto, non sono riuscito a mettermi d’accordo con la società e sono tornato in Italia. Avevo la possibilità anche di tornare in Sardegna, ma alla fine ho scelto Paternò, ho abbracciato questo progetto ambizioso. Abbiamo anche un discreto settore giovanile, c’è la U12, la U15 … da far crescere. Spero di far fare alla città una bella figura, la mia esperienza insegna che posso farcela, d’altronde ci son riuscito a Cervignano, portando la squadra dalla C alla A2 …

A proposito di giovanili, tu a Cuba sei considerato un guru …

Con le nazionali U15 e U18 ho vinto 3 Mondiali e 5 Panamericani, ma ormai l’esodo dall’isola si è esteso smodatamente e selvaggiamente anche ai più giovani talenti. Una volta “scappavano” solo quelli della prima squadra, ora invece scappano già a 14, 15 anni. Trovano qualcuno, un genitore che li accompagni nella Repubblica Dominicana e poi spariscono. Ci sono mille sotterfugi. È davvero diventato difficile, quasi un miracolo formare buone nazionali giovanili a Cuba. Basti pensare che solo nel 2019 sono andati via più di 200 elementi di quindici o meno anni.

Qual è il tuo mantra, Noel?

Impegno, padronanza dei fondamentali e dedizione. Io dico sempre ai miei giocatori che la loro mentalità deve essere sempre quella di professionista, anche se non si guadagna un soldo! È questa la giusta mentalità per arrivare lontano.

Il Bar del Baseball, augurando buon campionato ai Paternò Red Sox, ringrazia di cuore Noel Guerra Cantero per la gentile disponibilità  

 

[1] Villa Clara non vince il titolo nazionale dalla stagione 2013, sotto la guida di Ramòn Morè